BOSIO (AL), DOMENICA 29 MARZO: SI COMMEMORANO I MARTIRI DELLA BENEDICTA
E' una splendida giornata di sole quella che accoglie, presso la Cascina
Benedicta del Comune di Bosio (Al), i partecipanti all'annuale commemorazione
dell'eccidio qui perpetrato, il 7 aprile 1944, dai fascisti italiani e
tedeschi, ai danni di novantasette partigiani.
Come avviene ogni anno, chi scrive si reca sul posto per rendere omaggio ai
caduti, e lo fa mescolandosi con altre centinaia di presenti senza mostrare - a
differenza di altri - i propri simboli politici: soltanto una piccola spilla con
l'effige del compagno presidente Mao Tsetung tradisce la mia posizione
ideologica.
Di contro c'è chi si presenta senza alcun simbolo - tra gli altri l'ex
segretario della federazione alessandrina del Partito Comunista d'Italia, Gianni
Malfettani, ed il capogruppo della Lista Doria al Consiglio comunale genovese,
Enrico Pignone - mentre qualcun altro li ostenta; è il caso di un militante di
Sinistra Anticapitalista che porta con sé un'enorme bandiera della propria
organizzazione: quella che oserei definire una mancanza di rispetto verso tutti
i partigiani caduti qui, visto che erano di varia estrazione politica.
La giornata comincia con un episodio curioso; poco prima della deposizione
delle corone al sacrario, il gonfalone del Comune di Mornese (Al) - incautamente
appoggiato ai rami di una pianta - cade al di là del basso parapetto che
delimita l'area: poco male visto che, grazie al fatto di essere stato fermato da
un albero che ne ha impedito lo scivolamento lungo il pendio, viene prontamente
recuperato dall'addetto alla sua custodia.
Dopo aver depositato le corone - anche alla croce presente nel punto esatto
della fucilazione, sulle rive del torrente Gorzente, e nello spazio occupato
dalle due fosse comuni ritrovate - il corteo raggiunge l'area dei ruderi della
cascina,....tra i discorsi delle autorità; tra questi il più significativo
risulta essere quello del sindaco di Bosio - il compagno Stefano Persano - che,
dopo
aver salutato i partigiani presenti (il comandante Giuseppe Merlo e suo
fratello Mario) esclama: "la Benedicta non è solo oggi, ma tutti i giorni:
bisogna lottare sempre per gli stessi ideali, di libertà e democrazia, che hanno
mosso i ragazzi qui trucidati dal piombo fascista".
Bosio (Al), 30 marzo
2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti
Alessandria/Genova
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