mercoledì 12 ottobre 2011

pc 12 ottobre - Fincantieri Palermo perde ancora commesse

Che la Fincantieri non abbia un piano industriale di vero rilancio dei vari stabilimenti, da Sestri Levante a Palermo, e che punti invece a ridimensionare e ristrutturare tutta la produzione, si vede anche dalle "piccole cose" come la perdita degli appalti, impensabile per un colosso di questo tipo (e che infatti prima non succedeva).

"Fincantieri, perso un appalto - I sindacati sul piede di guerra" titola il giornale di Sicilia di oggi.

Naturalmente sul piede di guerra si fa per dire, dato che sono gli operai che prendono immancabilmente l'iniziativa e poi i sindacati si accodano…

"Ancora una nave persa da Fincantieri. Una nave della marina militare americana, la "Mount Whitney" (18 mila tonnellate e 195 metri di lunghezza), che il gruppo di Trieste aveva destinato al cantiere palermitano, se avesse vinto l'appalto, per i lavori di riparazione e trasformazione. Otto-nove mesi di lavoro, circa sei milioni e mezzo di dollari, che si sono infranti in una gara persa dal gruppo navale italiano, leader mondiale, e vinta lo scorso sette da cantiere croato "Viktor Lenac" a Martinscica, lo stesso che, poco tempo fa, ha acquisito anche la posatubi della Micoperi, anch'essa sfuggita a Fincantieri. O come la Costa Romantica persa in casa, a Genova, e acquisita dal cantiere privato Mariotti, che ha scatenato la lunga protesta degli operai.

"Così come vinciamo, possiamo anche perdere qualche gara – si giustificano da Trieste -, e comunque abbiamo subito portato altro lavoro al Cantiere di Palermo: la nave "Saga" e l'"Alba Marina". [Pochi mesi di lavoro per qualche centinaio di operai!]. Poi c'è anche da tenere conto dello spazio. In funzione c'è soltanto il bacino di carenaggio da 400mila tonnellate che occuperemo fino a marzo 2012".

[…]

Rispetto allo scorso anno, nel 2011 il Cantiere ha perso 800mila ore di lavoro. Ne sa qualcosa l'indotto, duemila lavoratori, che ieri ha protestato in via Trinacria davanti l'assessorato regionale al Lavoro. "La mancanza di spazio per le lavorazioni è facilmente superabile posizionando le navi in banchina – afferma Francesco Piastra -, e l'azienda lo sa. La nave americana poteva essere l'occasione per dimezzare la cassa integrazione. Ma è pur vero che la questione dei bacini va risolta. Stiamo ancora aspettando la pubblicazione dei bandi per i lavori di ristrutturazione dei bacini 52 e 19 mila, che dovevano essere pronti a settembre". Dalla Regione però assicurano: "ancora pochi giorni e bandi saranno pubblicati".

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