mercoledì 5 novembre 2025

pc 5 novembre - Contro la scuola per il riarmo e la guerra di Meloni/Valditara

da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 04.11.25

Il 4 novembre c’è stata una mobilitazione nelle scuole, soprattutto nelle piazze - si parla di 30 piazze - all'insegna della parola d'ordine “la scuola non si arruola”.

Le manifestazioni riguardano a nord e a sud le città dove sono presenti le organizzazioni studentesche di opposizione. Al centro viene la denuncia del ruolo crescente che la scuola va assumendo nel quadro della preparazione bellica, nell'addestramento delle forze militari, nella ricerca militare e nella costruzione dell'ideologia al servizio della guerra imperialista che in generale si chiama militarismo.

In particolare questa protesta contesta la diffusione di quell’ideologia e dell'economia di guerra ed è in diretta continuazione evidente con la mobilitazione nell'università, nelle scuole che il movimento studentesco ha prodotto nei mesi scorsi, innanzitutto in solidarietà con la Palestina e contro i legami

economici tra università, scuola e Stato sionista di Israele.

Già in questa manifestazione era stato messa sotto il mirino la Leonardo, la più grande multinazionale bellica di proprietà dello Stato imperialista italiano del nostro Paese, per il ruolo crescente che ha nella ricerca universitaria e nel volere finalizzare la ricerca universitaria a fini bellici.

Gli studenti in particolare nell'università hanno sviluppato con documenti, azioni, interventi ed altre forme di mobilitazione una critica molto dettagliata del ruolo che l'industria bellica, la preparazione bellica, lo Stato sionista di Israele e la sua attività di consolidamento dei legami economici, politici e culturali con l'imperialismo italiano nelle università e nelle scuole, svolgono.

Su questo nessuna reazione in positivo vi è stata da parte del governo imperialista, delle istituzioni dello Stato imperialista italiano e, di conseguenza, anche dei rettori e dei presidi delle università e delle scuole.

Il panorama sia nazionale sia interno alle istituzioni governative e scolastiche è stato variegato con diverse posizioni che hanno oscillato da una critica a una tiepida accettazione di questo impianto del governo, dello Stato imperialista italiano; altri invece si sono messi a servizio di questo piano e quindi abbiamo avuto l'ingresso dei militari e anche dei poliziotti nelle scuole che hanno dato vita a forme di indottrinamento e di formazione che fanno parte di questo piano e disegno della borghesia imperialista italiana.

Su questo il ministro Valditara svolge un ruolo di punta.

L'Osservatorio spiega come il ministro Valditara abbia cercato di imporre sia in forme esplicite e sia informe implicite questo piano e disegno del governo, dello Stato e della borghesia imperialista italiana nelle scuole.

Il ministero sostiene che un corso che ha come oggetto la guerra è parte dell'idea che l'educazione è sempre l'educazione alla pace, ha rifiuto dalle armi come soluzione dei conflitti e quindi non è oggetto di dibattito pedagogico nonostante l'articolo 11 della Costituzione per cui l'Italia ripudia la guerra.

È chiaro che tutto ciò è evidentemente una favola, perché, travestito, è evidente che quello che avanza è il nazionalismo, il militarismo, le esaltazioni storiche e presenti delle forze armate e intorno ad essi il consenso - anzi l'arruolamento come dice l'appello alle manifestazioni di oggi - nei confronti dell'esercito e dell’ industria militare.

A questa mobilitazione occorre che vada il massimo sostegno ma innanzitutto l'informazione e la comprensione da parte del movimento operaio e proletario, delle masse popolari, che tendono in generale almeno su questi temi a delegare alla scuola questa funzione, e di conseguenza non ci sono forme visibili di opposizione a questa trasformazione della scuola in scuola per la guerra, in scuola contro la solidarietà per la Palestina, scuola per l'industria bellica, scuola dell'indottrinamento nazional fascista degli studenti.

In questo scontro è importante capire che ciò che è in discussione non è solo la politica scolastica ma è la politica generale dei governi imperialisti e del nostro governo in particolare e che quindi questa della scuola è un anello fondamentale dell'azione della borghesia imperialista, del suo Stato, del suo governo e nello stesso tempo è un anello della mobilitazione operaia, proletaria e popolare contro la guerra imperialista, contro l'asservimento delle scuole dell'industria bellica allo Stato sionista di Israele, e quindi i due fronti, il fronte della borghesia, il fronte del proletariato e delle masse popolari si misurano su questo terreno.

Appoggiamo completamente le iniziative che si sono svolte in diverse città italiane e invitiamo i nostri compagni ad essere presenti e sostenere questa giornata come la giornata più generale dello sciopero degli studenti prevista per il 14 che è indetta contro non solo questo aspetto della scuola, ma più in generale del rapporto tra scuola e società, Stato e politica economica e culturale del governo. Centrale nel 14 è la denuncia delle spese per il riarmo ai danni della spesa sociale come la scuola che è molto spesso in condizioni disastrose, di edilizia, di insegnamento, di insegnanti, di struttura di disposizione, di strumenti per l'attività didattica vera e propria, mentre, come si sa, i fondi per la guerra vengono a tutti i livelli aumentati e trasformati in fatti concreti.

Quindi massimo sostegno alla giornata del 4 come alla mobilitazione generale degli studenti prevista per il 14.

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