Mentre il paese è scosso da manifestazioni e scioperi di massa di vari
settori, il gverno peruviano (che ha chiesto anche un intervento più massiccio
della presenza dei militari degli Stati Uniti) con un apposito decreto si
prepara ad un massiccio attacco armato “legalizzato” contro le masse popolari e
il Partito Comunista del Perù nella Valle dei fiumi Apurimac ed Ene, storica
roccaforte dei maoisti.
Il governo peruviano tramite il suo ministro della Difesa Rafael Rey ha emesso
un apposito decreto, il 1095, che “disciplina l'uso della forza e faciliterà
l'operato dei militari e di polizia nella lotta contro il terrorismo…” per
“dare loro un sostegno legale affinché possano compiere la loro missione” ed
“evitare di essere denunciati”.
Ancora una missione di morte quindi per la quale il governo si prepara la
difesa preventiva dei propri militari perché, ci tiene a ricordare il ministro,
non deve succedere che ammesso che in uno scontro a fuoco si uccida un
“terrorista” i militari possano essere denunciati e si possano poi incriminare
tutti i componenti della pattuglia, i piloti degli elicotteri che li hanno
trasportati sul luogo, o che possano esser accusati di aver agito contro i
diritti umani”.
Insomma l’esercito pretende l’immunità completa, la mano libera anche in quei
falsi scontri a fuoco in cui vengono uccisi spesso civili o rivoluzionari
disarmati, e il governo lo sostiene.
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