L'appello all'unità dei comunisti contenuto nel Comunicato congiunto firmato da Proletari comunisti e Coordinamento collettivi comunisti non è il solito appello, né una semplice dichiarazione di intenti.
Proletari comunisti ritiene che su quei 10 punti e sulla conseguente pratica che ne deriva bisogna fare sul serio, bisogna fare presto e bene, bisogna costringere e imporre un dibattito stringente, non fondato solo su internet o scambio cartaceo, ma nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.
Tutti i compagni e le organizzazioni, le avanguardie proletarie e di lotta devono esprimersi e devono essere messi in condizione di esprimersi. E quando si dice “esprimersi” significa anche fare rilievi critici, controproposte. Anche rilievi critici e controproposte non vanno fatte con uno stile formale, di galateo, ma con chiarezza, sincerità, franchi scambi di opinioni.
Si tratta di una questione di vitale importanza, da cui dobbiamo uscire con un risultato concreto, comune, utile soprattutto alla lotta di classe reale. Su ogni terreno della lotta di classe l'unità dei comunisti è necessaria, per combattere il piano Fiat, per sostenere la lotta dei precari della scuola, per dare forza al coordinamento nazionale necessario di disoccupati, precari, licenziati dal lavoro, per contrastare i fascisti, la repressione statale, per sviluppare solidarietà internazionalista, per garantire autonomia proletaria al fronte unito necessario contro il governo Berlusconi, per offrire un'alternativa anche numerica alla grottesca sinistra ex parlamentare, dei Vendola, Ferrero, Diliberto, ecc.
L'unità dei comunisti è un lievito al servizio di tutto questo, è un'arma di combattimento che nella fase di difensiva strategica e di resistenza di massa costruisce le forze dell'attacco.
Per questo bisogna farla qui ed ora. Per questo i 10 punti servono come un primo passo, piccolo ma determinato.
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