Il 26 gennaio, alla Casa del popolo di Grassina, centinaia di persone sono andate a vedere la rappresentazione teatrale, dal collettivo di fabbrica della GKN a tanti giovani, a compagni a conferma di questa attrazione solidale.
Pezzi di Capitale è teatro operaio in cui sono gli operai i protagonisti che portano su di un palco la loro esperienza, la loro lotta a difesa del loro posto di lavoro, il loro lavoro, la loro vita, la trasformazione che avviene quando si mette in gioco la propria stessa vita partecipando direttamente ad una lotta..."finchè non arriva quel momento non sai di che pasta sei fatto", dice Dario all'inizio della rappresentazione.
Pezzi di Capitale è il racconto diretto degli operai GKN della loro lotta innescata dai licenziamenti collettivi partiti il 9 luglio del 2019 - perchè i padroni puntano a maggiori profitti con le delocalizzazioni - ma gli operai resistono, non vogliono cedere ai padroni, spontaneamente arrivano in centinaia davanti al cancello chiuso e lo forzano, lo riescono ad aprire con la forza collettiva.
Pezzi di Capitale è la lotta che dirada le nebbie che avvolgono i rapporti sociali e di produzione sotto il Capitale che trova al mercato, compra e usa la forza-lavoro operaia per ricavarne un valore, "lavoro morto che domina e succhia la forza lavoro viva" (Marx). Un modo di organizzare la produzione che gli operai vogliono "mettere in discussione dalle fondamenta".
Pezzi di Capitale è la lotta operaia che attrae la solidarietà di tanti componenti della società.
Pezzi di Capitale è l'intellettuale piccolo-borghese che si mette a disposizione della causa operaia, fa inchiesta, la rappresenta secondo i suoi strumenti e, per farla, va a vivere dentro la fabbrica, partecipa direttamente al presidio. E comincia ad odiare sempre più la sua classe di appartenenza e si trasforma anch'esso, e assume il punto di vista della Rivoluzione.
Pezzi di Capitale sono i frammenti dell'imponente e rivoluzionario lavoro di Marx che l'intellettuale porta nella rappresentazione, che potrebbe essere un palco di un teatro all'interno di una Casa del popolo, uno spazio occupato, una fabbrica in lotta.
Ma...verso questi operai "che non hanno letto Il Capitale di Marx" non bisogna lasciarli a questo stadio, l'intellettuale, per essere effettivamente al loro servizio, deve spiegare agli operai le leggi del Capitale, che Il Capitale non è il singolo padrone come viene descritto nella rappresentazione, che Marx non si limita alla lotta di classe ma è la coscienza della necessità del suo rovesciamento rivoluzionario che spinge in avanti la lotta, che indica la via d'uscita alla stanchezza, alle sconfitte, agli errori. Ti sa dire dove andare. "Insorgiamo" deve essere innanzi tutto l'appello a tutti gli operai, organizzarli, farli tornare ad essere una classe e una classe che "deve dirigere tutto". Altrimenti che senso ha citare Marx quando definisce gli operai come i "becchini del Capitale"?
"Il problema è che non lo abbiamo letto
Se lo abbiamo letto, non lo abbiamo capito
Se lo abbiamo capito non sappiamo che fare
Se sappiamo che fare, poi, non riusciamo a farlo
Il problema è che non abbiamo il tempo
Il problema è che non sappiamo dove andare"
L'operaio Dario alla fine dice: "L’unica sconfitta sarebbe uscire da questa lotta con un’analisi sbagliata."
Gli operai d'avanguardia, come si vede, chiedono più che "pezzi di Capitale" l'intera opera teorica di Marx, una Formazione Operaia marxista per orientarsi e dirigere. Siamo d'accordo con Dario, quando alla fine dice: "Scegliamoci dei buoni compagni di vita e di lotta, e proviamoci a non vivere invano e a non morire soli.". Con Marx diamo senso all'appello di questa lotta operaia che è "insorgiamo": quello dell'obiettivo del potere operaio.
Un ringraziamento alla compagnia che ha realizzato lo spettacolo.
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