venerdì 8 dicembre 2023

pc 8 dicembre - Torino - Polizia e fascisti in combutta, all'ombra del governo pro/fascio della Meloni - giusta denuncia dei polizietti delle due prof aggredite

LA POLIZIA A TORINO DIFENDE ANCORA I FASCISTI DEL FUAN E MANDA IN OSPEDALE STUDENTI E DOCENTI IN PRESIDIO ANTIFASCISTA: PICCHIATE ANCHE LE PROFESSORESSE ALESSANDRA ALGOSTINO E ALICE CAUDURO

Fuori i fascisti dall’università!
Il comunicato del Coordinamento Antifascista Torinese a cui l’ANPI aderisce:
“A poco più di un mese dall’ingresso della polizia nell’Università e dalle violente cariche effettuate il 27 ottobre per mettere un’iniziativa dei neofascisti del Fuan al riparo da azioni di disturbo, il copione si è ripetuto. Questa volta davanti al Campus Einaudi, in occasione di un tentativo di volantinaggio da parte di uno sparuto gruppo di attivisti del FUAN, contestato da studenti e studentesse dell’Ateneo.
Di nuovo cariche e manganellate estese anche a due docenti di Giurisprudenza, che, dopo essersi qualificate, si sono interposte tra gli agenti e gli studenti per evitare incidenti e che sono finite al Pronto Soccorso con lesioni al capo e alle braccia. La gravità del fatto è accentuata dalla circostanza che le cariche sono avvenute “a freddo”, quando gli attivisti del FUAN si erano ormai allontanati, accompagnati dalla dirigente di polizia intervenuta, e, dunque, era venuta meno – anche ammesso che fosse esistita in precedenza – ogni esigenza di tutela dell'ordine pubblico.
A fronte di ciò il Coordinamento Antifascista torinese esprime la più ferma protesta per l’operato della polizia e la piena solidarietà agli studenti, alle studentesse e alle docenti gratuitamente colpite e segnala alla città e alle forze politiche e sindacali alcuni aspetti particolarmente preoccupanti.
La polizia è arrivata in forze e in tenuta antisommossa contestualmente agli attivisti del Fuan e prima di qualsivoglia contestazione: non, dunque, per garantire, in caso di necessità, un’equilibrata e imparziale tutela dell’ordine pubblico ma in un’anomala funzione di “scorta” del gruppo neofascista. Non solo: le cariche
contro le studentesse e gli studenti antifascisti (e le docenti intervenute per contribuire a un pacifico sviluppo della situazione) sono avvenute – come si è detto – “a freddo”, senza alcuna esigenza di ripristinare un ordine pubblico compromesso.
L’intervento, dunque, appare non solo eccessivo e sproporzionato ma radicalmente immotivato e improprio. Né è casuale che ciò sia accaduto all’indomani della presentazione di un disegno di legge governativo teso, tra l’altro, a restringere il diritto di manifestare e di dissentire e dopo che, nei giorni immediatamente precedenti, alcune iniziative non violente di protesta per l’inerzia della politica di fronte al cambiamento climatico e per gli investimenti militari in città hanno provocato denunce, fogli di via e trattenimenti prolungati in Questura.
Una cosa è, a questo punto, chiara: non siamo di fronte a episodi gravi ma isolati bensì a un deterioramento complessivo del quadro politico e all’attacco sistematico a diritti
fondamentali.
Ciò impone a chi ha a cuore le libertà di tutte e di tutti un’accresciuta vigilanza e una conseguente mobilitazione.
Torino, 5 dicembre 2023″

Comunicato a cura del Coordinamento Antifascista Torinese

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Cariche al campus di Torino, le 2 professoresse manganellate denunciano i poliziotti

Alessandra Algostino, docente di Diritto costituzionale, finita in ospedale: «Colpite alla testa e alle spalle dagli agenti senza motivo»

Una è scattata per lo studente accusato di aver preso a calci un agente, mentre altre potrebbero partire nei confronti della trentina di militanti, per il momento solo identificati, appartenenti ai collettivi e ai centri sociali protagonisti delle proteste costate il ferimento di undici poliziotti. Questa volta, però, a doversi difendere non solo gli universitari antifascisti violenti. A finire sotto accusa sono anche i poliziotti del Reparto Mobile.

«Presenteremo una querela o un esposto nei confronti delle forze dell’ordine, in cui racconteremo l’accaduto, fornendo anche i referti del pronto soccorso dove ci siamo recate per le manganellate ricevute alla testa e alle spalle. Per le lesioni, mi è stata accordata una prognosi di sette giorni». È stanca e arrabbiata Alessandra Algostino. È la docente ordinaria di Diritto Costituzionale che martedì sera, come la collega di dipartimento Alice Cauduro, è finita all’ospedale proprio mentre cercava di evitare le cariche delle celere che l’hanno presa alla sprovvista quando, racconta lei stessa, «gli animi si erano calmati e non c’era alcun motivo di un intervento di quel tipo. Noi eravamo lì con il ruolo di pacieri». 

Martedì, al Campus Einaudi, si erano dati appuntamento una quindicina di studenti del Fuan per un volantinaggio. A difenderli un fitto cordone di agenti intervenuto per evitare il contatto con i 150 universitari di sinistra radunati per fermare l’iniziativa della destra universitaria con urla e il lancio di oggetti.

Il 27 ottobre le cariche della polizia erano avvenute nei corridoi del campus. L’episodio aveva scatenato polemiche per la presenza delle forze dell’ordine all’interno dell’Università. Anche martedì, gli agenti hanno varcato i cancelli del Cle. 

«Gli operatori della Digos sono entrati per riprendere i manifestanti. Mentre la polizia in antisommossa, questa volta, è rimasta fuori», racconta Algostino. Dal Rettorato puntualizzano: «Non abbiamo autorizzato alcun ingresso» per scongiurare nuove contestazioni, mentre l’ateneo finisce un’altra volta nell’occhio del ciclone.

Dopo la lunga serata trascorsa al pronto soccorso, la professoressa Algostino ha ricevuto decine di telefonate di solidarietà. Alla professoressa di Giurisprudenza è arrivata la vicinanza della presidenza dell’Anpi nazionale e dei vertici dell’associazione piemontese dei partigiani. Dopo il comunicato di solidarietà di Rifondazione Comunista e di Sinistra Italiana, firmato dalla capogruppo in Sala Rossa Alice Ravinale e dall’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, anche il Partito Democrati ha preso posizione con la capogruppo Nadia Conticelli.
«Se i movimenti neofascisti intendono provocare dovrebbero farlo senza forze dell’ordine e accettando la contestazione politica. Se ciò non è possibile allora non si tratta di manifestazioni democratiche e quindi non sono tollerabili». 

Si auspica un confronto tra Rettore e Questura. «Siamo consapevoli del difficile e delicato compito della Questura, ma non riteniamo accettabile che negli scontri siano coinvolte delle docenti che cercavano di evitare invece l’escalation di violenza».



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