Uno studio della Confcommercio dice che dal 1995 mai le
spese obbligate per le famiglie sono state così alte, da record.
“Le spese obbligate delle famiglie italiane conoscono un
record negativo: nel 2020 sono state pari a 7.168 euro per persona, poco
più del 43% dei consumi totali”. Riporta un articolo del Sole 24 Ore di ieri.
“Il capitolo più oneroso è quello dell’abitazione che tra canone d’affitto, spese di manutenzione,
bollette delle diverse utility e smaltimento dei rifiuti assorbe ben 4.074 euro a persona… hanno toccato il massimo storico assorbendo quasi un terzo della spesa delle famiglie”.Anche la pandemia ha inciso sulle “esigenze anche lavorative
come lo smartworking” che “hanno portato a un aumento della quota di spese destinata
all’abitazione, elemento che ha contribuito ad un innalzamento dell’incidenza delle
spese obbligate.”
Oltre all’affitto sono considerate spese obbligate quelle
per la sanità, assicurazioni, trasporti e carburanti.
Queste statistiche della Confcommercio che parlano di “spesa
per persona” o di “spesa delle famiglie” fanno delle medie generali che non
tengono conto di tutti quelli, persone e famiglie, che sono in povertà
assoluta e relativa, che non arrivano assolutamente a queste cifre, come dice l’Istat:
“Nel 2020, sono in condizione di povertà assoluta poco più di due milioni di famiglie (7,7%
del totale da 6,4% del 2019) e oltre 5,6 milioni di individui (9,4% da 7,7%). ... Per
quanto riguarda la povertà relativa, le famiglie sotto la soglia sono poco più di 2,6
milioni (10,1%, da 11,4% del 2019).”
Tra i “servizi
commercializzabili” di cui parla la Confcommercio c’è anche “una
spesa alimentare ferma a quasi 2.900 euro”.
“Famiglie – continua l’articolo - che quest’anno saranno in
grado di destinare ai consumi commercializzabili 9.741 euro a persona, in
calo di poco più di 1.700 euro rispetto al 2019.”
La Confcommercio (Imprese per l'Italia, Confederazione
Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro
Autonomo, è la più grande rappresentanza d'impresa in Italia, associando oltre
700.000 imprese - dal loro sito, ndr), che ha cuore naturalmente la “ripresa”
della spesa delle famiglie dice che c’è stato un tentativo di “riequilibrare le
spese tra obbligate e commercializzabili e tra beni e servizi” ma che questo
riequilibrio non c’è stato e che anzi “non potrà avvenire nel 2021”.
Ma chi avrebbe dovuto fare questo “riequilibrio”? Come si
rimedia a questa perdita di potere d’acquisto se i prezzi continuano ad aumentare,
così come aumenta la disoccupazione, la precarietà e la povertà e gli aumenti
contrattuali di cui si vantano padroni e sindacati non sono serviti a niente?
In questo contesto c’è lo spazio per diverse battaglie, tra cui quella (seria!) per l’aumento dei salari.
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