Mentre nel suo complesso l’economia mondiale è in crisi
strutturale da sovrapproduzione, per tamponare la quale le banche mondiali stampano soldi a getto continuo, alcuni particolari settori della produzione industriale continuano a
fare altissimi profitti tanto da “creare” miliardari. I dati della Oxfam
pubblicati dall’Ansa dicono che si tratta soprattutto delle “aziende
energetiche, farmaceutiche e alimentari … grazie alla pandemia
che ha fatto registrare profitti record”.
Di fronte ad “Una ricchezza aumentata negli ultimi due
anni più di quanto non lo abbia fatto in 23 anni” Oxfam chiede “ai Governi
di tassare subito gli extraprofitti realizzati sulle spalle delle
famiglie che invece hanno redditi al palo e spese sempre più alte per
l'inflazione e il caro-bollette.”
Il sistema capitalista-imperialista funziona così: produce da un lato padroni sempre più ricchi e un proletariato sempre più povero. A quest’altra follia sociale si può mettere fine solo abbattendo questo sistema.
Oxfam, il Covid arricchisce i paperoni, sono 573 in più
L'organizzazione: 'Tassare extra-profitti'. Utili record per energia,
farmaci e cibo.
I ricchi sono sempre più ricchi, e numerosi, soprattutto grazie
alla pandemia che ha fatto registrare profitti record per le loro aziende
energetiche, farmaceutiche e alimentari. Una ricchezza aumentata negli ultimi
due anni più di quanto non lo abbia fatto in 23 anni, e che porta Oxfam a
chiedere ai Governi di tassare subito gli extraprofitti realizzati sulle
spalle delle famiglie che invece hanno redditi al palo e spese sempre più alte
per l'inflazione e il caro-bollette.
In un report pubblicato all'apertura di Davos, Oxfam sottolinea come il Covid abbia fatto schizzare
la ricchezza dei miliardari al 13,9% del PIL mondiale, una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000.Non solo: è anche aumentato il numero dei miliardari. Se ne contano 573 in
più negli ultimi due anni, uno ogni 30 ore. Mentre quest'anno, ogni 33 ore, un
milione di persone rischia la povertà estrema, vale a dire 263 milioni.
Oxfam sottolinea che, mentre aumentano vertiginosamente i prezzi al consumo
dei prodotti alimentari e dei beni energetici, e la spirale della povertà
estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo nel
2022, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e
dell'energia continuano ad accrescere le proprie fortune, aumentate dall'inizio
della pandemia di 453 miliardi di dollari, al ritmo di 1 miliardo
di dollari ogni due giorni. Oggi, 2.668 miliardari - 573 in più rispetto al
2020 - possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di
dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di
dollari. A registrare profitti record sono state le imprese nei settori
caratterizzati da un forte monopolio, come quello energetico, alimentare e
farmaceutico. Per dare un'ordine di grandezza, cinque delle più grandi
multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron)
fanno 2.600 dollari di profitto al secondo.
Nel settore alimentare, la pandemia ha
prodotto 62 nuovi miliardari. Insieme ad altre tre imprese, la
famiglia Cargill controlla il 70% del mercato
agricolo globale, e ha realizzato l'anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5
miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel
2022. La stessa famiglia conta ora 12 miliardari, rispetto agli 8 di prima
della pandemia. Anche nel settore farmaceutico, i cui profitti sono stati
spinti alle stelle dalla pandemia, ci sono ben 40 paperoni in più. Imprese come
Moderna e Pfizer hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie
al solo vaccino COVID-19 ed Oxfam ricorda che, nonostante abbiano usufruito di
ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi
fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato. Tutto
questo mentre l'87% dei cittadini nei Paesi a basso reddito non ha ancora
completato il ciclo vaccinale. E mentre le grandi ricchezze
salgono, i salari invece rimangono stagnanti e i lavoratori sono esposti a un
aumento esorbitante del costo della vita se paragonato agli ultimi decenni,
spiega Oxfam. Un esempio su tutti: un lavoratore che si trova nel 50% degli
occupati con retribuzioni più basse, dovrebbe lavorare 112 anni per guadagnare
quello che un lavoratore nel top 1% guadagna in media in un solo anno.
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