Se c’era di bisogno di gettare un altro po’ di benzina sul
fuoco delle contraddizioni mondiali che ha al centro attualmente la guerra in
Ucraina, ci ha pensato la Turchia di Erdogan che cerca in tutti i modi di
uscire da una profondissima crisi economica e sociale (inflazione più 83% su
base annua!).
E ci ha pensato sottoscrivendo un Memorandum di intesa con
la Libia per cooperazione sugli idrocarburi, di fatto pestando i piedi a
diversi paesi imperialisti come Italia e Francia, innanzi tutto, ma anche all’Egitto
che vede messa in pericolo l’area del Mediterraneo che racchiude il colossale
giacimento petrolifero di Zohr.
“Turchia e Libia” riporta il Sole 24 Ore del 5 ottobre, hanno firmato un Memorandum d’intesa
“riguardo a una cooperazione sugli idrocarburi, in base a un accordo sulla delimitazione marittima del 2019 tra Ankara e Tripoli”. Queste sono “Azioni che potrebbero danneggiare la stabilità regionale e dovrebbero essere evitate”, ha affermato il portavoce della Commissione Ue per gli affari esteri e le politiche di sicurezza, Peter Stano.”Insomma, Turchia e Libia hanno deciso quali sono, secondo
loro!, i “confini della propria piattaforma continentale e zona economica
esclusiva.” “L'accordo sugli idrocarburi si basa su un'intesa del 2019 con cui
Turchia e Libia hanno definito dei punti nel Mediterraneo, a sud dell'isola
greca di Creta…” senza tener conto delle critiche e naturalmente degli scontri
generali che già esistono tra quasi tutti i paesi che si affacciano sul
Mediterraneo per quanto riguarda appunto la dichiarazione di ogni Stato della
propria “Zona economica esclusiva”.
L’Unione europea ha criticato con queste parole l’accordo: “Il
memorandum di intesa tra Turchia e Libia del 2019 vìola i diritti di sovranità
di paesi terzi, non è in linea con la legge del mare e non può produrre alcuna
conseguenza legale per Stati terzi”.
L’Unione europea, e cioè i diversi Paesi imperialisti e
altri capitalisti che la compongono, sono un insieme di sistematici violatori senza
scrupoli di “diritti” di qualsiasi tipo dentro e fuori dai propri confini che
non hanno alcuna legittimità a parlare di legalità o “violazione di diritti
della sovranità di paesi terzi”.
A questi si aggiungono anche Paesi fascisti come la Turchia
di Erdogan impegnato nel massacro dei curdi e che spera di allargare la propria
influenza dalla Siria alla Libia, appunto: tutti insieme, comunque, impegnati
in una lotta costante per l’accaparramento delle materie prime, del controllo
di territori, insomma per la difesa dei profitti, di un sistema marcio che
produce solo morte e distruzione
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