Primo Maggio a Parigi, alcune considerazioni - estratti
Essere a
Parigi per la festa dei lavoratori del Primo Maggio è stato, per me,
certamente qualcosa di emozionante.
La manifestazione per il 1
Maggio a Parigi è stata una delle più grandi che io abbia mai
visto, hanno parlato di grossi numeri, ma credo che possa essere vero
che fossimo 800 mila, forse un milione, il numero dei partecipanti e'
stato sicuramente notevole.
Una tale partecipazione non può
lasciare indifferenti, capisci in modo automatico che diventa
importante capirne le ragioni e scoprire che sono anche le tue e di
tutti quelli che non né possono più di questo sistema che stringe
in una "morsa" tutti i lavoratori.
Una consapevolezza
che mi è sembrata ben chiara ai francesi, anche se bisogna
comprendere bene tutti i contorni.
Siamo arrivati al
concentramento in Piazza della Repubblica molto presto e qui abbiamo
visto che sono arrivati tutti: metalmeccanici, pubblico impiego,
Poste francesi, ferrovie, ecc. , tutti i sindacati erano presenti.
Non poteva non colpirmi questo tipo di presenze perché non so
più da quando che in Italia molte categorie di lavoratori sono
sparite dalle lotte e non si vedono più in piazza.
Abbiamo
distribuito il nostro volantino di solidarietà alla lotta, questo ci
ha dato la possibilità di comunicare, per esempio, un lavoratore
algerino non voleva più il nostro volantino perché si rivolgeva ai
francesi, in qualche modo gli abbiamo spiegato che il testo
riguardava tutti i proletari del mondo, la specifica era solo perché
in Francia proprio per "questo" giorno, così ha accettato
le spiegazioni, ci ha dato ragione e così si è tenuto il
volantino.
Con un gruppo di giovani abbiamo parlato del governo
Meloni, se loro hanno Macron che va spedito all'obiettivo senza tener
conto di nessuno, da noi succede uguale con il governo della Meloni,
abbiamo terminato con lo slogan: Macron fascista sei primo della
lista.
Un'altra chiacchierata sono riuscita a farla con una
lavoratrice, credo della nettezza urbana, che si è incuriosita e si
è fermata a parlare, abbiamo comunicato con un miscuglio di parole,
le ho chiesto la sua opinione e volentieri racconta "come si può
pensare di lavorare più a lungo e in buona salute? I ritmi di lavoro
sono aumentati già da tempo, le richieste sono sempre più
pressanti, invecchiamo e ci vogliono più veloci, questo a scapito
della sicurezza, che già diminuisce perché non investono più. Non
si può andare avanti cosi, ci vogliono far morire di fatica altro
che pensioni, perciò per il tempo che mi rimane protesto tutta la
vita".
Un'altro lavoratore, di uno dei sindacati presenti,
nel prendere il volantino ha ringraziato e si è fermato a spiegare
che "questo" governo continua a blaterare che si è
allungata l'aspettativa di vita perciò devono fare qualcosa, ma non
è così, si attinge dalle pensioni per evitare l'aumento del deficit
e questo è un aggressione a tutti i lavoratori e se si viene
aggrediti bisogna difendersi".
Ho risposto che non è solo
il governo francese a pensarla così, anche quello italiano, tedesco,
inglese...il problema è il sistema capitalistico che chiede ai
governi di trovare il modo di affrontare le loro crisi e i lavoratori
possono solo lottare per non morire e unirsi per vincere.
Questo
è quello che più o meno ho detto in un italiano francesizzato, mi
ha sorriso ed annuito).
Mi sono avvicinata a due gruppi
femministi, di cui uno sicuramente anarchico, in entrambi non sono
riuscita a comunicare perché erano troppo indaffarate, ma dalla
lettura degli slogan, e alcuni brevi frasi, mi sono sembrate molto
vicine a rivendicazioni tipo NUDM, rivendicazioni per la continua perdita di diritti, soprattutto per le donne.
Molto più
numerosi in fatto di presenza e partecipazione sono stati due gruppi,
entrambi LGBT, tantissimi giovani, mi è sembrato che far parte e
sostenere questi gruppi sia il massimo come capacità di lotta,
e qui sono
organizzati molto bene.
... se c'è una lotta da fare e da sostenere
perché siamo in presenza di discriminazioni sono pronta a
mobilitarmi, quello che non mi piace e'.. che spesso.. concentrate solo sulla lotta di genere, ignorando la
lotta di classe, molte donne appoggiano con generosità queste lotte,
ma la perdita di diritti delle donne, in particolare, delle
proletarie sono tutte in secondo piano o del tutto ignorate rispetto
ai gruppi LGBT+, come se la lotta di classe fosse una "cosa
antica", non li riguarda.
La piazza, intanto, ha
continuato a riempirsi, bancarelle di libri, di cose da mangiare,
piccoli gruppi, singole persone, tutte armate di cartelli, piccoli,
grandi, piccolissimi, ognuno con una frase, un disegno, un simbolo
per far capire le ragioni che li hanno portati lì.
In qusto
giorno di festa, i lavoratori francesi hanno fatto capire che non
sono disponibili a tirarsi indietro, oltre la festa anche la
protesta; mettersi in fila per partire ci sono volute ore, tanta
gente, le notizie degli scontri sono arrivate subito, a quanto pare
l'ordine di disperdere i manifestanti, come forma preventiva e
dividere, non ha funzionato, il corteo si è diviso in due arterie
parallele, tante ore per sfilare, intanto alla testa dei due tronconi
gli scontri sono stati continui ed ininterrotti.
Dopo aver visto
scorrere per un po' il corteo perché siamo stati insieme si compagni
francesi, sostenendo la campagna per la liberazione dei prigionieri
politici, in particolare, in sostegno alla campagna di liberazione
per " Georges Abdallah", ci siamo portati alla testa del
corteo.
Qui abbiamo seguito da vicino le manovre della polizia,
mi ha colpito che squadre di poliziotti ci passassero così vicini,
ho notato che la gente attorno non si opponeva, ma che scandiva
slogan contro la polizia, quello che mi è sembrato, in un primo
momento, arrendevolezza, ho dovuto
constatare, invece, che chi
c'era aveva scelto di stare lì, senza indietreggiare e senza fare
cose inutili, non hanno arretrato i francesi, gli scontri sono andati
avanti per ore, i manifestanti hanno colpito
simboli precisi,
hanno acceso fuochi per creare barriere, rovesciato cassonetti, tanti
lacrimogeni.
Ad un certo punto verso la fine sono andata in
bagno e nella fila ho incontrato un ragazzo italiano che vive in
Francia con la sua famiglia, nell'attesa si è parlato della polizia
e di come la polizia usa la sua forza, e così mi ha spiegato che la
strategia è quella di intervenire in maniera decisa e abbastanza
violenta e in maniera preventiva. Un uso sproporzionato della
violenza, ma se questo, in passato ha ottenuto il risultato di
scoraggiare la partecipazione a qualche manifestazione, ora i francesi hanno deciso di non arretrare e, se anche molti moderati non
amano neppure la violenza .. in questo momento lo vivono
come male minore e sono tutti incazzati e non vogliono chiudersi in
casa, si respira la necessità di andare avanti.
Ciao
A.
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