“L’ipotesi è stata attentamente vagliata e analizzata nelle scorse settimane e resta ancora sui tavoli della politica per sciogliere alcuni nodi tecnici che sarebbero da ostacolo affinché l’azienda possa proporre e sviluppare un progetto per il rilancio dell’area industriale del palermitano che da dieci anni, da quando cioè Fiat ha deciso di chiedere lo stabilimento, aspetta un soggetto industriale forte per ripartire.” dice il quotidiano di Confindustria, il Sole24Ore del 2 settembre.
Questa proposta è da
considerare l’unica seria in oltre dieci anni di tentativi tutti falliti (dalla
“Sunny Car”, alla DR Motor Company,
alla Blutec… solo per rimanere alle aziende che si occupano di produzione di auto)
compreso le ultime “manifestazioni di interesse” che hanno risposto al bando
che era stato pubblicato a maggio dal Ministero e che non sono state nemmeno
accolte e che non si occupavano affatto di costruzione di auto, comunque
incapaci di creare molti posti di lavoro e quindi di riassorbire anche gli operai
ex Fiat.
Oltre dieci anni di attesa in cui gli operai hanno dovuto percepire la cassa integrazione, che, come si sa, è molto meno del salario (e per la quale, alla scadenza, ogni volta hanno dovuto protestare pubblicamente), mentre la gestione assolutamente scellerata dei vari amministratori, compreso Invitalia,
non ha permesso nessun rilancio anzi alla fine una parte dei soldi pubblici sono stati rubati dal padrone della Blutec, Ginatta.Dieci anni in cui politici e sindacalisti alla ricerca di facili
consensi si sono alternati sul palco delle promesse mai mantenute, mentre nel frattempo
si è impoverito ancora di più il settore industriale già di per sé molto debole
in tutta la regione. E questo non fa bene al proletariato e alla classe operaia
che nella fabbrica ha il suo punto di forza. Su questo, per parafrasare Marx
potremmo dire che siamo tormentati non solo dallo sviluppo della produzione
capitalistica, ma anche dalla mancanza di questo sviluppo… perché la presenza
di una classe operaia numerosa, se da un lato accresce il capitale dall’altro è
il presupposto per l’organizzazione di una più forte lotta di classe.
L’intervento del solido colosso pubblico internazionale della
costruzione navale, Fincantieri, che implica l’attivazione di un enorme e
variegato settore industriale, è certamente una ottima occasione, quindi, per
il rilancio dell’industrializzazione dell’area e di conseguenza per il
reimpiego degli operai sia diretti che dell’indotto.
E non ci possono essere obiezioni, perché niente
effettivamente impedisce la realizzazione del progetto, visto l’enorme “portafoglio
ordini”, cioè la quantità di navi già richieste (ad oggi 18 nuove navi da costruire!)…
proprio per questo, per permettere la riuscita di questo progetto è interesse
degli operai contribuire a togliere di mezzo ogni tipo di “ostacoli” e passare
ai fatti!
a cura dello slai cobas per il sindacato di classe - Palermo
Nessun commento:
Posta un commento