martedì 24 maggio 2022

pc 24 maggio - Un’altra sentenza che legittima il clima di razzismo presente nel paese… Ma senza giustizia, nessuna pace.

 I fatti sono più forti della verità dei tribunali:

MORTE DEL GIOVANE BARA: UNA CONDANNA A 8 MESI E DUE ASSOLUZIONI.

IL COMITATO: CLIMA DI ODIO, OMERTA’ E PREGIUDIZIO

Posted on : 19 Maggio 2022 - 15:51Byredazioneondaurto


Condanna a 8 mesi per tentata violenza privata con pagamento danni che deciderà il giudice civile e assoluzione dall’accusa di omicidio preterintenzionale e di omissione di soccorso. Altri due imputati sono stati assolti. Con questa sentenza il 12 maggio si è concluso il processo per la morte del giovane bergamasco di origini senegalesi Bara Lamine, che nell’estate 2017 morì cadendo in un dirupo nei pressi del paese di Ubliale Canezzo (Bg) mentre veniva inseguito dopo una lite alla festa del paese da alcune persone. Il comitato verità e giustizia per Bara denuncia e collega questa tragica vicenda ad un clima di odio, omertà e pregiudizio, manifestatosi anche nei confronti chi chiedeva di fare chiarezza e addirittura concretizzatosi nella distruzione, per due volte, della lapide posta in ricordo del ragazzo sul luogo della morte. “E’ una condanna ridicola, contraddittoria, ovviamente non siamo contenti – commenta Franco del Comitato – non è stato nemmeno riconosciuto l’omissione di soccorso; siamo sconcertati dall’indifferenza, che poi si trasforma in discriminazione, che abbiamo riscontrato. Proseguiremo con le nostre iniziative per raccogliere fondi per la famiglia, per valutare se ricorrere in appello,  per proseguire la riflessione sul razzismo che abbiamo incontrato e su come si ignori totalmente chi viene visto come un corpo estraneo, addirittura di fronte ad un fatto drammatico come questo.” 

Il pm aveva chiesto pene di oltre 10 anni…. 

«La morte di Bara — ha detto il pm nella requisitoria — è conseguenza della condotta di Brioschi e

Magitteri che lo rincorrevano per colpirlo. Bara è scappato, ha saltato e purtroppo è morto. Non ci sono dubbi che se loro non lo avessero rincorso non sarebbe morto». Secondo il pm, se anche fosse vera la versione data da Brioschi che volesse solo raggiungere Bara per poi portarlo dai buttafuori della festa perché aveva dato una testata ad un ragazzo dello staff «non cambierebbe nulla, perché lo avrebbe comunque preso con la forza». Per l’accusa, sarebbe la logica conseguenza del comportamento dell’imputato poco tempo prima: cercò Bara, lo trovò mentre stava salendo in automobile, urlava, sferrò un calcio alla portiera, tentò di prenderlo. Bara fuggì dall’altra parte. Fino a quella curva, dove sparì oltre il muretto della strada. Non lo cercò nessuno, quella notte. L’allarme scattò la sera dopo, era morto.

La tragedia di Bara a Ubiale Clanezzo, carabiniere testimone: «L’imputato Brioschi sviò le indagini, non aiutò» Nella ricostruzione del comandante, è Brioschi l’uomo ripreso dalle telecamere che quel sabato sera si china, raccoglie le scarpe che Bara ha perso scappando e le lancia.

SECONDA VOLTA IN POCO PIÙ DI 1 ANNO: Distrutta (di nuovo) la lapide a Ubiale Clanezzo in ricordo di Bara: «Vigliacchi senza dignità» - il toccante sfogo social di un'amica 

Il vostro pregiudizio e la vostra ignoranza non vinceranno. Noi siamo meglio di voi, chiunque siate».

«Ancora una volta ci tocca sentire il fiato sul collo dei vigliacchi senza dignità che hanno distrutto la lapide che ricorda Mamadou – si legge nel messaggio pubblicato sui social -. La sua morte pesa e ci sono persone che non si danno pace. Hanno paura della verità. Da un anno ci stiamo mobilitando perché si faccia davvero luce su quanto è davvero accaduto e presto ci sarà chi dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale e omissione di soccorso, anche grazie alla nostra mobilitazione».

Nonostante le intimidazioni amici e familiari non si arrendono. «Le vostre aggressioni ci danno forza e ci confermano che stiamo dalla parte giusta – prosegue il post -. In questo anno sono continuate le minacce, anche su questa pagina, e i tentativi di denigrare la figura di Mamadou. Un ragazzo come tanti, con le ali ai piedi e un sogno nel cuore. Un sogno spezzato da vigliacchi, comunque siano andati i fatti e qualunque sia la verità processuale cui si giungerà. Il vostro pregiudizio e la vostra ignoranza non vinceranno. Noi siamo meglio di voi, chiunque siate».

Distrutta a mazzate la lapide dedicata al giovane Bara, il toccante sfogo social di un'amica 

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