martedì 11 ottobre 2011

pc 11 ottobre - arrestati altri 14 immigrati a bari per la rivolta di agosto


riprende e si estende la repressione giudiziaria e razzista della procura
di bari
denuncia e mobilitazione ovunque è possibile
andremo a una manifestazione a bari al più presto

proletari comunisti taranto
347-1102638

Rivolta al Cara del primo agosto
arrestati altri quattordici immigrati

Nelle scorse settimane sono finite in manette 31 persone per gli scontri e
il blocco della statale 16 e del traffico ferroviario
Altri 14 arresti - dopo i 31 già ordinati nelle scorse settimane - sono
stati fatti dalla polizia per la rivolta del primo agosto scorso, provocata
da alcuni ospiti del Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di
Bari-Palese. Gli immigrati in quell'occasione bloccarono la statale 16 e il
traffico ferroviario. La rivolta fu determinata dai ritardi
nell'espletamento delle pratiche per i richiedenti asilo, e soprattutto, nei
respingimenti già attuati di molte delle domande fatte. Le ordinanze di
custodia cautelare notificate da agenti della Digos su disposizione della
magistratura barese e sono destinate tutte a giovani nordafricani
identificati grazie a video, foto e testimonianze.

Tre degli indagati, uno dei quali latitante, sono considerati dagli
investigatori gli organizzatori della rivolta: sono accusati di istigazione
a delinquere finalizzata alla rivolta e minacce agli ospiti del Cara. I
reati contestati, a vario titolo, agli altri 42 indagati, sono violenza e
resistenza a pubblico ufficiale aggravate dal numero di persone e dall'uso
di armi improprie (spranghe di ferro e sassi), minacce, interruzione di
pubblico servizio, danneggiamento seguito da incendio, violenza privata,
lesioni personali aggravate, danneggiamento di auto e mezzi pubblici, furto
e blocco ferroviario.

(11 ottobre 2011) ©

l'articolo del 2 AGOSTO



LA RIVOLTA DEL CARA dal blog proletaricomunisti.blogspot.com
2 agosto

Dopo mesi di attesa, dopo numerose manifestazioni, gli immigrati richiedenti asilo rinchiusi nel Cara di Bari hanno dato vita ad una grande rivolta che ha paralizzato strada, ferrovia, resistito e messo in scacco la polizia, imposto una trattativa.
Il Cara di Bari è una struttura che può contenere 900 persone ma da mesi stanno 1400; nel Cara vi si dovrebbe stare 35 giorni e invece ci si sta da mesi; agli immigrati è stata fatta ripetutamente la promessa che la loro richiesta sarebbe stata accolta, che la risposta vi sarebbe stata a breve. Invece da mesi non c'è né accoglienza né risposte.
Il governo razzista Berlusconi-Bossi-Maroni come ha allungato i tempi di permanenza nei CIE a 18 mesi, così ha allungato i periodi di valutazioni delle Commissioni; Commissioni peraltro insufficienti che in molti casi sembrano essere più strutture di boicottaggio con mille pretesti dei permessi di asilo che di concessione degli asilo.
Dietro il problema dei tempi c'è il razzismo di Stato, la politica dei respingimenti e delle espulsioni; di fatto i CIE sono lager e i Cara sono nuovi Cie; il diritto d'asilo è violato. Governo, Stato, polizia, con la complicità dell'Alto Commissariato per i rifugiati negano i diritti a quella parte dei “dannati della terra” che riempiono queste strutture.
La rivolta di Bari ha messo a nudo tutto questo, ha mostrato la forza, il coraggio, la dignità degli immigrati e lanciato un appello, un segnale agli immigrati di tutto il paese, prontamente raccolto a Isola di Capo Rizzuto, ha dato forza e visibilità alle numerose e sorde battaglie che si sono combattute in questi ultimi mesi, da Mineo a Torino.

