Alla Tenaris Dalmine di Bergamo, con
1800 operai, si può dire che è avvenuto uno sciopero “storico”.
Da anni e anni non si vedeva una partecipazione così massiccia, una
unità/solidarietà tra operai, ma soprattutto è stata la prima
volta che è stato fatto ed è riuscito uno sciopero costruito dal
basso, rendendo protagonisti gli operai, indetto dallo Slai cobas per
il sindacato di classe e dall'Flmu/Cub di Bergamo che prima dello
sciopero organizzavano pochissimi operai e non sono neanche presenti
nelle Rsu.
Questo sciopero ha dimostrato che
quando si lavora bene, in sintonia con i bisogni degli operai, anche
se per molto tempo lo Slai cobas sc ha fatto un lavoro che può
sembrare “grigio” e con difficili risultati, alla fine questo
lavoro paga. E la “talpa” ha ben scavato...
E spesso il padrone vede più
lontano degli stessi operai: non è un caso che poche settimane prima
dello sciopero il rappresentante dello Slai cobas per il sindacato di
classe, Sebastiano Lamera, è stato improvvisamente e senza reale
motivazione spostato in un reparto in cui lavora da solo.
Il carattere nuovo, importante di
questo “sciopero” è inoltre che è avvenuto in una grande
fabbrica, siderurgica, in cui i sindacati confederali, la Fiom la
fanno da padroni. E sappiamo bene quanto sia difficile autorganizzare
uno sciopero dal basso in una fabbrica, rispetto ad altri settori
lavorativi – per trovare esempi simili dobbiamo andare molto
indietro negli anni.
“Lo sciopero organizzato solo dallo
Slai cobas per il sindacato di classe e da Flmu/Cub Bergamo, era
stato preparato nei giorni precedenti con massicci volantinaggi,
iniziative ai cancelli, discussioni tra gli operai.
In precedenza vi era stato anche nello
sciopero indetto dai sindacati confederali sull'annuncio della
azienda di 40O esuberi, un segnale della volontà di lotta degli
operai, a questo sciopero infatti vi era stata una massiccia
partecipazione. Ma dopo non c'era stato nulla, i sindacati
confederali e le Rsu avevano indetto quello sciopero unicamente per
sedersi al Tavolo aziendale per vedere come gestire il piano di
ristrutturazione a fronte del fatto che l'azienda stava procedendo
unilateralmente.
Martedì17 marzo vi è stata un'ultima
un'assemblea ai cancelli, anche a fronte di voci che vedevano la Fiom
impegnata in manovre per impedire lo sciopero.
Quindi giovedì, 19 marzo, col 2°
turno è partito lo sciopero. Abbiamo indetto 2 ore per turno (le
ultime due per il 1° e 2° turno, le prime due per il turno di notte). Si sono fermati praticamente il 100% degli operai (a parte poche unità per la comandata). Non si era mai vista una cosa simile da 50 anni, sia per la massiccia partecipazione sia soprattutto per il clima, la combattività, lo spirito di unità che si è realizzato Non c'è mai stata alla Tenaris-Dalmine una unità come quella che si è realizzata nei giorni di sciopero, giovani, anziani insieme, senza alcuna distinzione.
ultime due per il 1° e 2° turno, le prime due per il turno di notte). Si sono fermati praticamente il 100% degli operai (a parte poche unità per la comandata). Non si era mai vista una cosa simile da 50 anni, sia per la massiccia partecipazione sia soprattutto per il clima, la combattività, lo spirito di unità che si è realizzato Non c'è mai stata alla Tenaris-Dalmine una unità come quella che si è realizzata nei giorni di sciopero, giovani, anziani insieme, senza alcuna distinzione.
Gli operai erano emozionati, contenti,
orgogliosi. Le assemblee che si sono realizzate ai cancelli ad ogni
turno di sciopero, il più delle volte sono andate oltre le due ore,
per esempio gli operai del 2° turno aspettavano comunque l'arrivo e
lo sciopero degli operai del turno di notte e l'assemblea si
prolungava fino a mezzanotte per discutere tutti insieme.
Gli operai si sentivano forti. Alcuni
uscivano dalla fabbrica con le lacrime agli occhi.
Questa clima di forza ha coinvolto
anche il delegato della Fiom dell'acciaieria, che è riconosciuto
dagli operai, e altri operai attivisti Fiom che hanno capito che la
“bomba” stata per esplodere e hanno aderito allo sciopero e
soprattutto il primo giorno il delegato si è attivato per far uscire
tutti gli operai dal reparto.
Gli operai hanno tenuto duro nonostante
varie pressioni dell'apparato aziendale per frenare lo sciopero
dicendo che non era legale, ecc. ecc. Si sono visti dirigenti che al
massimo arrivano quando c'è un morto...
L'azienda il primo giorno ha cercato di
sminuire lo sciopero, dicendo che era una iniziativa solo
dimostrativa...; poi il secondo giorno, rendendosi conto che facevamo
sul serio, ha cercato di usare l'argomento “sicurezza” degli
impianti – una cosa ridicola, visto che quando si lavora la Tenaris
non pensa mai alla nostra sicurezza.
