giovedì 5 luglio 2012

pc 6 luglio - L'ENNESIMA CONFERMA: MERDE SIETE E MERDE RESTERETE


Lucciole costrette a sesso in cambio di libertà: carabinieri a giudizio
Nell'ottobre del 2009 il caso nella tenenza di Pero. I due accusati andranno davanti al giudice a settembre con rito abbreviato
Pero, 4 luglio 2012- Avrebbero ricattato due prostitute, concedendo loro la libertà solo dopo una prestazione sessuale. Questa l'accusa a carico di due carabinieri della tenenza di Pero per i quali il pubblico ministero Giovanni Polizzi ha ottenuto il decreto di giudizio immediato per violenza sessuale e concussione. I due militari, però, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, che in caso di condanna concede lo sconto di un terzo della pena. Il procedimento sarà celebrato a settembre.
L'inchiesta era partita dall'indagine a carico di alcuni finanzieri del gruppo Pronto Impiego per gli stupri di gruppo delle prostitute nel corso dei controlli per i quali sono già state emesse condanne non ancora passate in giudicato. Nel corso di questa prima indagine coordinata dal pm Cristiana Roveda era stata interrogata una prostituta romena, la quale ha raccontato che qualcosa di simile era accaduta anche a lei e a una sua amica nel corso di una notte dell'ottobre 2009.
Secondo quanto riferito dalla donna, erano state avvicinate da due uomini scesi da un'auto blu, che si erano qualificati come carabinieri. Portate in una caserma che però non ha saputo indicare, si erano sentite esporre questa alternativa: o restare lì fino alla mattina successiva con il rischio di incorrere in una denuncia per qualche tipo
di reato, oppure concedere prestazioni sessuali per poi essere riaccompagnate a casa. Una delle due prostitute era stata quindi condotta in una stanza al piano superiore da uno dei due carabinieri che aveva avuto con lei un rapporto sessuale, mentre il collega aveva fatto lo stesso con l'altra ragazza al piano terra.
Il pm Polizzi è poi riuscito a risalire alla tenenza di Pero e ai due imputati attraverso lo screening di tutti gli accessi ai computer dei carabinieri. Le due presunte vittime li hanno poi riconosciuti con un minimo margine di dubbio. I due accusati, il maresciallo Antonio Coriolano all'epoca comandante ad interim della tenenza e l'appuntato Massimo Raiconi, sono poi stati arrestati. Hanno sempre respinto le accuse, ma anche il tribunale del riesame ha confermato le misure, sottolineando il rischio che le due prostitute potessero essere indotte a ritrattare, se i due fossero stati rimessi in libertà. Nelle motivazioni i giudici indicavano come elemento indiziario anche il fatto che sull'auto del maresciallo lo scorso 23 febbraio era stata trovata un'altra prostituta a lui legata in compagnia di un pregiudicato.

Nessun commento:

Posta un commento