martedì 12 aprile 2011

pc 12 aprile - PRIMO RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DONNE FIOM

Una rappresentanza di lavoratrici del MFPR, da Milano e da L'Aquila, ha partecipato all'assemblea nazionale delle donne Fiom. Questa partecipazione è stata utile e positiva.
Abbiamo fatto un banchetto dentro la sala dell'assemblea e il materiale su "sciopero delle donne", opuscoli sui temi delle lavoratrici che abbiamo portato è andato a ruba. Abbiamo potuto stabilire molti contatti con delegate di realtà lavorative più significative e al centro oggi che di lotte e vertenza, dalla Fiat di Termoli, all'Ansaldo di Genova, alla Honda di Chieti, all'Eutelia, a tante realtà di Bologna, Roma, ecc..
Il messaggio/mozione sullo sciopero delle donne lo abbiamo volantinato ma non abbiamo potuto leggerlo in assemblea, all'inizio un po' ingessata ma poi piena di interventi di delegate.
Sono emerse molte contraddizioni, sia di genere all'interno del sindacato (e questo è buono) sia in merito a diversi punti del contratto "da riconquistare", come la questione degli asili aziendali e del part-time, ecc.
Riportiamo un primo resoconto sintetico dei principali interventi. Ne faremo uno più completo appena avremo trascritto la registrazione fatta in assemblea.


Con la partecipazione di 70-80 delegate e funzionarie si è tenuta l'assemblea nazionale donne fiom.
L'assemblea è stata aperta dall'intervento di una sindacalista tunisina che fa parte di una delegazione attualmente in Italia e che ha parlato delle lotte che hanno sviluppato e delle condizioni delle donne tunisine. Ha fatto riferimento agli immigrati giunti in questi mesi in Italia, alla campagna politica e le condizioni in cui vengono tenuti.

LA LUNGA ED ARTICOLATA INTRODUZIONE, PREPARATA DA BARBARA PETTINE E ALESSANDRA MECOZZI, si è aperta partendo dal fatto che l'Italia è in guerra; doppia guerra in Africa con i bombardamenti, ma anche sul nostro territorio, con appello a mobilitarsi e ad adoperarsi per l'assistenza ai migranti; ha espresso dolore e rabbia, con negli occhi l'immagine di corpi di donne e bambini, per l'ultima di una lunga serie di stragi in mare. Fare appello alle donne che si sono mobilitate il 13/2 e l'8/3 per mobilitarsi per le condizioni straordinarie di chi fugge dalle guerre
Nello sciopero generale, che ha chiesto sia esteso a 8 ore per tutte le categorie, vengano portate le parole d'ordine: accoglienza per gli immigrati, permesso temporaneo, contro i respingimenti, nessuna distinzione tra profughi e clandestini.
Sul fronte dell'occupazione femminile ha denunciato come si sono persi migliaia di posti di lavoro: da un lato per gli effetti della crisi, dall'altro per le politiche di conciliazione. Il ricorso ai voucher, che rappresenta il ricorso a una forma estrema di precariato, l'esempio di Brescia in cui è stato annullata l'erogazione del bonus bebè dopo il riconoscimento all'accesso anche per gli immigrati, sono alcuni esempi di politiche in tal senso.
Il divario salariale a sfavore delle donne nel settore metalmeccanico va oltre il 20% , come emerso nella conferenza della Cgil sull'occupazione delle donne.
Nello sciopero generale portare l'obiettivo di raggiungere il 50% di occupazione femminile al 50% a tempo indeterminato (qui è stato posto l'accento critico all'intesa sulla conciliazione degli orari tra lavoro e famiglia); stabilizzazione dei contratti precari.
Nell'ambito della battaglia per la riconquista del contratto nazionale, la battaglia sull'organizzazione del lavoro e orario; contratti di solidarietà espansivi per far fronte alle crisi aziendali; quota minima di assunzioni al meridione (10% occupazione femminile), come strumenti di correzione.
Mappatura dei rischi sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne e degli uomini a partire dagli orari di lavoro, dal lavoro notturno, dal lavoro a turni.
Rete Rls di compagne, alla recente assemblea nazionale degli Rls di Ancona pochissime erano le donne, che con il contributo di medici si occupano di questo. Ottenere ore di assemblea retribuita in più per affrontare queste discussioni.
Aumento di copertura di congedi parentali.
Entro l'estate arrivare ad un'assemblea di delegate su occupazione, welfare, diritti, aperta alle studentesse, alle precarie.

