Mentre i giornali discutono delle percentuali che hanno
portato Lula in vantaggio sul fascista Bolsonaro e su chi vincerà il prossimo
ballottaggio del 30 ottobre, i padroni o come dice il Sole 24 Ore “i mercati”,
che danno Lula per favorito “hanno accolto con favore il risultato
elettorale nell'aspettativa che la necessità di governare con una
maggioranza meno netta rispetto al passato possa spingere Lula - comunque
favorito per la vittoria- verso politiche più moderate e interventi meno
radicali dello Stato nell'economia.”
Tanto per far capire chi comanda, i fatti “economici” si
sono visti subito: “Il Real brasiliano si è rafforzato del 3,5% sul dollaro
nelle contrattazioni di ieri mattina mentre l'indice azionario Ibovespa è
salito del quattro e 5%, sostenuto soprattutto dai guadagni delle grandi
società pubbliche come Petrobras, le cui azioni sono cresciute di oltre il 7%.”
I padroni, insomma, indicano il modo in cui Lula deve “governare”, il giornale di Confindustria
continua: “I mercati si aspettano che in caso di vittoria il nuovo governo di Lula esprima una connotazione moderata nei ministeri e non troppo incentrata sul partito dei lavoratori” dice Graziano Messana -presidente della Camera di commercio Italo-brasiliana di San Paolo. Soprattutto guardando al ministero dell'Economia e degli Esteri una svolta moderata faciliterebbe il rapporto con chi vuole investire nel paese a cominciare dalle oltre 1000 imprese italiane che hanno attività in Brasile: Gavio, Enel, Stellantis, Tim e le tante PMI italiane che i grandi gruppi si sono portati dietro … in un Paese grande esportatore di beni alimentari, nel quale tuttavia oltre 30 milioni di persone soffrono la fame”.
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