Broni (Pavia), 19 luglio 2022 - Il processo d’Appello bis per le morti d’amianto della fabbrica Fibronit di Broni si è concluso con l’assoluzione degli ultimi due ex manager ancora a giudizio. Si tratta di Michele Cardinale, settantacinque anni, e Lorenzo Mo, settantuno anni, che erano accusati di omicidio colposo. Dei dieci imputati iniziali, tre erano stati assolti in precedenza e altri cinque sono morti o giudicati incapaci di attendere al processo, per cui erano rimasti a giudizio solo Mo e Cardinale. Per loro la Procura generale aveva chiesto nella scorsa udienza rispettivamente 3 anni e 2 mesi di reclusione per Cardinale e 2 anni e 8 mesi di reclusione per Mo.
Ieri la Corte ha assolto entrambi: "Siamo soddisfatti perché abbiamo visto recepite le nostre eccezioni,
che sono state portate avanti sin dal giudizio di primo grado – ha spiegato l’avvocato Paolo Zambianchi che ha assistito Mo -. Aspettiamo le motivazioni, tra sessanta giorni, ma presumiamo che le ragioni dell’assoluzione siano da ricondurre al fatto che al momento attuale, con le conoscenze scientifiche di ora, non si può determinare il momento esatto di innesco della malattia, diverso dal momento di evidenza clinica, e quindi è impossibile valutare se quando i due imputati ricoprivano posizioni di garanzia in qualche modo non fosse già determinata la patologia".La richiesta di approfondimenti in tal senso era stata avanzata dalla Cassazione, che nel 2020 aveva annullato la condanna in secondo grado per i due ex dirigenti, che avevano lavorato nella fabbrica di Broni tra il 1981 e il 1985, e aveva ordinato di disporre un nuovo processo d’Appello. Cardinale e Mo in primo grado nel 2017 erano stati condannati dal tribunale di Pavia a quattro anni di reclusione il primo e a tre anni e quattro mesi il secondo, in Appello nel 2019 le pene erano state leggermente ridotte a tre anni e otto mesi per Cardinale e a tre anni per Mo.
Inizialmente, il processo per il caso Fibronit si era aperto nel 2012 con l’udienza preliminare, che si svolse nel centro natatorio di Voghera e non in tribunale per il gran numero di parti civili, diverse centinaia. Ora ne erano rimaste costituite poche decine, numerose morti sono andate prescritte: "Migliaia di morti e nessun colpevole. Ci devono essere dei responsabili: se i due imputati sono innocenti, allora la magistratura ci deve dire chi sono i responsabili -. ha commentato l’avvocato Ezio Bonanni, che ha assistito alcune parti civili -. Rispettiamo la sentenza, ma la magistratura ci ha dato un ennesimo schiaffo". E annuncia ricorso in Cassazione.
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