Per questo la rivolta va difesa e sostenuta dai proletari e da tutto il movimento antirazzista.
Per questo bisogna fronteggiare la repressione e la rappresaglia, vera risposta del governo
Per questo bisogna contrastare la furiosa, oscena, incivile campagna razzista di organi di stampa che vogliono strumentalizzare i disagi della rivolta per scatenare la canea anti immigrati, la xenofobia di massa che in città come Bari hanno una presenza storica, materiale nella cultura di destra e in una opinione pubblica, oltre che istituzionale, che ha sempre chiuso gli occhi sullo schiavismo nelle campagne pugliese, altra faccia della detenzione e delle espulsioni.

Entrando nel merito, gli immigrati hanno dimostrato grande capacità organizzativa e, nel muoversi uniti e in sintonia, per opporre una dura resistenza alle forze repressive già protagoniste, in questa regione e anche verso gli immigrati, di pestaggi e vili aggressioni, nei Cara, nei Cie ed altrove.
L'unità, nonostante le diversità di nazionalità mostra che la realtà di vita e di classe degli immigrati si impone e crea quell'embrione di coscienza di classe che si forgia nell'interesse comune e nella lotta.
La verità della rivolta è raccontata da Kwame, un giovane Ghanese: “Volevamo farci vedere, volevamo parlare con qualche italiano. Nel campo i giornalisti non entrano più. La polizia ci ha detto di lasciare i binari altrimenti non saremmo più rientrati nel campo. Ci siamo avvicinati e chiesto di parlare e loro hanno cominciato a sparare lacrimogeni” di tipo CS irritanti, utilizzati contro i No Tav alcuni giorni fa, considerati dal centro studi per la pace come armi chimiche, quindi pericolose, capaci di creare lesioni anatomico funzionali e vietati dalle convenzioni internazionali. “A quel punto abbiamo cominciato a lanciare sassi”.

Sempre Kwame racconta: “nessuno si è tirato indietro, perchè questa situazione colpisce tutti. Sai quanti riescono ad ottenere il permesso di soggiorno? il 5%. Ma tutti noi siamo scappati dalle guerre, dalle persecuzioni”.
Sanno i cittadini che “qui dentro sembra di morire, non fai niente dalla mattina alla sera tranne giocare a pallone sul cemento. Le medicine? Sono sempre le stesse. Se ti fa male la pancia oppure la testa le “tavolette” che ti danno da masticare sono uguali. E – stringendo un lembo della maglietta – sai dove l'ho presa questa? Nei cassonetti dell'immondizia. Ci danno il dentifricio, il sapone, lo spazzolino dopo due mesi. Diventiamo matti a non fare niente e a mangiare sempre pasta che non piace alla maggior parte di noi. Li ho contati, 26/27 rigatoni a pasto e la domenica pezzetti di pollo”.
Un altro immigrato, Moamed: “fosse per me nel Cara non rientrerei, sono stato nelle galere di Gheddafi in Libia, lì si viveva meglio. Siamo pronti a protestare per tre giorni di seguito, anche senza acqua e cibo”.
Questi racconti sarebbero identici da parte di ciascuno degli immigrati del Cara, ciascuno di essi aggiungerebbe un particolare ancora più indegno, sia che stai nei lager dei Cie, sia nei finti centri per i richiedenti asilo, o nelle tendopoli “temporanee”, come a Manduria che sarebbero di prima assistenza dopo gli inenarrabili viaggi verso Lampedusa nel mare dei morti che è diventato il mediterraneo.
Chi ha ordinato di caricare gli immigrati, dopo averli vessati sa che lo ha fatto lo stesso giorno in cui ne sono morti come topi nel mare ancora altri 25.
Questa rivolta ha ora una sola soluzione che è quella imposta dalla rivolta degli immigrati tunisini di Manduria, a cui abbiamo in piccola parte contribuito e di cui siamo orgogliosi, che ha imposto il permesso di soggiorno temporaneo per tutti


