venerdì 28 aprile 2023

pc 27 aprile - L'Aquila 25 aprile 2023: presidi, mostre e una lunga e vivace parata antifascista, con la partecipazione di centinaia di persone come non se ne vedeva da anni. Ma i media non ne parlano

Colazione resistente e Mostra

Un evento religioso campeggia sulle prime pagine de il Centro, neanche un trafiletto sull'Aquila antifascista che è scesa in piazza il 25 aprile contro il governo fascista Meloni, contro la repressione, la guerra e contro tutte le discriminazioni.



Dopo la colazione resistente in piazza 9 martiri, la giornata è proseguita ai 4 cantoni con la mostra sulla Liberazione dell'Europa dal nazifascismo e quella delle nuove resistenti, per concentrarsi alle 16 a 
San Berardino e da lì dar vita a una lunga e partecipata street parade contro il governo fascista, omofobo, misogino, razzista e guerrafondaio della Meloni.

Oltre cinquecento persone, di ogni generazione, ma soprattutto giovani, hanno portato in piazza il loro no al fascismo attraverso cartelli, striscioni, musica, arte, performance, ma anche con tanti interventi politici. Il tutto guidato da due carri che animavano la festa itinerante.



“Siamo tutti antifascist*… Ora e sempre resistenza... Diritti per tutte e tutti… sanità pubblica… istruzione senza ideologia del merito… accoglienza… no decreto anti-rave, no repressione”. Questi alcuni dei messaggi al centro degli slogans e degli interventi. Ma quello principale era la parata stessa, difatti la modalità in cui si è svolto il corteo quest’anno non è stata casuale. Al ritmo di musica tekno tantissimi giovani si sono ripresi la città per dire anche un grande no al decreto anti-rave, una delle prime misure adottate dal Governo Meloni, che ha ridato linfa vitale proprio alla pratica delle street rave parade.

“Questo governo fa la guerra ai poveri eliminando il reddito di cittadinanza - è stato detto ai microfoni - parla di merito e umiliazione per la scuola pubblica, boicotta i salvataggi in mare e riesuma decreti razzisti all’indomani della strage di Cutro, non riesce a pronunciare la parola pace, adotta politiche ultra liberiste ed attacca ideologicamente tutte le soggettività non conformi con la sua cultura misogina e omotransfobica”.

Ma al centro degli interventi anche l’esigenza di riappropriarsi dello spazio pubblico perché ad oggi “il centro storico si sta trasformando sempre di più in una vetrina senz’anima, un centro dove chi non ha le possibilità economiche viene escluso dalla socialità, dall'abitare e senza adeguati trasporti persino dal transitare, un centro in cui anche i più giovani vengono respinti”.


Dopo esser stato due ore fermo a San Bernardino, il corteo è partito al canto di Bella ciao e si è diretto in via Zara e via Castello, salutato dalle persone che dai balconi lo accoglievano ballando al ritmo di tekno ed esponendo bandiere arcobaleno e 
striscioni antifascisti.


Alla Fontana luminosa c'è stata un'altra sosta in cui è stato srotolato uno striscione di circa 30 metri, con i nomi di tutti i morti nel Mar mediterraneo. Qui è stato fatto un lungo intervento contro le stragi in mare e le politiche razziste e anti-immigrati, contro il decreto Cutro per eliminare la protezione speciale.



Prima di ripartire per il lungo corteo è stata la volta delle compagne di Fuori Genere, che hanno dato vita a una performance contro repressione, violenza e "dio, patria e famiglia"


Dopo altre tappe in via Strinella e al Terminal, l
a parata si è conclusa a notte fonda al csoa Case Matte al grido di “casematte ovunque da conquistare, zone rosse ovunque da liberare”. Qui ancora centinaia giovani, giovanissimi e bambini hanno continuato a ballare, socializzare e divertirsi senza più la polizia di "scorta".

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