I padroni sono sempre delinquenti. E quotidianamente ne danno
esempio. Dal punto di vista sociale perché rappresentano il capitalismo-imperialismo
fondato sullo sfruttamento di classe del proletariato “… la classe degli operai
moderni, i quali vivono solo fino a tanto che trovano lavoro, e trovano lavoro soltanto fino a che il loro
lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al
minuto, sono una merce come ogni altro articolo di commercio, e perciò sono egualmente
esposti a tutte le vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del
mercato”. (Marx-Engels Il Manifesto)
Le “vicende della concorrenza” comprendono anche la delinquenza
vera e propria, perché non rispettano i contratti, perché evadono le tasse, eludono
il fisco, perché sono responsabili dei morti e feriti e invalidi sul lavoro, perché
non rispettano le leggi e per fare sempre più profitti e arricchirsi non si
fermano davanti a niente!
In questo caso si parla della truffa del cosiddetto Dieselgate
e, cioè, il fatto che l’allora ex Fiat, diventata con Marchionne FCA-Fiat Chrysler
Automobil, abbia modificato i dati sui livelli di inquinamento dei motori diesel
montati oltre 100 mila vecchi veicoli Ram e SUV a marchio Jeep. (v. il Sole 24
Ore di ieri, che riportiamo per intero alla fine).
E anche la Volkswagen “patteggia” dichiarandosi anch’essa
colpevole di accuse penali per mettere fine al famigerato scandalo DieselGate
che riguarda quasi 600mila veicoli, accettando di pagare 139 milioni di
sterline.
Quindi, senza contare il danno diretto agli operai impegnati
nella produzione, siamo di fatto davanti ad un mega atto di delinquenza, e loro
parlano di multe, non di galera! Si tratta di soluzioni di favore per i membri
della borghesia che usa la sua “giustizia”.
Fino a che punto tutto questo si scaricherà direttamente sulle operaie e gli operai che lavorano negli stabilimenti sparsi per il mondo di queste multinazionali lo si vedrà nelle prossime mosse dei loro padroni, ma anche questo ennesimo episodio mostra quanto il sistema sia totalmente marcio e aspetta solo di essere spazzato via.
Emissioni di ossido d'azoto (NOx) misurate su strada, per costruttore e cilindrata
Emissioni medie di NOx (g/km)
Limite di emissioni di NOx previsto dalla norma Euro VI NOx (g/km)
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Dieselgate, Fca pronta a patteggiare
Volkswagen sigla un accordo in Uk
Auto
Stellantis verso la chiusura dell’inchiesta Usa: pagherà 300
milioni di dollari
Il big tedesco risarcirà i clienti dopo la class action con 139 milioni di sterline
Stellantis va verso una multa da 300 milioni di dollari per
lo scandalo dei motori diesel in America. La divisione statunitense FCA, ormai
parte del gruppo automobilistico franco-italiano, ha accettato di dichiararsi
colpevole di condotta criminale e di pagare una salatissima sanzione, secondo
quanto riferito dall’agenzia Reuters. Così facendo, FCA risolverebbe l’indagine
pluriennale delle autorità americane sulla frode delle emissioni inquinanti dei
veicoli FCA con motori diesel, venduti in America. Il patteggiamento implica
che FCA Us accetta di dichiararsi colpevole di un reato criminale per aver
cercato di eludere i requisiti sulle emissioni di oltre 100 mila vecchi veicoli
Ram e SUV a marchio Jeep.
Il patteggiamento che sarebbe stato negoziato con i funzionari
del Ministero della Giustizia degli Stati Uniti dovrebbe essere annunciato la
prossima settimana, anche se i tempi potrebbero slittare. La società
presenterebbe poi la sua dichiarazione di colpevolezza in una successiva
udienza davanti a un tribunale distrettuale degli Stati Uniti. I veicoli diesel
interessati dallo scandalo coprono un periodo di tempo che va dal 2014 al 2016.
FCA si è fusa con il produttore francese Peugeot PSA nel 2021 per formare
Stellantis. La compagnia automobilistica e il ministero americano si sono
rifiutati di commentare all’agenzia Reuters.
Il patteggiamento arriva cinque anni dopo che la Volkswagen
si è dichiarata anch’essa colpevole di accuse penali per mettere fine al
famigerato scandalo DieselGate che riguarda quasi 600mila veicoli. La truffa
della compagnia tedesca ha accelerato un ulteriore controllo che ha portato ii
funzionari di entrambe le sponde dell’Atlantico a reprimere le case
automobilistiche accusate di utilizzare software illegale per ingannare i test
sulle emissioni chiesti dai governi. La medesima Volkswagen, peraltro, è ancora
invischiata nella lunga coda del DieselGate: ieri è arrivata la notizia che la
casa tedesca ha anch’essa patteggiato, ma stavolta con il governo britannico:
Volkswagen ha accettato di risarcire gli inglesi proprietari di auto tedesche
con una cifra di 139 milioni di sterline. Si trattava di una Class Action
(causa collettiva) portata avanti da oltre 90mila conducenti. Nessuna
ammissione di responsabilità è stata fatta da Volkswagen e i termini e le
condizioni dell’accordo sono riservati, secondo una dichiarazione rilasciata
proprio dal gruppo tedesco che verserà anche un contributo separato, per le
spese legali e le altre spese dei consumatori riuniti nella causa.
Il Sole 24 Ore 26 mag. 22
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