In questa azienda i profitti di guerra si fanno sentire, basta cliccare su Internet e mettere Tenaris e si può vedere che i profitti sono alle stelle; ma profitti alle stelle vuol dire condizione operaia sempre peggiore, frutto di accordi sindacali, di una situazione scaricata continuamente sulla pelle degli operai che devono adesso farsi carico tra l'altro degli aumenti del gas, che la Tenaris usa perché i forni vanno a gas.
Una situazione in cui in questi anni c'è stato un ricambio fortissimo di operai sindacalizzati con giovani operai precari, parliamo di 400/500 operai, sempre più soggetti a una condizione di fabbrica “con l'elmetto”, che devono dire sempre di sì in un'azienda in cui già prima ci sono stati vari accordi di flessibilità.
Ma nello stesso tempo in questa fabbrica cova una situazione di potenziale ribellione e in questo senso faticosamente va il nostro lavoro all'interno della fabbrica.
Per esempio, alla Tenaris Dalmine non si è parlato di guerra se non grazie a una mozione contro la guerra che è partita dall’ex Ilva di Taranto e che è stata portata alla Dalmine anche nell'assemblea della Fiom, ma in particolare nei reparti. Qui gli operai hanno subito detto: ma su questo dove sono i sindacati? Infatti i sindacati si sono accorti della guerra solo in questi giorni con le bollette che sono
aumentate anche per i padroni e sono venuti a chiedere ulteriori sacrifici, ulteriori gestione della manodopera (stiamo diventando come una cooperativa!).Alla Damine hanno tolto in queste settimane quello che è un diritto storico, l’avvicendamento dei turni, perché l’azienda vuole risparmiare 20.000 €, e quindi i sindacati hanno detto: cosa volete fare? l'azienda ha proposto: facciamo due turni da 10 ore oppure dobbiamo fare dei turni di notte con delle squadrette in cui viene sfilato dell'organico già risicato. E cosi gli operai devono fare tre giorni un turno e due giorni un altro turno.
Tornando al discorso della mozione operaia contro la guerra e il carovita. Gli operai hanno firmato questa mozione e hanno dato un primo segnale che dobbiamo continuare, perché questo è il terreno su cui dobbiamo intervenire. Non c'è una difesa delle condizioni di lavoro se non avanza una coscienza degli operai rispetto alla loro organizzazione autonoma all'interno dei posti di lavoro, e parlo di organizzazione autonoma sindacale, quindi contro i sindacati confederali.
Alla Tenaris Dalmine il primo sindacato è la Fiom ed è il primo sindacato che sta con l'azienda. Pochi giorni fa c'è stato un incontro sindacati/azienda, con tutti a festeggiare i grandi utili dell'azienda (l'azienda è un monopolio, ha in mano tutto, ha difficoltà a trovare anche le persone per lavorare; certo assume dei giovani, gli fa fare un lavoro con la metà dello stipendio di prima facendoli lavorare più di prima). Ma non è solo una questione del lavoro, è un comando sulla vita, in cui bisogna dire “signor sì” in una situazione in cui a fronte anche del carovita ci sono salti del riposo - tutto strutturato negli accordi non solo nazionali ma aziendali. La cosiddetta “produzione volontaria” vuol dire “libero campo” ad andare tutti i sabati a fare gli straordinari. L'altra arma, da tempo attuata, è quella dei premi di produttività, che vuol dire sempre di più tirare la corda, sempre più essere schiacciati e succubi del comando aziendale, perché un'altra cosa che cova alla fabbrica è il dispotismo dei capi che si sentono liberi di fare tutto. E’ quello che noi da tempo abbiamo chiamato “fascismo padronale”. E nella fase di guerra avanza ancora di più questa situazione.
