giovedì 6 novembre 2025

pc 6 novembre – L’industria italiana si “ferma” a 1.120 miliardi di ricavi e miliardi di profitti grazie soprattutto alla produzione bellica

 

Mentre Orsini, capo di Confindustria, non fa che piangere lacrime di coccodrillo in ogni incontro istituzionale e ad ogni manifestazione pubblica, dicendo che in questo paese e in Europa non c’è la dovuta attenzione all’industria, i padroni della “manifattura” come viene chiamata dai borghesi la grande industria anche quest’anno possono festeggiare con un introito generale di Millecentoventi miliardi di euro! E un “ritorno” in termini di profitti superiori al 10% del capitale investito! E questo per il 44% per cento delle imprese analizzate dal “Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre 2025 di Prometeia e Intesa Sanpaolo.” “quasi dieci punti oltre i livelli 2019”. E questo stato di cose nelle loro previsioni si protrarrà fino al 2027.

Insomma il “rallentamento” che il Rapporto vede “all’interno di un contesto mondiale che resta comunque pieno di incertezze” come sempre non impedisce ai padroni di continuare a trarre immensi profitti dallo sfruttamento della forza lavoro.

A fronte di questi dati positivi dal lato dei padroni, il Rapporto deve prendere in considerazione anche quelli negativi che riguardano però il proletariato e le masse popolari, anche se lo fa nel suo linguaggio, chiamando domanda interna ciò che viene speso per gli acquisti di lavoratori e masse popolari in generale, che è di fatto ferma, mentre quella che funziona è la domanda dall’estero per le esportazioni.

I settori che vanno bene elencati nel Rapporto, secondo quanto ne scrivono Repubblica e il Sole24Ore, e prevedono “le maggiori opportunità di crescita al 2027 si riscontrano per i settori legati alla doppia transizione, iniziando dall'Elettronica, con un fatturato deflazionato in aumento a ritmi del +2,2% medio annuo nel biennio 2026-27; il settore presenta buone prospettive di sviluppo legate alla digitalizzazione e all'intelligenza artificiale, pur risentendo della debolezza che caratterizza il comparto dei semiconduttori. Seguono Meccanica (+2,2%), sostenuta dal riavvio del ciclo degli investimenti in macchinari e attrezzature e dal contributo dei progetti legati al PNRR…” (per loro c’è sempre l’aiuto dello Stato!), mentre per “Autoveicoli e moto” è previsto un (+2%), che dovrebbe recuperare il meno 9%! del 2024. Si tratta solo di una previsione ottimistica visto che si ammette che questo settore “continuerà a scontare una difficile transizione all'elettrico, in un contesto di domanda europea poco dinamica e di incertezza in termini di impatto delle nuove politiche tariffarie statunitensi sul funzionamento delle catene del valore automotive.”

Il buon andamento di questi settori è dovuto al balzo del settore legato alla produzione di armi: solo per la Leonardo nei primi nove mesi “il bilancio parziale del 2025 è largamente positivo: gli ordini complessivi salgono del 24,3% a 18,2 miliardi, i ricavi del 12,4% a 13,44 miliardi, e l’ebita del 22,7% a 945 milioni, e la Rheinmetall, che va a gonfie vele nella produzione militare: “Nei primi nove mesi del 2025 il fatturato di Rheinmetall è cresciuto del 20% attestandosi a 7,5 miliardi di euro (6,99 miliardi di franchi), nel 2024 erano stati 6,6 miliardi. La crescita nel solo settore militare è stata del 28%. Lo comunica oggi la stessa azienda tedesca. Il risultato operativo cresce del 18%. … Restano centrali i mercati tedeschi, europei e ucraini” mentre, per il settore civile persiste la “debolezza del mercato … con il risultato che il Gruppo registra nuovamente un calo rispetto all'anno precedente".

Infatti, è l’economia di guerra che prospera e con essa i padroni e i loro manutengoli politici che si arricchiscono sempre di più.

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