Ai 206 tavoli di crisi presentati dalla Cisl con il suo
primo “cruscotto sui metalmeccanici” bisogna aggiungere quello che molto
probabilmente si aprirà per la Safilo, che ha comunicato “prima alla stampa che
ai dipendenti che non considera più strategico lo stabilimento di Longarone” e
quindi i suoi 472 lavoratori, più i tanti dell’indotto.
Dopo aver assicurato in passato che “quel sito avrebbe
dovuto diventare il «gioiellino della produzione di occhiali in metallo».”
Stiamo parlando di una fabbrica nata sulle macerie di una
disgrazia: “è stata costruita coi soldi della ricostruzione del Vajont”, ma arriva
lo stesso la comunicazione dei licenziamenti che ha fatto tanto arrabbiare la
Cgil! “Nel 2019 l’ad dell’azienda ci aveva detto che, grazie ai sacrifici
imposti allora, la sede di Longarone sarebbe rinata. Come può oggi venirci
a dire che sarà l’unica di quattro fabbriche a essere chiusa? Quella fabbrica è
stata costruita coi soldi della ricostruzione del Vajont».
Una fabbrica che ha i conti, e i profitti, a posto! 1 miliardo
di ricavi nel 2022, in crescita dell'11,1% a cambi correnti e del 4,2% a cambi
costanti rispetto ai 969,6 milioni registrati nel 2021. Come riporta la stampa.
Il fatto è che la gigantesca ristrutturazione economica,
messa in atto nel mondo dai padroni, non conosce mezzi termini e continua
imperterrita.
È la risposta degli operai a questo stillicidio che deve
essere messa in campo prima possibile!
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