Tenaris Dalmine indica qual è la politica. I fratelli Rocca sono due, uno si chiama Paolo Rocca che si occupa di più delle gestione delle fabbriche, della manodopera, poi c'è Gianfelice Rocca che è il presidente di Humanitas, uno dei candidati della Confindustria, che dà più la linea politica; uno che nelle ultime sue interviste dice chiaramente cosa deve fare l'Europa: non è detto che debba stare solo con gli Stati Uniti, ci sono altri 20 paesi emergenti su cui possiamo fare affari, ma deve stare unita; parla delle sanzioni, dicendo: attenzione le sanzioni come le stiamo facendo non servono alla Russia, così le diamo tempo, ecc.
Per non parlare dell'altro aspetto. La Tenaris Dalmine all'interno è legata all'Eni è legata allo sfruttamento di paesi come l’Africa, e in questa fase stanno facendo ampi guadagni.
Poi c'è l'altra questione, la transizione ecologica, e anche qui loro ci sono e dicono chiaro: la transizione ecologica sono 350 miliardi da qui al 2030, ed è qui che stanno puntando. La maggioranza degli investimenti in questi anni sono stati potenziati negli Stati Uniti, anche se fino a pochi anni fa stavano parlando con Severstal, perché quando ci sono soldi i padroni non guardano in faccia a nessuno, non è che la Russia non va bene, non va bene in questo momento, e ora stanno puntando sugli Stati Uniti dove hanno acquisito una nuova fabbrica che produrrà 400.000 tonnellate di acciaio per tubi per il petrolio. Il discorso della “transizione energetica” è comunque una foglia di fico che l'azienda mette in campo.
La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi ma la politica è quella dei padroni, è nelle mani dei capitalisti miliardari e tutto il globo è diviso tra questi signori del capitale che determinano come deve essere il lavoro degli operai, lo sfruttamento.
C'è uno stretto legame tra i peggioramenti che ci sono in fabbrica è la situazione della guerra. Ma questo mostra anche la potenzialità che questi operai a livello mondiale, anche solo del gruppo Tenaris, potrebbero avere prendendo coscienza che possono mettere in campo una enorme forza per cambiare i rapporti di forza, e anche il corso di questi eventi.
Infine c’è urgente la questione del salario.
Alcuni dicono: gli operai Dalmine prendono una bella paga. Sì prendono una bella paga perché non sentono ancora gli aumenti, perché ci sono dei premi legati alla produttività, dei primi legati alla sicurezza. Quando dicevo prima che l’azienda si occupa della gestione dell'intera vita, sulla salute ha messo in campo delle iniziative per controllarti come stai, devi stare bene, devi mangiare bene, ti fanno gli esami del sangue gratis, l'importante è che la forza lavoro lavori efficacemente in questi 3/4 mesi, poi te ne starai a casa. Sempre Gianfelice Rocca lo dice chiaramente: la Tenaris Dalmine ha già messo in campo un piano di lavoro a scacchiera, perché comunque sanno che ci possono essere delle restrizioni dal punto di vista del gas, un piano che prevede già degli impianti in cui gli operai vanno in cassa integrazione, dato che la Tenaris Dalmine sta concentrando la sua produzione su una parte di acciai speciali e nel resto dei paesi sta invece aumentando la sua capacità produttiva, in particolare dei tubi per il petrolio negli Stati Uniti.
ll lavoro che dobbiamo portare avanti anche nelle fabbriche, e in particolare in questa che è un'azienda siderurgica, un'azienda dell'energia, un'azienda che in questa guerra ha delle responsabilità ben precise, e quindi la lotta che ci deve essere con i lavoratori è per far crescere la coscienza di questa potenzialità che c'è in fabbrica.
E’ chiaro che c’è una coscienza anche arretrata tra i lavoratori perché alcuni dicono: sì, ma cosa c'entrano i padroni? C'entra il governo non l'azienda se aumentano le cose... Però questo ci dà il modo di spiegare che alla fine non è così. E la battaglia che dobbiamo fare è anche questa.
Dobbiamo unire le fabbriche attraverso l'avanzamento anche della coscienza di classe, dell’unità nella lotta contro l’imperialismo, il capitalismo, lo sfruttamento, la repressione e la guerra. Questa deve essere una battaglia che come sindacati di classe dobbiamo portare nelle fabbriche per un’unità più generale da da costruire.
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