Meloni sigla con Descalzi, Eni, un’intesa definita “storica" sulla pelle dei migranti: Cinque navi (finanziate dall’Ue) alla guardia costiera libica per il “controllo” dei profughi in fuga da violenze e fame, in cambio di uno storico accordo sul gas da 8 miliardi di dollari.
«Abbiamo parlato di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali. È un tema che non riguarda solo Italia e Libia, deve riguardare l’Unione europea nel suo complesso», ripete Meloni. Poi tocca a Tajani: «Ho firmato un memorandum d’intesa tra il governo italiano e quello libico per la consegna di cinque vedette finanziate dalla Ue. Rafforziamo la cooperazione con la Libia, anche per contrastare i flussi d’immigrazione irregolare».
Il rafforzamento della famigerata Guardia costiera libica, denunciata dai migranti per le violenze, gli arresti, portera' a impedire con la forza che i migranti possano scappare dall'orrore o per riportarli nei lager delle torture, stupri delle donne.
I migranti, uomini, donne, bambini vengono sacrificati, consegnati al "boia" per, nella classica politica imperialista, avere in cambio affari.
Meloni ha ricordato come «l'Eni è presente qui dal 1959, ha di fatto contribuito a una parte importante della storia libica di questi anni, dello sviluppo economico della Libia...". Dimostrando come l'Italia imperialista è stata complice degli orrori perpetrati in Libia dall'imperialismo americano e oggi della politica di lager, torture dell'attuale regime verso i migranti, per i profitti del capitalismo italiano.
E Meloni spiega la politica neo coloniale del suo governo, che prende risorse energetiche e lascia briciole nei paesi del nord Africa: «l’Italia vuole giocare un ruolo importante, anche nella capacità di aiutare i Paesi africani a crescere e a diventare più ricchi. Una cooperazione che non vuole essere predatoria, che vuole lasciare qualcosa nelle nazioni».
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