Questi riquadri ripresi dal ‘Il Cruscotto del lavoro
metalmeccanico’ presentato pubblicamente dalla Cisl il 24 gennaio scorso dicono
in maniera esplicita quanto i padroni hanno fatto profitti e gli operai hanno perso del loro salario in tutti
questi anni.
A questo abbassamento dei salari la Cisl ha contribuito
in mille modi aiutando i padroni con accordi, contratti ecc. ecc. e il “cruscotto” (su cui torneremo) che
hanno presentato è appunto pieno di questa posizione; una frase su tutte per
adesso: “la produttività, malattia storica dell’economia italiana, è cresciuta
di 15 punti percentuali in un decennio”.
Questa è proprio la voce del padrone che si lamenta di questa “malattia storica”, mentre la Cisl porta la cifra per dire che nonostante la crisi, la produttività è aumentata, cioè gli operai hanno lavorato di più e più intensamente!
Questa non è una novità visto che “il capitalista cerca
costantemente di ridurre i salari al loro limite fisico minimo e di
estendere la giornata di lavoro al suo limite fisico massimo…” come dice Marx
in Salario, prezzo e profitto dove aggiunge, per rafforzare, che “La
tendenza generale della produzione capitalistica non è di elevare il salario
normale medio, ma di ridurlo.”
È per questo che serve una battaglia quotidiana sul salario,
e non solo, ancora Marx: “Se la classe operaia cedesse per viltà nel suo
conflitto quotidiano con il capitale, si priverebbe essa stessa della capacità
di intraprendere un qualsiasi movimento più grande.”
A questo battaglia dobbiamo affiancare quella della formazione teorica!
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