lunedì 26 settembre 2022

pc 26 settembre - EDITORIALE - L'attuale fase della guerra in Ucraina e i compiti dei comunisti

La guerra interimperialista innescata dall’invasione dell’imperialismo russo dell’Ucraina si prolunga e attraversa una fase di transizione. La nuova fase è quella in cui si marcia verso lo scontro diretto tra imperialismo Usa, supportato da Gran Bretagna, Italia e dai paesi imperialisti europei maggiori, e l’imperialismo russo, alleato ma non supportato dalla Cina imperialista e da alcuni paesi oscillanti sia dell’Asia che dell’Europa.

La controffensiva ucraina ha avuto successo e ha recuperato in poche settimane parte del terreno finora controllato dalla Russia.

Come gli analisti più attenti e meno al servizio del governo Usa dicono, questo è dovuto sostanzialmente a due fattori: i massicci armamenti di ogni genere e tipo arrivati in Ucraina ad opera dell’imperialismo Usa, degli inglesi e in misura minore degli altri paesi imperialisti europei, il ruolo sempre più preponderante della Nato che non si limita a supportare l’Ucraina e il suo regime puntello ma a dirigere, addestrare e organizzare l’esercito reazionario ucraino che agisce già come se fosse parte integrante della Nato, nonostante la sua adesione non sia stata neanche legalmente presa in considerazione.

Ma l’altro fattore che ha favorito l’attuale fase di “arretramento” dell’imperialismo russo è il non avere quest’ultimo nessun appoggio dalla popolazione ucraina, se non naturalmente in parti rilevanti nei territori del Donbass.

Un esercito imperialista come quello russo, diretto dall’oligarchia e dal sistema di potere di Putin non è in grado di ottenere l’appoggio e la neutralità delle masse ucraine, che pur non

essendo i protagonisti effettivi della resistenza, tuttora diretta, egemonizzata dalle forze reazionarie di Zelensky con all’interno la sua componente nazista, comunque non esprimono alcun appoggio all’invasione imperialista russa.

Questi fattori da un lato incoraggiano il proseguimento dell’offensiva Usa-Nato-Ucraina che può arrivare a toccare il territorio russo e che cerca pretesti per un intervento diretto della Nato; dall’altro alimenta la crisi dell’imperialismo russo, una crisi innanzitutto economica e di egemonia anche all’interno della stessa Russia, una crisi militare e una crisi diplomatica internazionale che si manifesta nel raffreddamento del sostegno cinese e nella riduzione della tiepida neutralità di alcuni paesi altrettanto decisivi nel sistema imperialista mondiale e negli assetti geostrategici che fanno da sfondo alla contesa inter imperialista per una nuova ripartizione del mondo e un controllo egemonico delle fonti di energia e di materie prime, e parliamo di paesi come India, di paesi dell’Asia e di paesi ambigui per propri interessi quali la Turchia.

A questa fase di crisi dell’imperialismo russo, il regime reazionario di Putin reagisce con la coscrizione di massa, lo scaricamento delle spese di guerra sulle masse russe, la dura repressione delle forze che all’interno del paese sono per la pace, e con un referendum di annessione contrario al principio di autodeterminazione delle nazioni delle regioni del Donbass.

Nello stesso tempo, finora non ha pagato l’uso dell’arma del gas e del petrolio e i riferimenti al possibile uso del nucleare.

Sul primo punto, il gas, ciò ha spinto i paesi imperialisti europei e i paesi dipendenti a unirsi per fronteggiare insieme la crisi, ha indebolito la posizione tiepida di appoggio alla guerra e le critiche all’imperialismo Usa come guerrafondaio che sono presenti anche nelle classi dominanti dei paesi imperialisti europei e ha offerto su un piatto d’argento un argomento utile alla campagna propagandista verso le masse della guerra a causa dello scaricamento della crisi energetica sulle masse proletarie e popolari dei paesi imperialisti e delle nazioni oppresse, la cui dipendenza è ancora maggiore.

D’altra parte l’arrogante idea dell’imperialismo russo di sostituire le forniture di gas verso i paesi europei con l’ampliamento del mercato India, Cina, ecc., non è sufficiente a contenere la crisi economica da sanzioni all’interno della Russia. L’agitazione della minaccia nucleare inoltre è fatta in maniera assolutamente rozza, oltre che obiettivamente impraticabile ai fini della guerra in Ucraina e ha dimostrato non tanto la forza dell’imperialismo russo ma la sua sostanziale debolezza.

I comunisti e il movimento proletario e popolare a livello mondiale e all’interno dei diversi paesi hanno bisogno in questa fase di riaffermare chiaro la loro linea strategica e di adeguare la loro tattica e sviluppo della lotta, tenendo conto della guerra in corso e tenendo conto della psicologia e dei sentimenti comuni delle masse.

Ribadiamo che siamo di fronte ad una guerra inter imperialista, la cui punta di diamante è rappresentata dall’imperialismo Usa e da tutti i paesi imperialisti ad esso alleati.

L’Ucraina è un terreno di questa guerra inter imperialista. Il regime della borghesia ucraina guidato da Zelensky è pedina e parte dell’azione dell’imperialismo a guida Usa.

La violazione del diritto internazionale e del principio dell’autodeterminazione delle nazioni messa in opera con l’invasione russa è condizionata e determinata dall’asservimento del regime ucraino alla campagna guerrafondaia e allo schieramento dell’imperialismo a guida Usa.

In una guerra inter imperialista i comunisti, i proletari e le masse popolari si schierano contro ogni imperialismo e concentrano la loro azione contro il proprio imperialismo.

I comunisti e il movimento proletario e popolare sono internazionalisti e praticano l’internazionalismo sostenendo e unendo tutte le forze comuniste, proletarie, popolari e progressiste che lottano in ciascun paese contro ogni imperialismo e contro il proprio governo.

Rispetto all’Ucraina, sosteniamo ogni forma di resistenza che abbia come obbiettivo l’invasione russa, il regime Zelensky e l’imperialismo Usa/Nato.

Oggi è necessario smascherare nel nostro paese le ragioni dell’imperialismo Usa/Nato.

E’ necessario spiegare e denunciare l’azione attuale dell’imperialismo russo. 

Solidarizzare con le forze che all’interno dello Stato russo si oppongono alla guerra.

Nello stesso tempo nessuna copertura può essere data all’ideologia e alla linea della Russia di Putin, così come siamo per l’autodeterminazione delle aree del Donbass; consideriamo il regime di Zelensky loro nemico principale, ma siamo contrari all’annessione e al referendum sotto occupazione militare russa.

Sul fronte dell’opposizione interna va sviluppata ogni lotta che indebolisca l’azione e il ruolo del nostro imperialismo sul piano militare, economico e culturale. Azione imperialista che si muove lungo l’asse Draghi-Meloni e che da al nostro imperialismo un ruolo di prima fila, con l’aumento delle spese militari, l’uso delle forze armate, dei soldati e delle Basi Usa, non solo nel teatro contiguo all’Ucraina ma in tutti i paesi dell’Est Europa e del Mediterraneo.

Proletari comunisti – PCm Italia

26 settembre 2022

PS - Rileggi, studia, approfondisci, richiedila per diffonderla la Risoluzione sull'Ucraina distribuita all'Assemblea proletaria anticapitalista di Roma 17 settembre

richiedi a pcro.red@gmail.com o WA 3519575628

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