Una lettera ricevuta da una lavoratrice di Palermo che è come un editoriale
Ogni giorno un passo in più
Intimidire la magistratura per paura di indagini scomode, magari su finti moderati con la passione per le armi
Voler dare maggiori poteri al presidente del consiglio per soffocare senza intralci gli ultimi sprazzi di democrazia
Inasprire le pene a fronte di legittime proteste e richieste di diritti a cui non si vuole dare risposte
Proteggere imprese e multinazionali a discapito dei lavoratori che pagano in termini di salario basso, precariato e morti sul lavoro
Cercare di abolire il diritto allo sciopero conquistato attraverso lotte dei lavoratori
Mantenere lo stato della scuola ridotta a progettificio e fornitura di giovani utili al lavoro allontanandosi dall’essere fonte di cultura, di crescita e confronto personale e collettivo
Mentire sui tagli alla sanità pubblica per favorire la sanità privata quando anche i malati oncologici devono rinunciare alle cure
Tacciare di terrorismo tutte le volte che si esprime solidarietà al popolo palestinese perché solo il terrorismo di Israele deve essere legittimato
Non avere neanche timore dell’ira funesta di un Dio che invocano e che li vede trattare i migranti come stracci in vendita, senza pietà per le morti di uomini, donne e bambini nel mostro mare, senza vergogna
Aiutare solo le donne che fanno figli come se la vita di una donna avesse meno senso senza maternità
Far finta di contrastare i femminicidi senza far nulla per rendere le donne libere economicamente, libere di dire no a uomini violenti che pensano di averle comprate
Di fronte ad una marea di donne e uomini che hanno manifestato a Roma contro la violenza sulle donne focalizzare l’attenzione sull’attacco all’associazione ProVita, come se ProVita non fosse altrettanto violenta nel considerare l’aborto un delitto e non una libera scelta
La libera scelta, si, è il filo comune, è quella che questo governo vuole impedire su tutti i fronti
Se questo non è fascismo mi chiedo cos’è e se questo non è il momento di dire basta mi chiedo se ci sarà tempo domani
Il mio slogan: il mio sangue non sarà più tuo. Dove “tuo” sta per una molteplicità di soggetti
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