venerdì 19 settembre 2025

pc 19 settembre - Oggi riprende il processo ad Anan, è un processo alla Resistenza

Dall'intervento di una compagna del Comitato #iostoconlapalestina nel presidio a Taranto del 13 settembre.


Anan Yaesh dal 29 gennaio 2024 è il primo prigioniero politico del Movimento della Resistenza in Italia rinchiuso nel carcere di Terni contro ogni diritto e ogni legge. Dobbiamo portare la mobilitazione per la liberazione di Anan in tutte le mobilitazioni che è cosa buona e giusta che si elevino per diventare delle sfide.

Anan ha sempre parlato per bocca della Palestina, le ha dato voce in un'aula di un tribunale servo di Israele.

Anan è un detenuto politico, la sua fidanzata fu uccisa dai soldati israeliani che le spararono dritto in testa, perché questo fanno i cecchini israeliani. Nelle dichiarazioni di Anan non c’è alcuna traccia di vittimismo e di autocommiserazione, ma l'orgoglio di chi è cresciuto nella seconda Intifada. Anan ha rigettato il marchio di terrorista verso la genocidiaria colonia ebraica, ladra della terra di Palestina e

contro i suoi complici in Italia.

Anche se cercano di seppellirlo nel cemento e nell'acciaio di una prigione, la sua voce si è fatta diluvio ed ha spazzato via ogni menzogna. Ha detto tutto quello che andava detto per la sua portata etica e politica in faccia al potere, al costo di pagare, come sta pagando, il prezzo estremo. Israele vuole l'estradizione di Anan e portarlo nella colonia ebraica.

Il progetto israeliano è brutalmente definito e preciso, far estradare i “nemici” dai governi alleati e procedere all'eliminazione mirata all'interno dei centri di detenzione, di torture e sevizie in Israele.

E l'Italia è pronta, l'Italia l'ha accettata. Il processo continua, Anan è imputato di terrorismo per la sua militanza in Palestina e in Italia, cioè è imputato per aver resistito, è imputato per resistenza. E questo è un processo alla resistenza.

La Corte d'Appello ha respinto però la richiesta di Israele di estradizione, di cui l'Italia si faceva complice, proprio per il pericolo che avrebbe corso Anan una volta nelle fauci di Israele. E comunque Anan è ancora in galera dopo due anni.

Vorrei concludere con una piccola citazione di Ismail Hassan Yassin, politico e fra i fondatori del movimento della resistenza Hamas in Palestina sin dalla sua nascita nel 1987 e fino al suo assassino avvenuto nel 2004: “Non possiamo separare le ali dal corpo, se lo facessimo il corpo non sarebbe in grado di volare. E Hamas, come tutte le altre frazioni della resistenza armata, è un solo corpo”.

Nessun commento:

Posta un commento