la solidarietà del movimento femminista proletario rivoluzionario
Volentieri pubblichiamo questo comunicato firmato da alcune compagne del varesotto.
Per chi volesse leggere tutti i comunicati di solidarietà alle compagne
e ai compagni prese/i di mira da questa ondata repressiva, rimandiamo al
sito informa-azione che li sta raccogliendo
(http://www.informa-azione.info/raccolta_comunicati_di_solidarietà_per_i_compagni_arrestati_e_perquisiti_il_6_aprile_2011).
A PROPOSITO D’AMORE D’ANARCHIA E DI FANGO MEDIATICO
Vorremmo fare alcune considerazioni sulle affermazioni intrise di
livore forcaiolo del giornalista Valerio Baroncini nel suo articolo
“Storie d’amore e d’anarchia sotto la regia di una psicanalista”
pubblicato sul Resto del Carlino del 7 aprile 2011.
Nell’articolo vengono riportate le parole del g.i.p. che afferma che
Stefania è “estremamente attiva, promotrice e organizzatrice di numerose
iniziative di contestazione”, come se ciò dovesse giustificare il suo
arresto. Per noi, invece, tutte e tutti dovremmo muoverci e organizzarci
per contestare l’attuale sistema politico ed economico caratterizzato da
respingimenti, affondamenti e lager per immigrati, guerre, sfruttamento,
catastrofi nucleari, devastazioni ambientali e quant’altro rende la
nostra esistenza invivibile, il tutto in nome del profitto.
Chi si oppone e cerca di contrastare questo orrore con coerenza e
generosità diventa, per il meschino Baroncini, oggetto di denigrazione e
di scherno: definisce Stefania una Zdàura-matriarca e la paragona ad un
animale col pedigree; i normali rapporti di amicizia, di affetto, di
amore che intercorrono tra gli individui diventano anch’essi emblema di
strane tresche e relazioni, i compagni più giovani sono gli “amichetti”
o i “bambini” manipolabili o influenzabili da una regia; le sedi e i
luoghi di incontro, confronto e iniziative pubbliche diventano “covi”.
Forse Baroncini non sa, o fa finta di non sapere, che ci sono individui
che vivono rifiutando ruoli e gerarchie, senza essere né capi né
gregari, che condividono con gli altri le proprie esperienze e
conoscenze per contribuire all’arricchimento di tutti, al di fuori da
qualsiasi logica di potere.
Il fatto poi che sia una donna la figura da demolire permette
all’esimio furfante di accanirsi maggiormente facendo largo uso dei più
beceri luoghi comuni e giudizi sulle donne, soprattutto su quelle che si
ribellano e che sono ben lontane dalle etichette che si tenta di cucir
loro addosso.
Esprimiamo la nostra solidarietà e complicità come donne a Stefania e
alle altre compagne e compagni che subiscono attualmente questo attacco
repressivo e mediatico.
Li rivogliamo subito tra noi, attivi come sempre nella critica radicale
dell’esistente.
Alcune compagne del varesotto
Nessun commento:
Posta un commento