Mentre anche oggi le notizie riportano di intere retate di
mafiosi a Palermo il presidente guerrafondaio Draghi è intervento al convegno
su “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia” e tra la tanta retorica inutile,
ha dovuto ammettere quello che le celebrazioni annuali dell’antimafia
cercano malamente di nascondere e cioè che la mafia non è per niente stata
sconfitta: “Rispetto a trent’anni fa, la mafia ha assunto forme nuove, - dice -
ma altrettanto temibili. Non viviamo più l’incubo dello stragismo, del
terrorismo di stampo mafioso.” (L’intervento è sul sito del governo)
Ma “Le mafie si insinuano nei consigli d’amministrazione,
nelle aziende che conducono traffici illeciti - al Nord e nel
Mezzogiorno. Inquinano il tessuto economico, dal settore immobiliare al
commercio all’ingrosso. Controllano il territorio con la violenza, soffocano la
libera concorrenza.”
e questo, appunto, dal Nord al Sud del Paese:
“Le cosche come quelle della ‘ndrangheta si sono diffuse
nel Nord Italia - in Lombardia, in Piemonte, in Liguria,
in Veneto, in Valle d’Aosta, in Trentino Aldo
Adige. Qui si è radicata la ‘mafia imprenditrice’, come ha
denunciato il Questore di Milano Petronzi. Si impossessa di aziende in
difficoltà, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende
inefficaci i servizi, danneggia l’ambiente.”
Praticamente ha elencato tutto ciò che fanno i capitalisti imperialisti normalmente, a cui bisogna aggiungere i morti e feriti sul lavoro!
E come si deve “lottare” secondo Draghi? “La lotta all’illegalità impone anche una miglior tutela della
spesa pubblica. Dobbiamo fermare e punire chi cerca di drenare fondi pubblici a vantaggio di società mafiose. Le indagini giudiziarie e l’attività investigativa sono una parte essenziale di questo sforzo. Per proteggere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, semplifichiamo le procedure, miglioriamo il sistema di contrasto alle infiltrazioni, rafforziamo i controlli.” Insomma, difendendosi, difendendo soprattutto il Pnrr! Se uno stato si deve difendere, non è una ammissione implicita di “debolezza” questa? In realtà si tratta di connivenza!Ma Draghi fa finta di non capire nemmeno quello che dice lui
stesso, tanto che subito dopo si vanta addirittura, ripetendo banalità sentite
mille volte, che: “L’Italia può e deve avere un ruolo guida a livello
europeo nella lotta alla criminalità organizzata. Siamo all’avanguardia
[e meno male!] nella legislazione antimafia e nella protezione dei testimoni e
dei loro familiari, uno strumento fondamentale per la giustizia sin dai tempi
del maxiprocesso.” Tanto che verranno pure dall’estero a imparare! “Lo ha
riconosciuto il primo ministro olandese Mark Rutte in una sua recente visita a
Roma, – continua - quando ha annunciato che i ministri olandesi verranno in
Italia per imparare dai nostri esperti.” Che cosa devono imparare? Forse come
dopo 30 anni non si riesce a catturare il boss dei boss, Messina Denaro, ancora
libero?
E, aggiunge, Draghi: “Le norme antimafia italiane possono
essere un utile punto di riferimento nella discussione in corso a livello
europeo sulla confisca dei beni degli oligarchi russi.” Questa degli
oligarchi degli altri paesi è una fissazione. E ancora una volta che
figura! La “confisca dei beni degli oligarchi russi” l’hanno fatta subito,
pensando pure a come utilizzarli, mentre quando vengono sequestrati i “beni”
alla mafia, si creano immediatamente mille difficoltà… e i “beni” rimangono là
dove sono per anni, spesso in attesa di essere restituiti!
Le battute finali di Draghi in questo convegno sono altre
favolette per bambini distratti: “Per sconfiggere le mafie, lo Stato deve
essere più presente laddove le mafie provano a sostituirsi alle istituzioni. Per
questo dobbiamo migliorare i servizi, le reti di assistenza sociale. E
dobbiamo favorire l’occupazione, soprattutto tra i più giovani, creare
opportunità, rafforzare i legami sociali - a partire dai contesti
più marginali e più svantaggiati.” E tutti questi, dice: “Sono obiettivi
al centro dell’azione di Governo, in cima alle nostre priorità.”
In cima alle priorità del proletariato e delle masse popolari di questo Paese, c’è per forza la necessità urgente di una lotta a tutto campo contro un governo, e il suo attuale rappresentante Draghi, che si è buttato a capofitto in una guerra, fatta di morte e distruzione, le cui conseguenze si stanno già pagando e si rischia di pagare ancora di più.
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