"Caldo soffocante e ritmi insostenibili", a Mirafiori gli operai sono scesi in sciopero. Un esempio da estendere
dall'OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO
Dall’inizio dell’anno sono morti 850 lavoratori, 449 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni.
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Le morti sul lavoro non si fermano. E' strage continua nei cantieri, nelle campagne, nei piazzali dei
magazzini, nelle fabbriche, con i lavoratori schiacciati da mezzi insicuri, dalla mancanza di dpi e dell'inosservanza delle norme sulla sicurezza, dai ritmi di lavoro accelerati, dalla fatica.Non ci sono regole nei cantieri, gli stessi Ispettori del Lavoro denunciano che 9 imprese su 10 non sono in regola.
E' sempre la logica del profitto che ingrassa i padroni ed espone al rischio vita e sicurezza i lavoratori. Gli operai continuano a morire nell'assoluta indifferenza di padroni/governi/parlamento/Stato.
Così come dai Tribunali dei padroni i giudici garantiscono l'impunità, appunto, ai padroni, come è successo in questi giorni alla Fribonit Broni (Pavia) al processo d'Appello bis che ha assolto i padroni assassini dell'amianto.
Ora anche il caldo estremo di queste settimane, che espone gli operai a temperature che arrivano oltre 35°, ci sono stati dei morti sul lavoro perchè i ritmi non possono rallentare, i profitti dei padroni non si possono certo fermare per salvaguardare la vita degli operai, com'è accaduto alla Dana Graziano di Rivoli, nel cantiere Ferretti a la Spezia, al polo chimico di Spinetta Marengo, per citare alcuni casi di questi giorni.
Ma sappiamo che il caldo eccezionale non è, anche questo come le morti sul lavoro, una fatalità: il modo di produzione capitalistico, con al centro il profitto dei padroni, è responsabile del cambiamento climatico con la nocività e l'inquinamento, con la distruzione ambientale e gli allevamenti intensivi. E in questo inferno, per chi lavora esposto al sole per stipendi da fame, con un lavoro a nero o precario, il rischio vita e sicurezza per gli operai diventa altissimo. E invece dobbiamo rivendicare pause aggiuntive e più lunghe, diminuire i ritmi produttivi, fermare il lavoro con gli scioperi e conquistare la cassintegrazione nei luoghi di lavoro, dai cantieri, alle fabbriche alle campagne.
Solo con la lotta, l'unità e l'organizzazione, con una battaglia di lunga durata su di un piano nazionale, possiamo rovesciare i rapporti di forza e conquistare risultati concreti, dobbiamo fare campagne, dall'elezione degli RLS, eletti dai lavoratori e non nominati da rsu/rsa, alla presenza di postazioni ispettive e sanitarie, a nuove leggi sui processi che garantiscono l'impunità ai padroni.
Le realtà che si stanno coordinando in una Rete per portare avanti lotte a difesa della vita e della salute e sicurezza possono rendere ancora più forte questa battaglia in una Rete Nazionale.
Il 17 settembre stiamo preparando un incontro nazionale in presenza delle forze che hanno dato vita all'Assemblea Proletaria Anticapitalista.
Invitiamo tutti coloro che sono già impegnati o che si vogliono impegnare su questo fronte di lotta a partecipare e a dare il proprio contributo.
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