DELEGATA DELLA CISA DI FAENZA: ha portato un appello delle operaie Omsa per un fronte femminile contro la falcidia dei posti di lavoro, e la necessità di sviluppare solidarietà di classe e di genere.


DELEGATA EUTELIA IBM ROMA SUD
: ha sottolineato come l'attacco sia molto complicato. Sempre meno parità nei luoghi di lavoro. Più difficile denunciare le molestie sessuali per il clima generale. Ha riportato l'esperienza personale di “attenzioni” da parte di un delegato sindacale, e ha denunciato che queste cose avvengono anche all'interno del sindacato e anche su questo bisogna fare qualcosa. Inoltre, quando ha informato le Rsu dell'azienda in cui opera il delegato, per prima la rsu donna si è detta incredula.

DELEGATA DELL AST-AZIENDA DI MICROELETTRONICA DI CATANIA: ha sottolineato che, se in generale il quadro per le donne non è positivo, per le donne del sud è ancora peggio.
All'Ast si è presentato il grosso problema delle operaie in stato di gravidanza che, al rientro dalla maternità diventano “figlie di nessuno”. Inoltre, ha raccontato che, per le condizioni di lavoro di insalubrità, per il fatto che lavorano in camere pressurizzate, in presenza di sostanze quali acidi, varie operaie devono essere spostate; ma il grande ricorso a questa forma di tutela della salute crea un problema.
Ha denunciato come al Sud, dove mancano le politiche sociali, le strutture, il ricorso al congedo parentale automaticamente si considera assenteismo, e comunque incide su diverse voci salariali.
Si chiede l'estensione anche nel privato del diritto di fruire di periodi equivalenti a quelli del PI per la malattia dei figli piccoli, e data la particolarità della presenza di nuclei familiari in questa azienda, è stato chiesto all'azienda l'astensione di uno dei coniugi dai turni notturni fino ai 5 anni del figlio - richiesta respinta a Catania, ma riconosciuta negli stabilimenti al Nord.

DELEGATA DEL VENETO: sul giudizio negativo sull'avviso comune non d'accordo, perchè rispetto alla proposta Sacconi è “meglio”. Sull'orario di lavoro le donne chiedono una possibilità più “conciliante” con i problemi familiari, ad esempio riduzione della durata delle pause per uscire prima. Congedi parentali, politiche di conciliazione anche per gli uomini.

STEFANIA FIAT TERMOLI (lettera al giornale): racconta la sua storia di madre con 2 figli e le difficoltà di conciliare lavoro e lavoro di cura, e della costruzione del Coordinamento Donne di Termoli. La Fiat ha cercato di disgregare il gruppo per spingere a soluzioni “individuali” dei problemi.

MEDICO (GIÀ CONSIGLIERA PER IL MINISTERO DELLA TURCO): ha denunciato che non molto è stato fatto sulle conseguenze dell'organizzazione del lavoro, dei turni. Gli unici studi sono stati fatti negli anni '70. Richiesta alle istituzioni di farsi carico della salute nei luoghi di lavoro.
Proposta: gruppo di lavoro di donne, disponibilità da parte di tante a mettere a disposizione le proprie competenze specifiche.
Perchè sono proprio le operaie a non parlare di questi rischi? Aborti, menopausa precoce, infertilità, questioni legate a salute sessuale e riproduttiva...