La direzione, per far fallire lo
sciopero, ha anche bloccato i mezzi con cui normalmente gli operai
dai reparti raggiungono l'uscita; ma questo non ha impedito nulla.
Gli operai sono arrivati a piedi!
Anche Venerdì 20 lo sciopero è
riuscito al completo in tutti e tre i turni.
C'è stata anche una forte e anche
questa nuova componente di solidarietà, visto che il piano
dell'azienda di fatto colpisce soprattutto gli apprendisti, ma anche
gli operai che potrebbero sentirsi non toccati sono scesi in
sciopero.
In un primo tempo l'idea nostra dello
Slai cobas sc e Flmu/Cub era di sospendere lo sciopero il sabato e
domenica (per non rischiare una partecipazione bassa) e riprenderlo
lunedì 23 cercando di coinvolgere altri reparti. Ma venerdì gli
operai, carichi ed entusiasti, hanno deciso di continuare lo sciopero
anche sabato e domenica, dicendo anche che “in questo modo facciamo
vedere che noi non fermiamo la lotta solo per avere la
maggiorazione”.
Alla fine, però, questa decisione si è
rivelata debole e più giusta la valutazione iniziale che teneva più
in conto sia la condizione generale degli operai e sia soprattutto la
controazione dell'azienda.
Infatti, sabato il 1° turno non ha
scioperato e del 2°, vedendo come era andata al mattino, hanno
scioperato solo gruppi di operai.
Qui, oltre all'azione dell'azienda, che
da un lato ha usato discorsi sempre più minacciosi e dall'altro ha
cercato di dividere parlando anche singolarmente con alcuni operai,
ha pesato l'azione della segreteria Fiom che ha attaccato il delegato
dell'acciaieria, il quale ha cominciato a fare altri discorsi: io non
sono un codardo ma rischiamo i licenziamenti...
Sabato, comunque gli operai che hanno
scioperato sono rimasti, come negli altri due giorni ai cancelli e si
è fatta una buona discussione in cui vi è stata anche una iniziale
riflessione sulla inesperienza degli operai a cui è necessario
rispondere con una maggiore organizzazione. Avanza una presa di
coscienza delle varie dinamiche che emergono in un vero sciopero e
sul come attrezzarsi
Questo ha fatto sì che sabato non è
stato visto dagli operai come una sconfitta ma nel modo giusto, che
si impara a fare la lotta facendola.
Si è quindi deciso di fare una
riunione – martedì 31 marzo - nella sede dello Slai cobas per il
sindacato di classe per fare un bilancio, per consolidare
organizzativamente un nucleo solido di operai.
Tra gli operai, soprattutto i giovani e
i nuovi, emerge la necessità di rompere con i sindacati confederali
e dare peso allo Slai cobas per il sindacato di classe.
Sull'accordo tra azienda e sindacati
confederali-Rsu. Dopo lo sciopero dal basso, i sindacati confederali
e l'azienda il lunedì hanno fatto in tutta fretta un accordo, e
martedì 24 ci sono state le assemblee sull'accordo
Magli operai, che avevano
massicciamente scioperato, in particolare nell'assemblea del 2°
turno, quella più partecipata, hanno sommerso i segretari sindacali
confederali, e in particolare la Fiom (perchè le altre durante lo
sciopero si sono tenute in ombra) di forti critiche e di pesanti
contestazioni all'accordo, dicevano che questi sindacati non li
rappresentano più.
Tanti operai durante l'assemblea hanno
buttato la tessera sul tavolo delle segreterie sindacali.
Volevano subito votare per annullare
l'accordo, ma i sindacati lo hanno impedito, rinviando la votazione a
dopo il 18 aprile.
Dal 25 marzo tutti gli operai
dell'acciaieria sono a casa e rientreranno il 18 aprile.
L'accordo non va affatto bene perchè
noi vogliamo che si parli del piano aziendale globale che riguarda
tutti i reparti e non solo l'acciaieria come invece sta facendo
l'azienda, perchè di fatto l'acciaieria si porta dietro gli altri
reparti, e nel prossimo futuro anche questi reparti potrebbero essere
toccati dal piano di tagli. Inoltre l'accordo prevede una riduzione
dei turni da 18 a 15 settimanali, questo inevitabilmente comporterà
spostamenti di operai in altre aree dello stabilimento e addirittura
in altre fabbriche e/o servizi; resta l'uso dei contratti di
solidarietà. Le conseguenze più negative le potranno subire ancora
gli apprendisti, che sono tanti, 160, e che dopo 1 o 2 mesi vengono
messi come gli operai nella produzione ma verso cui l'azienda attua
un piano di eliminazione, con una valutazione unilaterale su chi
confermare e chi no; ora sono stati posti in altra azienda, con un
piano di riprenderne pochi alla Tenaris con il contratto a tutele
decrescenti del Jobs act. L'accordo infine permette all'azienda di
far lavorare di sabato e di domenica senza riposo supplementare né
adeguato aumento salariale, questo oltre ad una perdita economica
aumenterà sicuramente il rischio sicurezza.
Ma dal passaggio dello sciopero e della
forte contestazione all'accordo non si deve tornare indietro, si è
formata una frattura irreversibile con i sindacati confederali che
ora bisogna consolidare”
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