Uno striscione alla manifestazione del 25 ottobre a Roma |
Questo gli operai lo devono comprendere per attrezzarsi a rovesciare il capitalismo e tutto il suo sistema economico, politico, Stato, governi al suo servizio, e per non essere più "merce".
Attrezzarsi anche teoricamente...
Questo è stato lo scopo, e continuerà ad essere l'obiettivo del prossimo corso di "formazione operaia".
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Cosa abbiamo fatto finora. Abbiamo riportato una sintesi dell'importante testo di Marx "Lavoro salariato e capitale", e utilizzato un testo che riporta stralci di scritti di Marx sulla crisi.Con "lavoro salariato e capitale" abbiamo visto che il cuore del sistema sociale in cui viviamo è nel rapporto lavoro salariato e capitale; che questo rapporto se è la vera fonte delle rovinose condizioni di esistenza della classe operaia, di tutti i lavoratori e della maggioranze della popolazione, costituisce nello stesso tempo per i capitalisti la causa della loro rovinosa fine, ma che questa fine non può avvenire spontaneamente ma solo per opera dei "becchini" del capitale, gli operai.
Marx spiega in maniera chiarissima e sintetica su cosa si base lo sfruttamento dell’operaio e perchè esso è la fonte del profitto capitalista.
Abbiamo visto che l'operaio non vende al capitale il
lavoro, ma la sua forza-lavoro che per il capitalista è al pari di
una merce, ma particolare, perchè produce valore, lavoro gratis per
il capitale. Il capitalista non paga all'operaio il prezzo del suo
lavoro e del prodotto del suo lavoro, ma un salario che corrisponde
al prezzo della forza-lavoro, determinato, come qualsiasi merce, dai
costi della sua produzione, vale a dire dal tempo di produzione di
quei beni che all'operaio servono per andare il giorno dopo a
lavorare, a rifarsi sfruttare.
Più i padroni fanno profitti e più si impoverisce l'operaio.
Ma nello stesso tempo, Marx ed Engels spiegano come proprio dal conflitto: produzione di enormi ricchezze nelle mani di pochi borghesi e impoverimento degli operai e della maggioranza della popolazione nasce la possibilità, necessità di un “nuovo ordine sociale”.
In "Marx e la crisi", abbiamo visto cos'è la
crisi, che sono le stesse leggi del capitale che provocano le crisi, perchè nelle crisi c'è chi
ci perde e chi ci guadagna... Perchè l'unica vera risposta alla
crisi non è trovare "soluzioni" per superarle, ma
rovesciare il sistema capitalistico che le produce...
Abbiamo visto come il capitale mette in opera una serie di
fattori di controtendenza che impediscono che la diminuzione del
profitto si trasformi in un suo definitivo crollo. Le conseguenze di
questi interventi, se salvano i capitalisti più forti, significano
peggioramento per gli operai, attraverso principalmente l'aumento
del grado di sfruttamento del lavoro (prolungando l'orario di lavoro
e/o intensificando il lavoro) la diminuzione del salario e i
licenziamenti
Abbiamo visto come i governi, lo Stato, le banche, mentre peggiorano le condizioni dei lavoratori e delle masse popolari, danno continue "stampelle" ai padroni per
rispondere alla (loro) crisi.
Come aumenta il peso del capitale finanziario rispetto al
capitale industriale; e che la finanziarizzazione non
è la "malattia", ma il sintomo della malattia (la crisi
del capitale) e al tempo stesso la droga che permette di non
avvertirla e momentaneamente superarla... Ma inevitabilmente tutto
questo porta ad una crisi ancora peggiore e più vasta.
Ma che come spiega Marx nelle conclusioni, è compito proprio dei
"produttori della ricchezza sociale" - gli operai -
perseguire l'unica vera "soluzione" alla crisi: superare
il sistema capitalistico.
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