RIVOLTA DEL CARA BARI: DIVIDERE PER MEGLIO REPRIMERE
4 agosto


Sono cominciati gli interrogatori, ma la novità è la divisione degli immigrati tra il carcere di Trani, dove sono rinchiusi 15 e quello di Bari, 13. Questa divisione rispecchia più o meno esattamente la nuova manovra repressiva che gli immigrati devono fronteggiare, quella della divisione tra presunti organizzatori e altri immigrati che sarebbero stati costretti con la forza a partecipare alla rivolta. Gli “organizzatori” sarebbero quelli del Mali, Costa d'Avorio e Ghana, i “costretti”, indiani, pachistani, del Bangladesh.
Si tratta di una linea da respingere risolutamente, anche legalmente,

L'obiettivo su cui lavora la Magistratura è sempre quello: l'esistenza di un piano di rivolta programmato scientificamente per un processo di rappresaglia esemplare, a cui seguirebbe l'espulsione di centinaia di immigrati.
Gli immigrati hanno già spiegato con la pratica della loro rivolta, con testimonianze rese ai giornali di come la rivolta sia stata voluta da tutti, di come la resistenza, la divisione dei compiti in essa, sia nata sul campo a fronte dei lacrimogeni e dell'aggressione poliziesca.
La realtà comunque è che si vuole nascondere la prima verità: sono gli immigrati parte lesa, lo Stato, le istituzioni operanti in questo campo, i colpevoli di inosservanza del diritto all'asilo, al rapido esame delle loro domande (35 giorni), a fronte di masse di immigrati che hanno rischiato la Gli immigrati arrestati devono essere liberati!
Questo processo non sa da fare e se si terrà deve essere un processo ai veri responsabili della rivolta, lo Stato, il governo, il Ministero degli Interni,

L'attesa degli immigrati di Bari, rinchiusi e assediati nel Cara protagonisti della ribellione del 1° agosto, del vertice di mercoledì pomeriggio presieduto da Mantovano, ha avuto come risultato, come purtroppo era facile attendersi, un non accoglimento delle reali richieste collettive degli immigrati e anche di una onorevole mediazione rispetto ad esse, come suggerita dall'Ass. Fratoianni che domanda una soluzione d'emergenza nelle forme del permesso temporaneo (tipo Manduria) o della 'protezione umanitaria', unica corrispondente all'effettivo stato delle cose degli immigrati rinchiusi nel Cara di Bari come negli altri centri simili, Mineo, Crotone, ecc.
Il vertice ha promesso solo un'accelerazione dell'esame delle pratiche individuali, con l'insediamento di una Commissione aggiuntiva e una maggiore attenzione al criterio geografico del paese di provenienza, con la disponibilità di riconoscere la natura di profugo agli immigrati pur delle più diverse nazionalità presenti in Libia per motivi di lavoro.
Promesse che vanno peraltro tutte verificate alla luce dei fatti e alla luce delle dichiarazioni ostili, o burocratico-dilatorie che vengono dagli stessi soggetti componenti queste Commissioni.
Infine vi è una sorta di riconoscimento di fatto delle condizioni di “detenzione” degli immigrati, dato che il vertice crea una nuova struttura organizzativa e uno sportello che si deve occupare di pulizia, cibo, mobilità, ascolto
Ma le ragioni vere e collettive della rivolta vengono eluse e in un certo senso questo stesso vertice conferma che gli immigrati hanno fatto bene a ribellarsi e che la loro lotta deve continuare ed essere sostenuta.