DELEGATA FIAT AVELLINO: uno stabilimento arretrato rispetto alla lotta di classe, dove quello che si è ottenuto lo si è ottenuto grazie alle lotte a Melfi, Pomigliano, Termoli. Alla Fiat di Avellino vi sono 100 donne in catena di montaggio. Pressioni da parte di un compagno a livello di “competitività”
Le donne cercano forme di pragmatismo, l'uomo si restringe nelle vedute.
Ha detto di sentire un senso di sconfitta nel non trovare altre donne di Avellino. Il Coordinamento donne non ha portato a risultati concreti.

FUNZIONARIA BERGAMO: dai dati dell'inchiesta tra le operaie emerge che già prima del piano Marchionne tra le donne il 20% soffriva di insonnia.
Come donne, ha detto, dobbiamo mettere un “pezzo” in più perchè le condizioni non sono uguali per tutti.
A Bergamo si comincia a riassumere gli interinali. Accordo raggiunto recentemente sul salario d'ingresso nell'azienda che produce macchinette per il caffè con circa 1200 operai, a maggioranza donne; per farlo passare l'azienda ha fatto pressioni sugli interinali, ha anche volantinato. La Fiom non ha firmato. La precarietà prima della crisi era solo femminile adesso è comune anche tra gli uomini.
Poi ha denunciato la situazione nel sindacato. La struttura di Bergamo non avrebbe autorizzato la mia partecipazione oggi se non dietro intervento del segretario regionale, mi sono pagata il biglietto.
Sono stata mandata a Bergamo senza formazione, catapultata in una realtà che non conoscevo, e questo è sbagliato. Serve un po' più di solidarietà tra funzionarie.

LUCIA SEGRETARIA ROMA SUD: fa riferimento alla recente assemblea Rls. Maschilismo all'interno della Cgil, paura di passare da vittima a imputate.
Questa assemblea deve essere base di lancio per un progetto per rendere duraturo questo momento. Non si può fare un'assemblea di delegate all'anno e poi il vuoto. Analisi interna.
Riunioni di donne del comitato centrale

PAOLA CNH MODENA: aborti spontanei, turni-orari; donne oltre i 60 fanno ancora lavori pesanti; vi sono molti contratti part time. Richieste: licenza per parto della moglie, giorni per malattia figli, problema dei nidi...

GIULIANA FIOM BOLOGNA: parlare di com'è questa organizzazione che limita le nostre capacità.
Punti qualificanti del contratto che facciano sentire alle metalmeccaniche che è il loro contratto.
La L.53 non è per permessi per madri ma per riprendersi tempi di vita.
Nel contratto nazionale ci sono alcune questioni che si prestano ad interpretazione; ad es. sulla maternità anticipata il riconoscimento del pagamento al 100%, è una parte ambigua del contratto
Trattamento malattie brevi: colpisce più le donne che gli uomini (dolori mestruali, mal di testa etc)
Part time a turni: tema spinoso, contrattato con l'azienda si lavora di più, utilizzato dalla donne ha lo scopo di conciliare.
Nidi aziendali: bisogna fare una battaglia per gli asili pubblici, se mai l'azienda versi i contributi per investire in strutture, ma non per il nido aziendale

LAURA SPEZIA: siamo in tante. Si sono posti molti temi: congedo parentale, turni, orari...
Non è possibile qui definire la piattaforma; dobbiamo portare una lettura dal nostro punto di vista sui punti del contratto. In tempi di crisi le donne sono più penalizzate.
Facciamo una mappatura dei rischi di genere.

BARBARA PETTINE: Sull'avviso comune governo-OOSS il metodo ha la stessa rilevanza del merito. Questioni che ci riguardano direttamente, affrontate senza consultare le categorie. Modello autoritario, maschile che dobbiamo scardinare.
Nel merito, poi, nel protocollo e avviso comune si assumono cose mai assunte dalla Cgil:
- donna non come soggetto, ma come ruolo nella famiglia
- lavori a tempo determinato
- flessibilità
- il ricorso ai voucher


9.4.2011

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