lunedì 23 maggio 2022

pc 23 maggio - Capaci: 30 anni dalla strage politico-mafiosa... coperta da un mare di chiacchiere istituzionali

A 30 anni dalla strage politico-mafiosa di Capaci nella quale fu ucciso il giudice Falcone, per contrassegnare la lunga giornata di oggi, 23 maggio, giornata dei cortei e delle passerelle “antimafia” delle Istituzioni, a cominciare dal Presidente Mattarella passando per ogni politico che vuole approfittare dell’occasione per mettersi in mostra, basterebbero alcuni titoli dei giornali di questi giorni per mettere nella giusta luce la quantità eccessiva di parole altisonanti e vuote spese dai vari palchi allestiti in tutta la città.

Questi articoli, anche di oggi, parlano di pizzo pagato da imprenditori di Catania, arresti di politici, sindaci e assessori del messinese, continue vessazioni a Brancaccio contro il centro Padre Nostro, quello di Padre Puglisi, condanne di ex presidenti di Confindustria Sicilia insieme a un colonnello dei carabinieri, retate di decine di mafiosi nei quartieri di Palermo…

Già solo questo dato di fatto quotidiano dovrebbe dare il quadro realistico – la cosiddetta mafia è viva e vegeta - che smentisce e ridicolizza tutte le chiacchiere sulla lotta alla mafia

A tale proposito è utile leggere ciò che dicono alcuni di questi responsabili, come il nuovo procuratore di Palermo, Lia Sava, che sugli imprenditori dice “gli estorti con lo Stato non collaborano e con i boss sì”! Mentre l’x procuratore generale Scarpinato dice che “Stiamo celebrando il trentennale con lo smantellamento delle leggi antimafia…” Ma c’è di più, molto di più!

Perché ciò che ha tenuto banco in questi mesi di campagna elettorale, sia per le comunali che si terranno

il 12 giugno, che in vista delle regionali di novembre, proprio prima del fatidico 23 maggio, è stata la discesa in campo a sostegno dei propri candidati, di Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, due noti politici condannati per mafia, che hanno agito apertamente, mettendo in riga tutto il centrodestra, imponendo il candidato sindaco di Palermo, che per loro è Roberto Lagalla.

La scelta dell’ex assessore alla sanità della giunta Cuffaro (ed ex assessore all’istruzione dell’attuale giunta Musumeci) ha suscitato naturalmente una forte polemica e duri scontri verbali, tanto che Lagalla ha rinunciato oggi ad essere presente alle manifestazioni dicendosi “profondamente addolorato per il clima d’odio che qualcuno sta alimentando strumentalmente”…!!!

Dopo 30 anni dalla strage di Capaci, potremmo dire quindi che siamo punto e a capo. Altro che fine del fenomeno mafioso! E ci sono tanti che condividono questa opinione, come per esempio, appunto, Scarpinato, anche ex componente del pool antimafia, che pensa che “la partita sia perduta”, che siamo davanti ad una “amnesia collettiva, una normalizzazione culturale sul tema delle stragi”, intendendo la partita della scoperta della verità, quella che porta allo Stato, ai mandanti politici. Ci tiene a dire, infatti, Scarpinato che “La storia della Repubblica nasce con una strage politico-mafiosa, Portella della Ginestra. Da allora è stata una successione ininterrotta: piazza Fontana nel 1969, Peteano nel ’72, Italicus e Brescia nel ’74, Bologna nel 1980, l’Italicus [in realtà Rapido 904, ndr] nel 1984, fino a quelle del ’92-93. E tutte hanno un unico denominatore: i depistaggi”. Perché? Chiede il giornalista: “Per evitare che emerga una verità destabilizzante che chiama in causa pezzi di Stato…”.

Una verità che si cerca di affogare dentro una quantità industriale di programmi televisivi e radiofonici, documentari, inserti giornalistici, libri e ricostruzioni, processi senza fine e… i depistaggi. Ma dopo 30 anni, se i processi per le stragi non sono ancora chiusi, non si tratta di “pezzi di Stato”, ma dello Stato borghese che non può permettersi di dire pubblicamente che la mafia è uno dei suoi “bracci armati” di cui si è servito e si serve per impedire in ogni modo il cambiamento sociale e perpetuare lo sfruttamento di classe.

In questo senso, se la mafia, come ogni fatto umano, avrà una fine, come diceva Falcone, sarà solo per mano del proletariato organizzato che dovrà spazzare via lo Stato borghese assassino e tutta la sua m…

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