domenica 29 marzo 2015

pc 29 marzo - Alla FCA-SATA Melfi ogni giorno è sfruttamento - cronache...

5 marzo 2015 un violento incendio in uno stabilimento dell’indotto SATA. Il boato dell’esplosione si è sentito da lontano. Poteva essere una strage di operai.
Stando alle ricostruzioni dei carabinieri l'incendio è partito dall’esterno, a causa di un surriscaldamento del collettore di aspirazione, che avrebbe poi fatto drasticamente aumentare la pressione all’interno dei sistemi di verniciatura, causando lo scoppio e le conseguenti fiammate.
Alla base dell’esplosione c’è quindi il surriscaldamento degli impianti, dovuto all’aumento esponenziale della produzione, dovuto alla saturazione dei tempi di lavoro, per lo più applicato sul ciclo continuo 24 ore su 24. Nel 2011 fu il verniciatura a prendere fuoco dopo un blocco di manutenzione di 24 ore. Quell’incendio, secondo i sindacati era dovuto a ritmi di lavoro sempre più rapidi e al conseguente surriscaldamento delle macchine.
Ma per l'azienda il problema adesso è sulla produzione all’interno della Sata. I sistemi sono stati bloccati quindi all’interno della fabbrica si stanno utilizzando gli accumuli di produzione in attesa che si possa riavviare la produzione nell’area incendiata.

L’incontro fra la Fiat e i sindacati firmatari del contratto aziendale (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri) ha stabilito una sorta di “nuovo contratto di stabilimento” articolato su alcuni pilastri: più produttività, lavoro anche di domenica; più posti di lavoro; con la nascita sperimentale di una quarta squadra di dipendenti con l’obiettivo di far lavorare le linee di montaggio su 20 turni, con la possibilità di fermare le linee di montaggio solo per 8 o 16 ore nell’arco delle 168 ore che compongono la settimana.
Un operaio dice, con il nuovo accordo: Vogliono farci lavorare 10 giorni di fila, senza il turno di riposo! Si
cominciano a fare il 1° turno per 6 giorni, dal lunedì fino sabato compreso. Il giorno dopo, la domenica sera cominciano a fare la notte il 3° turno, per 4 volte, compresa la notte di mercoledì.
Gli operai di Fiat Sata, sono quindi costretti a lavorare 8 ore di fila per turno, compresa l’ultima mezz'ora, nella quale non si dovrebbe lavorare ma andare in mensa a mangiare. 

Per "scaldare i motori" Marchionne aveva cominciato a dicembre con assunzioni a tempo determinato, a 5,50 euro netti l’ora, che ora col Jobs Act può trasformare in nuovi contratti “a tutele crescenti”, incassando una decontribuzione di oltre 8 mila euro l’anno per ogni operaio assunto. Poi Fiat potrà senza problemi licenziare questi operai con un miserabile indennizzo, in qualsiasi momento.

A Melfi si sta sperimentando un nuovo sviluppo: la fabbrica sempre in produzione. Gli operai sono la carne per farla andare, per quattro soldi, a ritmi impossibili, lavorando sempre, vivendo per lavorare senza più riposi di sabato e domenica, ma con un giorno di riposo ogni tanto.


Marchionne sta potenziando Melfi e in prospettiva anche Cassino e Mirafiori perché ormai le condizioni di utilizzo della forza lavoro in Italia sono competitive a livello internazionale.
Si riapre una fase in cui le automobili cominciano a vendersi di nuovo. La Fiat incassa i primi dividendi in Italia della sua trasformazione in azienda globale e deve produrre quante più vetture possibile per via della fortissima domanda che la Jeep Renegade sta registrando negli Stati Uniti, mentre l’altro modello prodotto a Melfi, la Fiat 500X, sta sbarcando su tutti i mercati europei. Questo piomba su una fabbrica che già viaggia a tutto vapore. Da dicembre si sono susseguiti i sabati in straordinario. Gli operai dell’auto italiani sono ormai quelli peggio pagati in Europa. Sono stati asfaltati da anni di cassa integrazione e licenziamenti punitivi. Sulle linee di montaggio di Pomigliano, la FIAT ha sperimentato un nuovo livello di riduzione degli operai a semplici attributi del macchinario, completamente schiavizzati e zittiti. 

