L'ennesima conferma della legittimità
che muove la lotta (ammesso che la
volontà popolare non sia sufficiente
per qualcuno) è arrivata il 13 Febbraio
quando il Tar (Tribunale amministrativo Regionale) ha emesso una sentenza
che dichiara l'illegittimità del Muos,
ribadendo la nocività procurata dalle
emissioni delle antenne per la salute
degli abitanti e per l' intero territorio
sottoposto a vincolo ambientale, e
dichiarando non valida la “revoca della
revoca” di Crocetta. Una sentenza che, ovviamente, non ha trovato un'effettiva esecuzione all'interno della base: dopo
la notifica della sentenza da parte
dell'ufficiale giudiziario presentatosi
davanti i cancelli di Contrada Ulmo in data
1 Aprile, l''impianto continua a funzionare come se nulla fosse successo; il Ministero
dell'Interno inoltre, ha dichiarato che far rispettare la sentenza non è questione di sua competenza (!). Di fronte a ciò la notizia del primo aprile sull'affissione dei sigilli da parte del nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia municipale della Procura di Caltagirone sembra a metà tra un pesce d'aprile e una mossa politica ad hoc lanciata a tre giorni dalla manifestazione nazionale nell'ottica di depotenziarla e rilanciare un'ormai inesistente fiducia nelle istituzioni.
Da anni piuttosto, nel territorio niscemese e siciliano la vicenda del Muos, l'ecomostro militare statunitense, ha trovato l'opposizione di un movimento, quello No Muos appunto, che attraverso la lotta e la mobilitazione ha spesso dimostrato con determinazione che la salute e i bisogni dei cittadini vanno messi davanti qualsiasi altra cosa; di certo, agli interessi militari Usa. Un movimento reale, di persone, che davanti a ciò che minaccia la propria esistenza ha messo in gioco i propri corpi e le proprie vite nella volontà di prendere attivamente parte alla gestione e salvaguardia del proprio territorio e della propria vita. Una lotta in grado inoltre, di far emergere molteplici contraddizioni all'interno dell'asse politico-istituzionale. Basti ricordare il celebre dietrofront del governatore Crocetta che - stretto tra la morsa dell'imposizione statunitense e della necessità di mantenere il consenso dell'opinione pubblica siciliana - “revocò le revoche”e cercò di delegittimare il movimento etichettandolo di una fantomatica e assurda mafiosità.
L'impotenza della legge, l'immobilismo e l'indifferenza delle istituzioni, incapaci (più o meno volontariamente) di rappresentare effettivamente gli interessi di cittadini e popolazioni, dimostrano così, ancora una volta, l'urgenza e la necessità di rilanciare e proseguire la lotta nel territorio niscemese. Occasioni come quella dell'8 Marzo, giornata di incontro regionale che ha visto la determinazione femminile prendersi la scena e la testa del movimento, o il corteo popolare e nazionale di domani 4 Aprile, sono momenti dove saper dimostrare che la partita è tutt'altro che chiusa.
Non abbiamo mai creduto alle promesse che di volta in volta vengono pronunciate da politici e uomini delle istituzioni (la cui attendibilità si esaurisce nel giro di una campagna elettorale); così come non accettiamo le prese in giro di chi vuole far credere che sia sufficiente una sentenza del Tar per fermare il progetto di distruzione delle nostre esistenze quando in ballo ci sono gli interessi della potenza Usa. Come non ci crediamo oggi di fronte alla sentenza del TAR e all'affissione dei sigilli. Sigilli che per altro, di fronte all'ormai ultimato innalzamento delle parabole e dei lavori materiali, come detto, non ci danno alcuna certezza circa lo stop dei lavori e l'inattività dell'impianto.
L'unica certezza è che finchè il movimento avrà la capacità di rilanciare e rinnovare mobilitazione e partecipazione, forte ormai della sedimentazione soggettiva di questi anni, e di non sottrarsi alla volontà di agire quotidianamente nel territorio niscemese, (riuscendo anche a utilizzare come grimaldelli le contraddizioni aperte nel sistema politico-istituzionale) la questione intorno al Muos resterà aperta. Il tempo ha dimostrato che la lotta, se organizzata e coesa, ha in sé opportunità e margini di agibilità ed estensione assai ampi; lotta, unico vero ed efficiente strumento per difendere e rivendicare il diritto alla salvaguardia della propria salute e del proprio territorio.
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