INGORDI
Repubblica di sabato 9 aprile riporta, a pagina 9, un articolo di GoffredoDe Marchis dal titolo "I partiti battono cassa: servono 345 milioni"; l'occhiello specifica che si tratta di una "proposta bipartisan. Primo firmatario il Pd Sposetti: più soldi alla politica, sennò il Cavaliere vince per altri 20 anni".
A parte il fatto che si spera che il Padrino di Arcore si levi dai piedi molto prima - se non altro per ragioni anagrafiche (il 29 settembre compie 75 anni, l'augurio sincero è che non arrivi a festeggiarli!) - è vergognoso che i partiti chiedano altri soldi oltre a quelli che già incassano indebitamente.
Nonostante un referendum abbia abrogato il finanziamento pubblico, queste associazioni non riconosciute (questo è lo status giuridico che accomuna tutte le formazioni politiche) intascano annualmente quattro Euro per ogni iscritto alle liste elettorali della Camera dei Deputati - circa cinquanta milioni di italiani - che vengono ripartiti secondo la percentuale ottenuta, e vengono erogati per cinque anni, indipendentemente dal fatto che la legislatura vada a scadenza naturale o si interrompa prematuramente.
Ma a lor signori non basta mai: sono un pozzo senza fondo; ancora Ugo Sposetti, sostiene che "dire troppi soldi ai partiti significa tagliare i soldi ai partiti".
E pensare che sarebbe così facile fare come quello che fu il partito revisionista che, per finanziarsi, pretendeva il cinquanta per cento dell'appannaggio degli eletti nelle istituzioni; il tesoriere del Pd viene proprio da quella cultura, e dovrebbe quindi conoscerla bene: come pretendeva i soldi allora, può farlo anche adesso.
Se non è in grado di imporre questa semplice regola, si arrangi: non possono essere sempre gli italiani a pagare per i politicanti ingordi.
Torino, 09 aprile 2011
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Torino
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