Prima di usare la parola onestà, Draghi, che ha usato la
parola in riferimento a come dovranno essere spesi i soldi freschi freschi del Recovery
Plan (è forse un “presentimento”?) avrebbe dovuto riflettere un po’ meglio sui
dati che arrivano dai centri studi di ogni parte: omicidi sul lavoro e lavoro
nero sono solo due esempi del livello di onestà dei suoi capitalisti.
La cifra del lavoro nero è considerevole e anche il numero
di persone impegnate anche in questo campo. È chiaro che i governi non hanno
alcun interesse ad “eliminare la piaga”, visto che la cosiddetta economia
sommersa “aiuta” quella legale, liberandola spesso da “fastidi” come il rispetto
delle leggi sui versamenti dei contributi o ambientali, e allo stesso tempo
tiene impegnate persone che altrimenti aumenterebbero in modo “sproporzionato”
il numero dei disoccupati già stabilmente alto.
Riportiamo alcuni passaggi di un articolo dell’Agi utile
fondamentalmente per i dati che toccano tutto il paese, anche se in modo non
uniforme…
“AGI - Il lavoro nero presente in Italia “produce” ben 77,8
miliardi di euro di valore aggiunto. Una piaga sociale ed economica, sottolinea
l’Ufficio studi della Cgia, che, su base regionale, presenta livelli molto
diversificati. La Lombardia, ad esempio, sebbene conti oltre 504 mila
lavoratori occupati irregolarmente, è il territorio meno interessato da questo
triste fenomeno: il tasso di irregolarità è pari al 10,4 per cento, mentre
l’incidenza del valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare sul totale
regionale è pari al 3,6 per cento; il tasso più basso presente nel Paese.
“Per contro, la situazione più critica si registra in
Calabria: a fronte di “soli” 135.900 lavoratori irregolari, il tasso di
irregolarità è del 22 per cento e l’incidenza dell’economia prodotta dal
sommerso sul totale regionale ammonta al 9,8 per cento. Nessun’altra realtà
territoriale presenta una performance così negativa.
“Sebbene non ci sia una correlazione lineare, per la Cgia è evidente che nelle regioni dove c’è più lavoro nero il rischio di avere un numero di infortuni e di morti sul lavoro è più elevato. Purtroppo, le statistiche ufficiali “faticano” a dimostrare questo assunto; dove dilaga l’economia sommersa, infatti, le persone che si infortunano o non denunciano l’accaduto o, quando sono costrette a farlo, dichiarano il falso per non arrecare alcun danno ai caporali o a coloro che li hanno ingaggiati irregolarmente...
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