Tutte le potenze imperialiste occidentali alleate della Nato accentuano la partecipazione diretta alla guerra in Ucraina, a sostegno del regime ad esso alleato e asservito di Zelensky.
Il Vertice svoltosi alla base di Ramstein, presente il segretario della Difesa Usa, è stata la tappa più recente che apre la nuova fase e il nuovo livello di intervento e partecipazione dell’imperialismo Usa/Nato in Ucraina.
Il segretario generale della Nato, che è essenzialmente uomo degli Usa, ha insistito che bisogna continuare ad inviare armi e soprattutto caccia e sistemi di difesa aerea a Zelensky. E il teatrino si svolge come in altre occasioni. La Germania dice inizialmente No, il Min. della Difesa tedesco afferma che i Tornado e gli Eurofighter tedeschi non servono perché avrebbero capacità diverse da quelle necessarie al combattimento attuale in Ucraina; nello
stesso tempo sostiene che questi armamenti sono necessari alla Germania nel quadro della condivisione della deterrenza nucleare Nato.Nello stesso tempo si sostiene che non si possono inviare queste armi se non si addestrano i piloti ucraini ad usarle.
La Germania afferma inoltre che l’Ucraina sta già ricevendo aerei da Polonia e Slovacchia, e nello stesso tempo si riprenderà tutti i sistemi per la difesa aerea Patriot, rispettivamente prestati a Polonia e Slovacchia.
In tutto questo contesto il ruolo della Polonia diventa sempre di più di sostanziale base d’appoggio per la concentrazione delle armi e la partecipazione diretta dell’imperialismo Usa/Nato.
Su questa base anche l’adesione, visto l’andazzo inevitabile dell’Ucraina, alla Nato diventa terreno di differenze tra Usa e Germania. Ma come i giorni successivi hanno messo rapidamente in luce, questo non esime che le scelte tedesche vengono poi rimangiati da passi concreti, segreti o meno, come è stata la vicenda dell’invio dei Leopard.
La marcia inarrestabile verso uno scontro diretto tra gli imperialisti attraversa queste contraddizioni. Esse vanno inserite in preparativi oggettivi e soggettivi di un conflitto generale.
L’unica controtendenza è la lotta dei proletari e dei popoli contro tutti gli imperialismi e i regimi ad essi asserviti.
E’ inutile dire che l’Italia come socio minore, servo Usa e membro fedele dell’alleanza Nato è parte di questi preparativi. Questo governo fascio-imperialista è il più in sintonia degli stessi ultimi governi con questo ruolo. Nello stesso tempo, negli altri grandi scenari, che non analizziamo nei dettagli, l’imperialismo italiano fa passi pressochè quotidiani per essere presente e integrarsi nei preparativi politici/militari.
Del viaggio in India e della partecipazione diretta alle manovre militari nel Pacifico abbiamo parlato nei giorni scorsi. Nello scenario, poi, del Mediterraneo la notizia degli ultimi giorni è quella che, prendendo a pretesto un cosiddetto “rafforzamento della presenza russa nel Mediterraneo”, è proprio la Marina dell’imperialismo italiano che ha fatto scattare una grande esercitazione che vede impegnate 23 nazioni, 12 paesi Nato con 41 navi, ma anche Jet ed elicotteri, con 6mila uomini.
Su questo il governo Meloni ha l’autostrada d’avanti a sé di un parlamento nettamente schierato col governo. La sedicente opposizione con il volto nuovo della segretaria del Pd, Schlein, è perfettamente allineata; ed è inutile dire che l’opposizione di 5stelle di Conte non va oltre dichiarazioni in parlamento e la partecipazione a un appello nazionale contro le spese militari che resta ambiguo sia nei contenuti sia nei promotori.
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