mercoledì 8 settembre 2010

pc quotidiano 7-8 settembre - Fincantieri- Palermo...cassaintegrazione per un anno

Fincantieri Palermo: 470 operai in cassa integrazione per un anno

Gravissima decisione della direzione aziendale che ha deciso di mettere, a
partire da ottobre, 470 operai, praticamente tutti quelli della Fincantieri, in
cassa integrazione per un anno!
La scusa è quella di una “crisi aziendale, dovuta a eventi improvvisi e
imprevisti”, come dice l’azienda in una lettera consegnata ai sindacati
confederali; ma come si fa essere così bugiardi!
La vera crisi per lo stabilimento di Palermo è stata creata dalla direzione
aziendale che non prende più commesse per la costruzione di navi da anni
oramai, limitandosi alla costruzione di qualche piattaforma petrolifera (dove
lavorano per la maggior parte operai dell’indotto, sempre più ricattati e
sfruttati) e piccoli lavori di manutenzione e portando avanti una politica
arrogante che ha fatto ricadere “la crisi del settore” sulle spalle degli
operai non pagando o pagando in parte il premio di produzione annuale.

I sindacati confederali hanno di fatto accompagnato questa decisione dell’
azienda non intervenendo seriamente, firmando la cassa integrazione a
singhiozzo già chiesta e ottenuta dall’azienda in questi ultimi anni. Adesso
sono tutti sorpresi, come al solito. Il gioco si scopre ascoltando le parole di
Piastra, il responsabile Fiom per il Cantiere Navale: “Non si capisce se la
piattaforma petrolifera Scarabeo 8 che da sola occupa 800 operai dell’indotto,
debba essere terminata a Palermo o altrove, non ci sono notizie dei bandi per
la riparazione dei bacini, mentre vediamo che l’azienda dirotta le riparazioni
di navi della Saipem verso altri stabilimenti del Nord. Non possiamo stare a
questo gioco”. Questo è un gioco che la Fiom come gli altri fanno da sempre:
anche in questo caso non si sono opposti a che l’azienda mettesse uno
stabilimento contro l’altro, permettendo lo sfruttamento selvaggio degli operai
dell’indotto.
E ancora una volta invece che attaccare la direzione aziendale si rivolgono
alla Regione perché investa nella ristrutturazione dei bacini.
Adesso per l’ennesima volta come un disco rotto ripetono in coro Fim-Fiom-Uilm
che “Fincantieri deve elaborare un piano industriale serio per garantire il
superamento della crisi e non utilizzare il paracadute degli ammortizzatori
sociali”.
Gli operai che si saranno stancati di sentire la solita stonata cantilena
devono innanzi tutto lottare per strappare dalle mani dei sindacati la
“rappresentanza” e autorganizzare la propria lotta.

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