Dove invece il vertice, ma non solo il vertice, ha agito subito in forme emergenziali, tempestive è nella repressione/rappresaglia della rivolta.
Ai 28 immigrati arrestati, di cui si è chiesta la conferma dell'arresto, si aggiungono almeno altri 10 sicuramente denunciati e un'inchiesta che punta ad allargare sempre di più il raggio dei migranti da incarcerare e perseguire.
Un ruolo di punta viene assunto dai luridi personaggi della Digos di Bari, autonomamente o guidate dal Ministero degli Interni, che hanno costruito un dossier del 1° agosto fondato su menzogne, montature:
“L'obiettivo dei migranti in rivolta era uccidere. Lo dimostrerebbe la violenza cieca ed efferata. I migranti hanno raccolto e lanciato con vere e proprie fionde artigianali grossi massi e soprattutto hanno scagliato i sassi puntando alla testa di agenti e militari in servizio. Solo per un puro caso non c'è stato il morto, ma l'obiettivo era proprio quello. I migranti hanno colpito con ferocia sia poliziotti sia civili. E' stata un'azione di guerriglia militare pensata in ogni dettaglio, dietro c'era una strategia ben precisa: colpire.”.
Un rapporto caricato allo scopo di inserire nelle accuse il 'tentato omicidio' che si va ad aggiungere alle otto accuse già formulate verso i 28 immigrati in carcere: “resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie, come pietre e spranghe di ferro, minacce e interruzione di pubblico servizio per il blocco stradale della statale 16, danneggiamento seguito da incendio di cassonetti e sterpaglie, danneggiamento aggravato di beni della Pubblica amministrazione, tra cui 10 automobili della Polizia e un pulmann dell'Amtab, violenza privata nei confronti degli automobilisti bloccati e delle donne sequestrate nell'autobus, lesioni personali aggravate verso gli agenti e i militari, furto e blocco ferroviario”.
Se questo rapporto rende ragione alla forza della rivolta, alle capacità di resistenza, organizzazione messe in campo dagli immigrati, è chiaramente, però, fondato su una caricatura criminalizzante che scambia gli aggressori per le vittime. Chi ha tentato l'omicidio sono stati gli sbirri che hanno utilizzato i gas illegali, tossici, cancerogeni CS, come in Val Susa. Sono state le forze repressive che hanno cercato nel corso della rivolta di trasformare ogni rivoltoso in un criminale da incarcerare; così come ieri hanno trasformato la giornata in una sorta di assedio militare per impedire che gli immigrati potessero uscire dal Cara e presidiare la Prefettura nel corso del vertice, come era loro diritto. Così come è un diritto totalmente da sostenere e tutelare quello di rispondere ai risultati del vertice e poter proseguire in tutte le forme necessarie la loro lotta affinchè i veri obiettivi della rivolta siano raggiunti.

Ma la Magistratura sta cercando anche di andare oltre, utilizzando questi rapporti mirati, cercando di trasformare la repressione verso gli immigrati ribelli in operazione repressiva generale, in giro di vite, anche a carattere preventivo verso tutte le lotte degli immigrati ribelli degli altri luoghi di detenzione (tendopoli, Cara, Cie) e verso tutte le forze che coerentemente sostengono e contribuiscono alla loro lotta.La Magistratura intenderebbe fare un'indagine generale contro una strategia della violenza che vede i migranti dei vari centri in contatto e in rete, usando il risibile argomento inquisitorio che vi sarebbe una contestualità delle rivolte nei centri di Mineo, Bari e Crotone, per le “modalità con cui si sono svolte, il blocco delle sede statali, Sicilia, Puglia e Calabria, ecc. ecc.”.
A parte che questo è naturale data l'esistenza della stessa drammatica situazione negli centri, è giusto e necessario che si crei una rete di lotta interna ed esterna in questi centri per farne una lotta nazionale efficace al raggiungimento degli obiettivi.
Gli immigrati incarcerati devono essere liberati. Occorre costruire una difesa legale efficace collettiva, facendo appello anche a legali nazionali per smontare accuse e montature e salvaguardare i diritti degli immigrati arrestati e repressi, la loro pari condizione nell'accoglimento del diritto d'asilo, contro l'ignobile affermazione che chi si è ribellato ed è stato arrestato perde per questo il diritto di asilo per cui ha lottato.
Bisogna rompere l'assedio del Cara, costruendo non appena ci sono le condizioni forme di pressione/presidio, difendendo rigorosamente il diritto degli immigrati ad uscire liberamente e delle strutture associative (organizzazioni sindacale, associazioni antirazziste, ecc.) ad entrarvi.


