Sono un operaio della Tessitura di Mottola ed RSA Slai cobas per il sindacato di classe. La Tessitura di Mottola a parte della multinazionale Gruppo Albini con sede a Bergamo. Per 17 anni abbiamo prodotto tessuti di altissima qualità proprio a Mottola in provincia di Taranto. Ma l’azienda ha deciso di chiuderei cancelli dal primo decreto pandemico, con la successiva messa in cassintegrazione di tutti gli operai, anche se continuano a produrre nelle altre loro aziende a livello internazionale, Repubblica Ceca, Egitto.
Tutto questo per fare profitti ovviamente. Da due anni percepiamo prima la cassa covid, poi cig straordinaria fino a dicembre. Dopo di che non c’è più neanche questo. In questi due anni non è stato fatto nulla, perchè buona parte del nostro stabilimento ha come rappresentanti sindacali i confederali; non è stato fatto niente, nemmeno un accordo sindacale per chiedere un integrazione alla cassintegrazione miserabile che stiamo prendendo.
Come lavoratori e come Slai cobas sc ci siamo uniti alla lotta della Gkn soprattutto perchè vogliamo coinvolgere tutta la società che ci circonda, perchè non è assolutamente accettabile che per colpa di questo maledetto fenomeno chiamato delocalizzazioni ci ritroveremo in migliaia di operai e di famiglie senza lavoro e senza un futuro. Il gruppo Albini ha sfruttato tutti i tipi di incentivi governativi e tutti gli ammortizzatori sociali possibili; come tutte le aziende che vengono ad usurpare il nostro territorio per poi abbandonarlo alla prima occasione utile. E la cosa grave è che ora c’è una fabbrica chiusa senza che il governo faccia niente.La nostra lotta non si ferma, andrà avanti fino a quando non verrà garantito il posto di lavoro a tutte le unità di stabilimento. Non c’è incentivo all’esodo che tenga. Vi faccio un esempio: c’è stata proposta
un’elemosina di 14mila euro lorde da versare in 4 comode rate a chi voleva andar via, nemmeno fossimo una “batteria di pentole”...Grazie alla piccola lotta di un gruppo di noi operai, eravamo una decina alla riunione dei confederali che volevano firmare ad occhi chiusi, addirittura hanno detto: per noi non c’era nemmeno bisogno di passare per questa assemblea, solo grazie a quella decina di lavoratori presenti che avevamo deciso di far saltare quello scempio di accordo, questo non è passato.
Grazie anche a quello che ho imparato in questi mesi dal Collettivo di fabbrica della Gkn, dico che ci vuole l’unione, ci vuole la solidarietà, ci vuole qualcosa che ci tenga stretti. E non parlo di segreterie, parlo di lavoratori. Se i lavoratori scendono in piazza uniti e lottano con tutte le realtà che abbiamo sentito oggi come abbiamo sentito alla manifestazione del 26, come abbiamo sentito all’Insorgiamo tour della Gkn quando sono venuti a Taranto, allora le cose possono cambiare.
Siamo stati sempre trattati come lavoratori di serie B rispetto alle altre aziende che stanno al nord. Ma ora abbiamo detto: Basta! a tutti gli abusi subiti negli anni, la dignità è nostra, la difenderemo a spada tratta.
E’ importante, e faccio un appello per questo, che come realtà lavorative simili alla nostra su scala nazionale ci dobbiamo unire; e quindi torno a quello che il collettivo della Gkn chiama “convergere”, è importante unire tutte le realtà lavorative, anche là dove non sono presenti i comitati, sindacati di base, dove non ci sono neanche i confederali, dove ci sono semplici lavoratori. Abbiamo sentito di Amazon poco fa, e si parla di una mega struttura, è giusto che anche quelle strutture dove non ci sono comitati e sindacati devono essere coinvolte.
Quindi, uniamoci per essere più forti in questa lotta per difendere il nostro lavoro e il salario. E’ importante, voglio dire al Collettivo Gkn, continuare ad unire gli operai e portare avanti questa grande macchina che avete messo in moto. Sono d’accordissimo con la manifestazione che si verrà a fare in autunno.
Per tornare al discorso di prima la lotta a Taranto degli operai, vi faccio un piccolo esempio che è successo poco tempo fa. Il 6 maggio all’Ilva di Taranto c’è stata una protesta dei lavoratori. ArcelorMittal continua ad andare dritto per le sue idee, non rispetta nulla; gli operai si sono ribellati; è uscita addirittura l’Amministratrice delegata dalla fabbrica per vedere uno ad uno chi stava scioperando quel giorno, avevano tutti il diritto di scioperare. ArcelorMittal ha detto che 3500 operai devono andare in cassintegrazione e non si sa nemmeno il perchè, e nessuno da una motivazione valida agli operai che stanno a casa.
Insorgere soprattutto con i lavoratori.
Una cosa che volevo mettere in evidenza, è che al momento c’è una trattativa sporca per quanto riguarda il nostro stabilimento, perchè non c’è nulla al Mise, nulla alla Regione, ma un ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri all’epoca di Conte, sta facendo campagna elettorale su un eventuale azienda che vorrebbe entrare nel nostro stabilimento, Bene quest’azienda non ha nemmeno una fabbrica in Italia, le ha tutte all’estero e ha detto: se non ci danno il 40% dei finanziamenti, nero su bianco, noi ce ne andiamo in Albania. E’ una cosa normale? Noi abbiamo vissuto uno scippo di posti di lavoro perchè hanno chiuso la fabbrica per delocalizzazione e adesso viene un’azienda che se non riceve il 40% degli investimenti del piano industriale, possono tranquillamente andarsene in Albania. E’ uno scempio questa delle delocalizzazioni, è scandalosa la norma che ha fatto il governo. Io ho avuto un dibattito con questo ex sottosegretario, Sen Turco dei 5Stelle. Questo ha detto che grazie al loro emendamento hanno fatto una legge per delocalizzazione che fa solamente il solletico alle grandi multinazionali, che anche pagando il doppio riescono a delocalizzare lo stesso.
Per questo Insorgiamo e discutiamo tutte le date fissate dal Collettivo Gkn. E’ importante continuare ad unire, ed è una lezione del collettivo l’unità, la costruzione della solidarietà tra operai e non solo,noi vogliamo che i lavoratori sostengano le altre mobilitazioni, capiscano la ricchezza delle lotte e dello stare insieme. Perchè se si ottiene sia pur un parziale risultato tramite la lotta, permette di elevare la coscienza della necessità di non fermarsi ma di avanzare nella lotta.
Sono operaio della Tenaris Dalmine e volevo aggiungere una cosa: C’è uno stretto legame tra l’economia di guerra e la lotta dei lavoratori. Invito tutti a fare una battaglia perchè ci sia una prima presa di posizione nelle fabbriche contro la guerra, la guerra dei padroni e che noi siamo al fianco di tutti i popoli che lottano che devono lottare contro i propri sfruttatori.
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