La
cosa che, secondo i mass media, dovrebbe sconvolgere di più alla
notizia della sentenza sul G8 che condanna alti funzionari della
polizia per le violenze alla Diaz, è che adesso vengono decapitati i
vertici della polizia, vale a dire tutti i personaggi che in questi
11 anni sono stati protetti, salvaguardati, promossi, fino ad essere
divenuti uomini chiave dell'apparato repressivo dello Stato.
Questo
mette a nudo, invece, cosa è stato e cosa è diventato lo Stato in
questi 10 anni, come esso si sia, per così dire, consolidato come
Stato di polizia, di cui Genova è stata chiaramente una sorta di
anteprima concentrata. La sentenza quindi è in realtà un atto di
chiarezza contro lo Stato attuale.
Ma
se giustamente contiene la sospensione dalla cariche e quindi la
rimozione di questi funzionari, si tratta di un atto che anche se
attuato è molto lontano dal rendere giustizia, dal colpire
seriamente questi criminali di Stato, autori di crimini orrendi e
vili, un chiaro manifesto personale di quanto putrido sia questo
Stato e il suo apparato repressivo.
E
nelle caratteristiche assunte da questo Stato di polizia ci sta
l'infinita serie di crimini quotidiani, di cui i vertici di polizia
ma anche i suoi singoli componenti si sono macchiati e si macchiano
tutti i giorni, che solo mettere in un dossier ci offrirebbero un
quadro ancora parziale di una polizia che sicuramente ha ucciso più
della stessa criminalità organizzata.
Naturalmente
questa sentenza, che pure va difesa e sostenuta a fronte dei processi
anche in corso che pretendono di condannare a centinaia di anni di
carcere manifestanti di Genova, contiene però l'ingiustificata
prescrizione per reati commessi dai 400 poliziotti che effettuarono
la 'macelleria messicana' della Diaz. Ognuno di essi è un vile
massacratore che meriterebbe anni di carcere ed è parte di quel
gigantesco apparato di sbirri che per tre giorni a Genova commise
ogni genere di violenze impunite: le cariche, i pestaggi, le torture
di Bolzaneto e il crimine simbolo di quelle giornate: l'uccisione di
Carlo Giuliani. Come non rilevare che lo sbirro assassino Mario
Placanica non è risultato colpevole di niente e lasciato libero,
anche con le scuse mediatiche – questi che oggi viene rinviato a
giudizio per la violenza
sessuale
ai danni della figlia, una bambina di undici anni, a dimostrazione di
quello che era ed è realmente, una feccia fascista.
Ma
pressoché tutti gli sbirri di Genova sono come Placanica. Per questo
la sentenza di Genova è reale e nello stesso tempo paradossale, cioè
mostra la “giustizia possibile” nella sua forma estrema oggi, che
altro non è che una ingiustizia conclamata. Essa dichiara che i capi
della polizia sono colpevoli ma non riesce a dimostrare le
responsabilità di De Gennaro, “il capo dei capi”, per così
dire, e lascia totalmente in ombra le responsabilità politiche.
Sembra appunto come il film 'Diaz', utile, ma il massimo possibile se
non si vuole mettere in discussione l'elemento di “sistema” che
ha prodotto Genova, il dopo Genova e la storia tuttora in corso
d'opera.
Casualmente
notiamo che proprio nella stessa giornata di ieri, sia pur in un solo
giornale, la Stampa di Torino, un trafiletto annuncia che ci sono
nuove piste per non archiviare l'indagine su 'Piazza Fontana', che ci
sono elementi inediti, testimonianze che possono permettere di
arrivare alla verità, da Tribunale, rispetto a una strage di Stato
la cui verità è ben nota.
Ora,
però, anche su questa sentenza sulla Diaz la partita si riapre, e la
discussione deve riaprirsi. Perchè, poi, noi siamo assolutamente
dell'opinione che quel movimento non sia stato sconfitto dalla
violenza dello Stato ma dai limiti interni che esso aveva, pur avendo
le potenzialità per far pagare un alto costo politico allo Stato e
al sistema sui fatti di Genova. Questa però è un'altra storia.
Ora
è importante sviluppare con più forza di prima la lotta contro lo
Stato di polizia, il moderno fascismo che va da Berlusconi a Monti, e
lottare per l'unica giustizia, che è quella proletaria, ottenibile
con la rivoluzione e il potere proletario.
proletari comunisti -PCm-Italia
7 luglio 2012
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