9 agosto
arrestati Mohamed Osman del Mali e idris Mohamed di origine libica, ricercato un altro giovane immigrato maliano !
Accusati di essere i capi della rivolta e che essa è un piano organizzato.

La procura di bari ha agito - come braccio operativo della DIGOS - come un carroarmato nello sforzo di soffocare la rivolta e realizzare una rappresaglia contro i ribelli del Cara . In poco più di tre giorni passa dall'arresto di 28 immigrati, con arresto convalidato e divisione nel carcere di Bari e di Trani, dalla denuncia in corso di altre decine di immigrati, ora quindi a rischio espulsione,
alla cosiddetta individuazione dei "capi della rivolta, frutto di un piano organizzato".
Così la Digos ricostruisce la 'fantastica' rivolta:
"la notte prima della guerriglia urbana, lungo la ferrovia che costeggia il Cara e la statale 16 furono posizionate strategicamente borse e cartelle cariche di pietre' questo testimonierebbe che 'l'insurrezione del 1° agosto di circa 200 immigrati fu pianificata nei minimi dettagli' da chi da Mohamed e idris e un altro giovane non ritrovato nel Cara'
Sono stati loro secondo la Procura, passacarte della DIGOS che
'avrebbero fomentato gli altri immigrati che si preparavano a una manifestazione pacifica e costretto con la forza e le minacce, a partecipare alla sommossa altri gruppi di asiatici. I tre uomini fermati sono accusati quindi di 'istigazione a delinquere finalizzata alla rivolta e alle minacce'.
Chiunque vede le immagini e sa qualcosa degli immigrati rinchiusi nel Cara, sa bene che le cose non potrebbero mai essere andate così.. che gli immigrati abbiano cercato di organizzare la loro protesta è stato giusto e necessario, che vi siano immigrati d'avanguardia altrettanto normale e necessario, ma che si potessero costringere 300 immigrati a ribellarsi, e dato le differenti nazionalità a lottare insieme, fa parte solo del pensiero demenziale degli sbirri della DIGOS e che in questo caso sedicenti' magistrati fanno proprie'. se fosse stato così il tutto sarebbe abortito subito in rissa traimmigrati, altro che rivolta !
tutta la ricostruzione trascura che dopo l'inizio della protesta, essi abbiano cercato di parlare con qualcuno e si sono trovati con la carica scatenata dagli sbirri con lacrimogeni ad altezza d'uomo di tipo Gs, già usati contro NO TAV e altre manifestazioni e che a quel punto hanno dovuto usare tutto quello che era disponibile per difendersi e in alcuni casi infliggere colpi alle forze repressive - come al solito rambo vigliacchi contro i deboli e conigli disgregati contro chi reagisce si difende e contrattacca.
Ora quello che c'è è rappresaglia vile verso i migranti rinchiusi.
La cosa più odiosa però scritta nell'ordinanza che mostra l'odio cieco e disumano che digos e innquirenti hanno verso gli immigrati e la parte che sostiene ' la protesta per i tempi troppo lunghi del rilascio dei permessi di soggiorno è stata solamente un pretesto, una scusa per provocare volontariamente i disordini '
INFAMI
i migranti rivendicano a veder riconosciuto il loro diritto di asilo perchè fuggono da miseria e guerra, hanno fatto viaggi inumani e visto morire tanti loro compagni di sventura nel mare dei morti del mediderraneo, sono arrivati a caca dopo una via crucis, avrebbero dovuto avere una risposta in 35 giorni e invece sono lì rinchiusi da mesi e per qualcuno si può già parlare di anni, in strutture dove vi sono il doppio di quanti ce ne dovrebbero essere in condizioni di cibo, acuqa pulizia assistenza- definite da alcuni di loro ' peggiori dei campi libici'. tutto in palese violazione delle stessi leggi antimmigrati che ci sono in italia e in violazione dei diritti umani, con il benevole e peloso patrocinio di chi dovrebbe tutelarne diritti e condizioni.. e quando non ce la fanno più e si ribellano, vengono arrestati e devono pure trovare magistrati e sbirri che dicono che questi sono pretesti

questa inchiesta non può essere accettata senza protesta e ribellione, non tanto degli immigrati che già fanno tanto, ma da noi tutti, come movimento proletario e antirazzista, dobbiamo fare campagna nazionale, dobbiamo assicurare una difesa legale nazionale agli immigrati arrestati e repressi, dobbiamo fare una manifestazione nazionale contro questa barbarie !
libertà per tutti gli immigrati arrestati subito !

