Lucciole costrette a sesso in
cambio di libertà: carabinieri a giudizio
Nell'ottobre
del 2009 il caso nella tenenza di Pero. I due accusati andranno davanti al
giudice a settembre con rito abbreviato
Pero, 4
luglio 2012- Avrebbero ricattato due prostitute, concedendo loro la libertà
solo dopo una prestazione sessuale. Questa l'accusa a carico di due
carabinieri della tenenza di Pero per i quali il pubblico ministero
Giovanni Polizzi ha ottenuto il decreto di giudizio immediato per violenza
sessuale e concussione. I due militari, però, hanno chiesto di essere
giudicati con rito abbreviato, che in caso di condanna concede lo sconto di
un terzo della pena. Il procedimento sarà celebrato a settembre.
L'inchiesta
era partita dall'indagine a carico di alcuni finanzieri del gruppo Pronto
Impiego per gli stupri di gruppo delle prostitute nel corso dei controlli per
i quali sono già state emesse condanne non ancora passate in giudicato. Nel
corso di questa prima indagine coordinata dal pm Cristiana Roveda era stata
interrogata una prostituta romena, la quale ha raccontato che qualcosa di
simile era accaduta anche a lei e a una sua amica nel corso di una notte
dell'ottobre 2009.
Secondo
quanto riferito dalla donna, erano state avvicinate da due uomini scesi da
un'auto blu, che si erano qualificati come carabinieri. Portate in una
caserma che però non ha saputo indicare, si erano sentite esporre questa
alternativa: o restare lì fino alla mattina successiva con il rischio di
incorrere in una denuncia per qualche tipo
di reato, oppure concedere prestazioni sessuali per poi essere riaccompagnate a casa. Una delle due prostitute era stata quindi condotta in una stanza al piano superiore da uno dei due carabinieri che aveva avuto con lei un rapporto sessuale, mentre il collega aveva fatto lo stesso con l'altra ragazza al piano terra.
di reato, oppure concedere prestazioni sessuali per poi essere riaccompagnate a casa. Una delle due prostitute era stata quindi condotta in una stanza al piano superiore da uno dei due carabinieri che aveva avuto con lei un rapporto sessuale, mentre il collega aveva fatto lo stesso con l'altra ragazza al piano terra.
Il pm
Polizzi è poi riuscito a risalire alla tenenza di Pero e ai due imputati
attraverso lo screening di tutti gli accessi ai computer dei carabinieri.
Le due presunte vittime li hanno poi riconosciuti con un minimo margine di
dubbio. I due accusati, il maresciallo Antonio Coriolano all'epoca
comandante ad interim della tenenza e l'appuntato Massimo Raiconi, sono
poi stati arrestati. Hanno sempre respinto le accuse, ma anche il tribunale
del riesame ha confermato le misure, sottolineando il rischio che le due
prostitute potessero essere indotte a ritrattare, se i due fossero stati
rimessi in libertà. Nelle motivazioni i giudici indicavano come elemento
indiziario anche il fatto che sull'auto del maresciallo lo scorso 23
febbraio era stata trovata un'altra prostituta a lui legata in compagnia di un
pregiudicato.
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