mercoledì 19 novembre 2014

pc 19 novembre - GLI OPERAI: DA MERCE A BECCHINO DEL SISTEMA DEL CAPITALE - LA FORMAZIONE OPERAIA FATTA FINORA...

Uno striscione alla manifestazione del 25 ottobre a Roma
Diciamo ai lavoratori di Fiano che nel sistema del capitale la forza-lavoro, gli operai, sono effettivamente considerati solo una merce, anche se "speciale" perchè produce plusvalore per il capitale, e che il lavoro è considerato solo fonte di profitto per i padroni e non un diritto e una ricchezza sociale. 

Questo gli operai lo devono comprendere per attrezzarsi a rovesciare il capitalismo e tutto il suo sistema economico, politico, Stato, governi al suo servizio, e per non essere più "merce".
Attrezzarsi anche teoricamente...

Questo è stato lo scopo, e continuerà ad essere l'obiettivo del prossimo corso di "formazione operaia".

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Cosa abbiamo fatto finora. Abbiamo riportato una sintesi dell'importante testo di Marx "Lavoro salariato e capitale", e utilizzato un testo che riporta stralci di scritti di Marx sulla crisi.

Con "lavoro salariato e capitale" abbiamo visto che il cuore del sistema sociale in cui viviamo è nel rapporto lavoro salariato e capitale; che questo rapporto se è la vera fonte delle rovinose condizioni di esistenza della classe operaia, di tutti i lavoratori e della maggioranze della popolazione, costituisce nello stesso tempo per i capitalisti la causa della loro rovinosa fine, ma che questa fine non può avvenire spontaneamente ma solo per opera dei "becchini" del capitale, gli operai. 

Marx spiega in maniera chiarissima e sintetica su cosa si base lo sfruttamento dell’operaio e perchè esso è la fonte del profitto capitalista. 
Abbiamo visto che l'operaio non vende al capitale il lavoro, ma la sua forza-lavoro che per il capitalista è al pari di una merce, ma particolare, perchè produce valore, lavoro gratis per il capitale. Il capitalista non paga all'operaio il prezzo del suo lavoro e del prodotto del suo lavoro, ma un salario che corrisponde al prezzo della forza-lavoro, determinato, come qualsiasi merce, dai costi della sua produzione, vale a dire dal tempo di produzione di quei beni che all'operaio servono per andare il giorno dopo a lavorare, a rifarsi sfruttare.
Più i padroni fanno profitti e più si impoverisce l'operaio.

Ma nello stesso tempo, Marx ed Engels spiegano come proprio dal conflitto: produzione di enormi ricchezze nelle mani di pochi borghesi e impoverimento degli operai e della maggioranza della popolazione nasce la possibilità, necessità di un “nuovo ordine sociale”.


In "Marx e la crisi", abbiamo visto cos'è la crisi, che sono le stesse leggi del capitale che provocano le crisi, perchè nelle crisi c'è chi ci perde e chi ci guadagna... Perchè l'unica vera risposta alla crisi non è trovare "soluzioni" per superarle, ma rovesciare il sistema capitalistico che le produce...
Abbiamo visto come il capitale mette in opera una serie di fattori di controtendenza che impediscono che la diminuzione del profitto si trasformi in un suo definitivo crollo. Le conseguenze di questi interventi, se salvano i capitalisti più forti, significano peggioramento per gli operai, attraverso principalmente l'aumento del grado di sfruttamento del lavoro (prolungando l'orario di lavoro e/o intensificando il lavoro) la diminuzione del salario e i licenziamenti


Abbiamo visto come i governi, lo Stato, le banche, mentre peggiorano le condizioni dei lavoratori e delle masse popolari, danno continue "stampelle" ai padroni per rispondere alla (loro) crisi. 
Come aumenta il peso del capitale finanziario rispetto al capitale industriale; e che la finanziarizzazione non è la "malattia", ma il sintomo della malattia (la crisi del capitale) e al tempo stesso la droga che permette di non avvertirla e momentaneamente superarla... Ma inevitabilmente tutto questo porta ad una crisi ancora peggiore e più vasta.

Ma che come spiega Marx nelle conclusioni, è compito proprio dei "produttori della ricchezza sociale" - gli operai - perseguire l'unica vera "soluzione" alla crisi: superare il sistema capitalistico.

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