ma se questo non bastasse , dovrebbe convincere tutti dello stato delle cose, ciò che l'inchiesta si propone che è molto di più:

'la Procura barese sospetta che i tre presunti promotori della rivolta possano far parte di una più ampia organizzazzione criminale trasnazionale che abbia suoi adepti sparsi nei vari centri di accoglienza con l'obiettivo di fomentare insurrezioni sul territorio, tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c'è anche quella che dietro la rivolta possa celarsi il fondamentalismo religioso.I magistrati baesi sono in stretto contatto con i loro colleghi di Catania e Crotone-altre due città -Mineo, isola di capo rizzuto -dove si sono registrati disordini scatenati da immigrati - c'è un fitto scambio di informazioni. Inoltre verifiche sono in atto anche su alcuni contatti che ci sarebbero stati a Bari, tra gli extracomunitari ed alcuni italiani..
la magistratura vuole capire se qualcuno possa dall'esterno, aver contribuito a fomentare la rabbia degli extracomunitari, salvo poi perdere il controllo della situazione'
Si vuole criminalizzare tutti gli immigrati in lotta, considerarli quasi terroristi islamici, si vuole criminalizzari i razzisti antisolidali su scala nazionale ! per questo occoreche il movimento si mobiliti a livello nazionale e su bari.








11 agosto
Mentre al C.a.r.a di Bari nulla cambia di sostanziale nell'esame delle richieste, nelle condizioni del campo di detenzione illegale e mascherata, sono tutti uniti all'ombra dell'inchiesta Digos-Magistratura su una linea di silenzio assenso che faccia sparire anche dalla stampa e faccia dimenticare la rivolta di massa degli immigrati e le sue ragioni.
Magistratura e Digos sono scatenati nell'approfondire la montatura e nell'utilizzare ogni mezzo, quindi anche le contraddizioni esistenti tra gli immigrati in lotta, per rafforzare un quadro che vede l'esistenza di capi, piano, costrizioni, organizzazioni trasnazionali, ecc. ecc.
In particolare si vuole criminalizzare gli arrestati per decapitare la lotta, intimidire la massa degli immigrati; per cui, insieme ai presunti depositi di pietre, vengono tirate fuori lettere di presunti immigrati “pacifici” che avrebbero sconvocato la manifestazione annunciata del 1° agosto – corteo e successivo sciopero della fame – perchè costretti dai rivoltosi e timorosi di essi.
La montatura è evidente, utilizza le tecniche delle persecuzioni poliziesche storiche, delle persecuzuioni della controrivoluzione usate da sempre contro proletari, rivoluzionari,comunisti; perfino il linguaggio della Magistratura sembra quello degli anni '70.
Gli immigrati arrestati hanno subito reagito alla linea percorsa dalla repressione di Stato, hanno attuato una protesta nel carcere di Bari rifiutandosi di rientrare dopo l'ora d'aria e lo hanno fatto compattamente, come dall'inizio della lotta avviene.

Ma è la repressione l'aspetto qualitativamente importante, la strada della linea dura ed esemplare, con toni che somigliano a quelli del governo inglese nei confronti dei ribelli di Londra.
Questa linea deve essere contrastata a livello locale e nazionale, con una campagna nazionale, un ufficio legale nazionale, una manifestazione nazionale per la libertà, la scarcerazione per gli immigranti del Cara e nessuna conseguenza sui loro diritti.

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