A fine febbraio è stato reso pubblico l'appello che Ocalan, presidente del PKK
ha lanciato ai militanti: “Chiedo al Pkk di
tenere un congresso straordinario in primavera per prendere una
decisione strategica e storica verso il disarmo”. Il conflitto che
dura da trent'anni potrebbe avviarsi “verso una pagina definitiva,
il primo obietivo è perciò quello di arrivare ad una soluzione
democratica”...
A novembre 2014, Ocalan ha
parlato della possibilità di un accordo tra Ankara e Pkk
raggiungibile entro 4/5 mesi (mentre il governo turco faceva passare
armi e forze dell'Isis che cercavano di prendere Kobane e uccidevano
i combattenti curdi, Ocalan parlava di accordo con il governo
turco)...
Dal marzo del 2013, a
seguito della ripresa di trattative segrete tra i rappresentanti di
Ankara e il leader prigioniero, Ocalan ha dichiarato un cessate il
fuoco che ha portato alla parziale smobilitazione di alcuni reparti
di guerriglia.
I curdi hanno rispettato i
patti ma non hanno ottenuto risultati neanche su obiettivi minimi,
primi passi verso l'autonomia amministrativa a cui aspirano.Le
popolazioni curde hanno perciò alzato la voce contro Ankara a
settembre 2013. All'inizio di ottobre, violente rivolte sono
scoppiate in Turchia e hanno provocato 30 morti. La tensione tra il
governo islamista-conservatore di Erdogan e la resistenza curda è
andata aumentandonper la posizione della Turchia nella vicenda
siriana e dopo l'attacco del Califfato. I guerriglieri del Pkk sono
andati in soccorso dei curdisiriani assediati nella città frontiera
di kobane. Hanno denunciato la complicità di Ankara nei confronti
dell'islamismo radicale e l'assenza di corridoi umanitari per i
curdi. Non hanno però mai chiuso la porta alla trattativa e ora che
Kobane è di nuovo sotto controllo curdo, il piano di pace sembra
riavviato...
il modello di autonomia
regionale del Rojava, che non vuole mettere in discussione l'autorità
centrale ma fa comunque paura ad Ankara...
I punti che Ocalan ha
messo sul tavolo della trattativa: 10 articoli che riguardano la
discussione sul contenuto delle politiche democratiche, le garanzie
legali per la cittadinanza e in particolare “per le donne, la
cultura, l'ecologia”, e soprattutto una nuova costituzione che
trasformi in legge tutti i passaggi" (da Il Manifesto del 1.3.15).
Questo disarmo/accordo di pace col regime turco, la cui preparazione dura da tempo e di fatto non si è interrotta neanche quando il governo fascista di Erdogan lasciava passare l'Isis a Kobane e uccideva curdi e turchi che manifestavano contro, è frutto dell'impostazione socialdemocratica di Ocalan, colorata di teorie anarchiche, femministe, ecologiste, ma di fatto illusorie, impotenti verso i governi della zona. turchi in primis, e l'imperialismo, e, come ora si dimostra in maniera chiara, perdente per il popolo curdo e la sua lotta.
Ancora una volta emerge chiaro che, al di là del modo "affascinante" in cui anche in Italia, sono diffuse le "nuove" teorie di Ocalan, si tratta sempre della vecchie teorie e politiche opportuniste, di svendita della lotta armata rivoluzionaria, delle eroici martiri, soprattutto donne, caduti nella battaglia di Kobane.
Emerge chiaro che la via della guerra popolare, diretta da una teoria, politica, ideologia marxista leninista maoista, è l'unica che permette ai popoli di vincere realmente.
TUTTO QUESTO, CHIARAMENTE, NON RIDUCE IL, ANCORA PIU' NECESSARIO, SOSTEGNO AI COMBATTENTI E ALLE COMBATTENTI KURDE E ALLA LORO ESPERIENZA DI ROJAVA.
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