Sabato 14 MARZO è stata organizzata una manifestazione davanti i cancelli principali della SATA di Melfi.
Oltre ad alcuni RSA della FIOM che avevano indetto la manifestazione in occasione dell’ultimo sabato di straordinario, erano presenti militanti dell’estrema sinistra, del sindacalismo di base, i cinque compagni della FIAT di Pomigliano licenziati per il finto “suicidio” di Marchionne.
La manifestazione all’inizio era stata programmata per sostenere lo sciopero dichiarato da un gruppo di delegati FIOM contro lo straordinario obbligatorio, i ritmi asfissianti di lavoro e la nuova turistica che la FIAT sta per applicare a Melfi che la farà diventare una fabbrica a ciclo continuo senza più sospensioni della produzione. Landini ha però posto il veto a questa iniziativa. L’idea di Landini, e di buona parte dei dirigenti della sua organizzazione, è che gli aumenti della produzione e degli occupati a Melfi siano un fatto positivo e da salvaguardare. Bisogna solo cambiare “alcuni” aspetti discutibili e allora propone di aprire una trattativa sui seguenti punti: Riduzione dell’orario di lavoro con l’inserimento di nuove squadre e un sistema dei turni che assicuri un “giusto” riposo alle maestranze; una verifica dei carichi sulle linee di montaggio per ridurre i tempi di saturazione; aumenti salariali.

Con l'aumento dei turni di lavoro da 15 a 20 turni di lavoro, dopo esattamente undici anni dalla vittoria degli operai della Sata contro l’introduzione della doppia battuta (la doppia battuta era un sistema di turnazione che obbligava al lavoro notturno per due settimane consecutive e che prevedeva lo svolgimento del lavoro una settimana di sei giorni e la settimana successiva di quattro giorni.) la loro lotta è finita in fumo.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro supera di molto la doppia battuta e spinge l’utilizzo della forza lavoro all’estremo, L’accordo sottoscritto prevede turnazioni che non tengono più conto dei riposi consecutivi al sabato e alla domenica infatti questo sistema di turnazione imposto dalla Fiat fa si che solo una delle quattro squadre avrà un riposo consecutivo di sabato e domenica e una sola volta al mese, mentre negli altri casi le turnazioni saranno programmate in modo tale da utilizzare consecutivamente la forza lavoro senza soluzione di continuità e gli operai avranno riposi infrasettimanali di due giorni durante l’arco della settimana, arrivando ad avere in alcuni casi un solo un giorno tra un turno e l’altro. Tutto questo senza che si capisca sino in fondo come sarà retribuito il lavoro notturno e le turnazioni cadenti in sabato e domenica, secondo la fim cisl (una delle firmatarie dell’accordo). Si parla di una contrattazione economica per la copertura delle maggiorazioni di 120 euro, oltre a quella stabilita dal contratto, ma ciò può significare che tutte le maggiorazioni ottenute con la lotta del 2004 si vanno a fare benedire, infatti le maggiorazioni di cui si fa riferimento nel comunicato sembrano essere quelle del contratto nazionale 2013-2015, per il turno notturno non festivo secondo il contratto la maggiorazione è del 15% e del 50% per quello festivo, mentre nell’accordo del 2004 le maggiorazioni arrivavano sino al 60,5 %, senza considerare il fatto che con questo accordo a chi lavora al sesto giorno di sabato non viene riconosciuto lo straordinario.
Oltre tutto le squadre che lavorano su un periodo lavorativo di 16 giorni hanno 2 soli giorni di riposo di 1 giorno tra un turno e l’altro; una fatica fisica e mentale, l’applicazione dello schiavismo a livello scientifico, fatiche che producono qualcosa come 450.000 vetture all’anno, 64 vetture complete per operaio. 

Se le venderà, con un calcolo approssimativo, ma realistico, incasserà quattro miliardi e mezzo di euro. Con gli sgravi del jobs act sulle nuove assunzioni, spenderà di manodopera operaia sì e no 120 milioni di euro.
Grazie a tutto questo il sig Marchionne si porta a casa 31 milioni di euro annui pari al salario di 6400 operai Fiat, la cosa sottaciuta è che già 40 operai dei 300 finora assunti si sono licenziati perché non sostenevano i ritmi di lavoro imposti dalla catena di montaggio.
Ho fatto il turno di notte e durante il turno di lavoro un giovane operaio di una ditta esterna si tocca di frequente la spalla, la cosa mi incuriosisce e gli chiedo il perché di quel gesto ripetuto. Mi dice che con quel turno era il terzo consecutivo che svolgeva. Cioè ha lavorato sul primo, sul secondo e sul terzo turno consecutivamente. Dalle ore 6.00 del 5 Marzo alle ore 6.00 del 6 Marzo 2015 è rimasto in fabbrica.
 Gli ho chiesto quanto corrispondeva la paga, mi ha detto che prende 50 euro a turno, a prescindere dai turni.
Che sia il primo, il secondo o la notte, la paga è sempre uguale non c’è un minimo di differenza. “Per prendere 150 euro ha dovuto lavorare 24 ore consecutive, tre giorni di lavoro. 

Alcune di queste notizie sono prese da Operaicontro

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