Salari sempre più
bassi, diritti negati alle lavoratrici-madri, precarietà a non finire, turni arbitrari
e lunghi orari di lavoro, ferie negate e licenziamenti… come quasi in tutti i
settori, anche le lavoratrici e i lavoratori del settore aereo vengono
attaccati pesantemente.
Una situazione “legittimata”
dall’accordo firmato con la Cisl, che ha una funzione assolutamente
delinquenziale, che è l’unica sigla con cui Ryanair firma il contratto, un
contratto “pirata” che lascia di fatto mano libera al padrone.
Non può mancare l’intervento
della Commissione di garanzia sugli scioperi… che in realtà garantisce solo gli
interessi dei padroni pubblici e privati.
Dal il Manifesto di oggi le dichiarazioni di alcuni
lavoratori: «SAREMO IN PRESIDIO a Fiumicino per chiedere che l’azienda ci
ascolti – spiega un assistente di volo, dopo promessa di anonimato – . Noi
contestiamo sia la decisione di dichiarare gli esuberi dopo un’estate in cui
abbiamo lavorato tanto e bene con 30 contratti a tempo che scadranno a ottobre,
sia la “lista” degli assunti a tempo indeterminato che l’azienda ha costruito
seguendo criteri poco trasparenti e con cui deciderà chi licenziare. C’è poi il
grave problema del mancato rispetto della legge nei turni notturni per le
colleghe che hanno bambini fino a 3 anni e il pagamento delle ferie dal 2018
con conteggi sbagliati fino a 700 euro. Infine i turni: chi ha un roster (turno
settimanale) fisso è avvantaggiato nel conteggio delle ferie».
“PROBLEMI SIMILI A QUELLI degli assistenti di volo Ryanair,
che continua però a essere sul gradino più basso nel rispetto dei diritti e dei
salari. «Quest’estate ci sono colleghi che hanno lavorato anche 14 ore al
giorno per cinque giorni consecutivi, in pratica vivi per lavorare –
denuncia un assistente di volo sempre dietro la promessa dell’anonimato per non
rischiare il posto. Il limite di legge è di 12 ore al giorno, così come
spesso si è andati oltre le 100 ore al mese previste come tetto massimo. La
selva di contratti in Ryanair è sempre più inestricabile fra AirMalta e
Crewlink (il nome della società che recluta i lavoratori e risulta datore di
lavoro, ndr) con la divisione fra “numeri 1” e junior. Gli ultimi assunti di
Crewlink, le cosiddette new entry con 100 ore di lavoro nei mesi estivi prendono
non più di 1.100 euro; nei mesi invernali anche meno di 900. In più le
ferie vanno chieste un anno prima, i congedi 3 mesi prima mentre continuano
le minacce dell’azienda in caso di poche vendite o di giorni di malattia.
Insomma, anche se non paghiamo più l’acqua durante il lavoro tre euro a
bottiglietta come i passeggeri, siamo veramente lavoratori low cost, il
modello di business di Ryanair si regge ancora su un costo del lavoro al
ribasso».
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