Sorvegliante licenziato in Fiat: "Io, pedinato dall’azienda"
Si prepara il ricorso dopo il licenziamento di Arcangelo Galasso, 47 anni, dirigente della Failms Cisal. Secondo l’associazione di categoria Galasso sarebbe stato pedinato dall’azienda. Lui stesso ammette di aver sempre avuto dei sospetti. Intanto dall’azienda nessun commento, mentre i rapporti con i sindacati si inaspriscono.
Termoli. Nemmeno due mesi e alla Fiat di Termoli licenziano due operai. Storie diverse e motivazioni diverse, ma alla base di entrambi i ’ben serviti’ c’è l’attivismo in un sindacato. Nel caso di Giovanni Musacchio a luglio, lo Slai Cobas; nel caso più recente di Arcangelo Galasso, la Failms Cisal. Al primo era stata contestata la partecipazione alla protesta contro il Referendum di Pomigliano. Al secondo, l’uso personale dei permessi di lavoro presi per le attività dell’organizzazione di categoria.
Insomma, secondo la Fiat Galasso non si occupava delle attività dellla Failms Cisal durante le ore richieste. Una tesi che l’azienda ha messo nero su bianco nella lettera di licenziamento, riportando in maniera dettagliata, ora per ora, tutti gli spostamenti di Galasso e i luoghi da lui frequentati. Proprio come se qualcuno l’avesse pedinato. Una pratica, questa, ultimamente molto in voga negli States, e sulla cui legittimità i giudici italiani saranno chiamati presto a esprimersi. Nel frattempo il sindacato punta il dito proprio contro la violazione della privacy. Galasso, sorvegliante di 47 anni, è preoccupato. E’ senza lavoro e ha una moglie e due figli a carico.
Alla fine del turno lo scorso sei settembre le hanno consegnato la lettera di licenziamento
«Si, è stata una doccia fredda, non me lo aspettavo. E’ una contestazione che eventualmente mi doveva fare il sindacato e non l’azienda».
Lei aveva già ricevuto una lettera di contestazione?
«Si, ed ero già andato a portare le mie motivazioni e a giustificare i miei spostamenti alla presenza anche del segretario regionale, anche se ripeto, non dovevo dar conto all’azienda di questo».
Lei sospetta una violazione della privacy e che potrebbe essere stato pedinato
«Si, io già avevo qualche sospetto. Poi l’azienda stessa me l’ha confermato con la descrizione dettagliata delle giornate in cui avevo il permesso sindacale».
Intanto dall’azienda automobilistica nessun commento, anche se dagli ambienti interni trapelano smentite sul pedinamento, e si parla di Termoli come una città piccola in cui si conosce tutto di tutti. Insomma, come se qualcuno fosse andato a riferire gli spostamenti di Galasso di sua iniziativa.
Galasso lavora alla Sirio, ormai inglobata dalla Fiat, da 22 anni. E’ arrivato a Termoli dopo il trasferimento da Torino e fa parte del direttivo della Failms Cisal. «E’ l’ennesimo atto di arroganza messo in campo dalla dirigenza» dicono dal sindacato, che già annuncia battaglia. «Si tratta di un licenziamento altamente ingiusto, che attacca a viso aperto tutti i diritti sindacali e le azioni sindacali – commenta Salvatore Coppola, della segreteria Failms Cisal. «I nostri avvocati stanno preparando il ricorso basandolo sull’articolo 28, quello sulle discriminazioni sindacali. Questo tipo di azione danneggia molto la persona, rea solo di aver fatto attività sindacale».
Voi siete convinti che Galasso sia stato seguito?
«Si, voglio proprio vedere su cosa si baserà la difesa della Fiat che contesta a Galasso tutti i movimenti, probabilmente sul ‘sentito dire’. A chi vogliono prendere in giro? Il dirigente è stato seguito, sicuramente pedinato, sicuramente c’è un atto persecutorio nei suoi confronti. Basti pensare che per più di una volta gli è stato negato di partecipare alle riunioni del sindacato per esigenze tecnico produttive. Mi chiedo ancora se all’interno della Sirio ci sono altre Rsu a cui vengono negati i permessi sindacali. Si usano due pesi e due misure. Forse un peso diverso per un sindacato non allineato, ma che fa opinione all’interno della fabbrica».
La notizia del nuovo licenziamento inasprisce i rapporti tra azienda e sindacati e arriva in un momento delicato, dopo l’annuncio di Federmeccanica di non voler più riconoscere dal 2012 il contratto delle tute blu. Insomma per il settore metalmeccanico, sul fronte delle rivendicazioni, si preannuncia un autunno caldo. (MI)
(Pubblicato il 09/09/2010)
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