Mentre Orsini, capo di Confindustria, non fa che piangere lacrime
di coccodrillo in ogni incontro istituzionale e ad ogni manifestazione
pubblica, dicendo che in questo paese e in Europa non c’è la dovuta attenzione
all’industria, i padroni della “manifattura” come viene chiamata dai borghesi
la grande industria anche quest’anno possono festeggiare con un introito
generale di Millecentoventi miliardi di euro! E un “ritorno” in termini di
profitti superiori al 10% del capitale investito! E questo per il 44% per cento
delle imprese analizzate dal “Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre
2025 di Prometeia e Intesa Sanpaolo.” “quasi dieci punti oltre i livelli 2019”.
E questo stato di cose nelle loro previsioni si protrarrà fino al 2027.
Insomma il “rallentamento” che il Rapporto vede “all’interno
di un contesto mondiale che resta comunque pieno di incertezze” come sempre non
impedisce ai padroni di continuare a trarre immensi profitti dallo sfruttamento
della forza lavoro.
A fronte di questi dati positivi dal lato dei padroni, il
Rapporto deve prendere in considerazione anche quelli negativi che riguardano
però il proletariato e le masse popolari, anche se lo fa nel suo linguaggio, chiamando
domanda interna ciò che viene speso per gli acquisti di lavoratori e masse
popolari in generale, che è di fatto ferma, mentre quella che funziona è la
domanda dall’estero per le esportazioni.
I settori che vanno bene elencati nel Rapporto, secondo
quanto ne scrivono Repubblica e il Sole24Ore, e prevedono “le maggiori
opportunità di crescita al 2027 si riscontrano per i settori legati
alla doppia transizione, iniziando dall'Elettronica,
con un fatturato deflazionato in aumento a ritmi del +2,2% medio annuo nel
biennio 2026-27; il settore presenta buone prospettive di sviluppo legate alla
digitalizzazione e all'intelligenza artificiale, pur risentendo della debolezza
che caratterizza il comparto dei semiconduttori. Seguono Meccanica (+2,2%), sostenuta dal
riavvio del ciclo degli investimenti in macchinari e attrezzature e dal
contributo dei progetti legati al PNRR…”
(per loro c’è sempre l’aiuto dello Stato!), mentre per “Autoveicoli e moto” è
previsto un (+2%), che dovrebbe
recuperare il meno 9%! del 2024. Si tratta solo di una previsione
ottimistica visto che si ammette che questo settore “continuerà a scontare una
difficile transizione all'elettrico, in un contesto di domanda europea poco
dinamica e di incertezza in termini di impatto delle nuove politiche tariffarie
statunitensi sul funzionamento delle catene del valore automotive.”
Il buon andamento di questi settori è dovuto al balzo del
settore legato alla produzione di armi: solo per la Leonardo nei primi nove
mesi “il bilancio parziale del 2025 è largamente positivo: gli ordini
complessivi salgono del 24,3% a 18,2 miliardi, i ricavi del 12,4% a 13,44
miliardi, e l’ebita del 22,7% a 945 milioni, e la Rheinmetall, che va a gonfie
vele nella produzione militare: “Nei primi nove mesi del 2025 il fatturato di
Rheinmetall è cresciuto del 20% attestandosi a 7,5 miliardi di euro (6,99
miliardi di franchi), nel 2024 erano stati 6,6 miliardi. La crescita nel solo
settore militare è stata del 28%. Lo comunica oggi la stessa azienda tedesca.
Il risultato operativo cresce del 18%. … Restano centrali i mercati tedeschi,
europei e ucraini” mentre, per il settore civile persiste la “debolezza del
mercato … con il risultato che il Gruppo registra nuovamente un calo rispetto
all'anno precedente".
Infatti, è l’economia di guerra che prospera e con essa i
padroni e i loro manutengoli politici che si arricchiscono sempre di più.
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