MASSIMO NUMA, DI QUALUNQUE COSA SI OCCUPI, SI DIMOSTRA SEMPRE PIU' UNO SCRIBACCHINO INCAPACE
Pagina
quindici dell'edizione di venerdì quattordici novembre del quotidiano
La Stampa riporta un lungo articolo, del pennivendolo Massimo Numa, dal
titolo "Tutti gli uomini di Elena Ceste. Ecco la rete al centro
dell'inchiesta"; il catenaccio, inoltre, precisa: "Asti, spuntano due
nuove amicizie nella doppia vita della donna trovata morta".
La
storia penso sia sufficientemente nota: la donna, trentasette anni e
madre di quattro figli, è scomparsa da Motta di Costigliole d'Asti nel
gennaio scorso, per poi essere ritrovata cadavere a poche centinaia di
metri da casa, sul bordo di un canale nelle campagne di Isola d'Asti.
In
questi mesi i giornalisti hanno fatto il loro mestiere, scavando nel
passato della donna per cercare una motivazione: prima
dell'allontanamento, poi del tragico epilogo.
Fin qui nulla da dire,
anzi; l'inchiesta è il sale di un mestiere difficilissimo qual è quello
del cronista: il problema è che spesso questo viene esercitato da gente
assolutamente non in grado di farlo.
Il Numa è balzato agli onori
delle cronache per i suoi resoconti degli avvenimenti in val di Susa
legati alla costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità: sempre
e solo riproposizione delle veline fornitegli dalla Questura di Torino.
Anche
in questo caso lo scribacchino si dimostra per quello che è: tutto,
fuorché un operatore dell'informazione serio e coscienzioso; prova ne è
che - secondo lui - due amicizie maschili sono l'evidenza che la Ceste
avesse una doppia vita.
Chi scrive trova assolutamente ridicola una
tesi di cotal guisa; si può essere felicemente sposati, senza per questo
dover rinunciare alle proprie amicizie: chi afferma il contrario o è
una persona poco intelligente o è in malafede.
Bosio (Al), 18 novembre 2014
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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