Alcune puntualizzazioni sul cosiddetto Dl Delocalizzazioni

1. Qualsiasi cosa stia discutendo il Governo in merito alle delocalizzazioni non è condivisa o anche solo comunicata ai lavoratori Gkn, nè - per quel che ci è dato sapere - ad alcuna organizzazione sindacale. La discussione in atto avviene completamente sulle nostre teste.

In nessun modo il Dl Delocalizzazioni attualmente in discussione può essere considerato una norma "salva Gkn". Di tutte le bozze che abbiamo visto nessuna contiene i meccanismi per salvare Gkn. Anzi, alcune delle versioni che abbiamo letto andrebbero chiamate norme "chiudi Gkn". Imporrebbero per legge esattamente l'approdo finale auspicato da Melrose: la chiusura del sito produttivo mitigata da qualche ammortizzatore.

2. Noi abbiamo i nostri strumenti per provare a fermare la procedura di licenziamento: lo sciopero, l'accordistica che avevamo sviluppato e un ricorso per condotta anti-sindacale depositato dalla Fiom, l'assemblea permanente, la lotta. E li abbiamo messi in campo, mettendoci intelligenza, corpo e faccia. Se il Governo avesse la stessa determinazione, dovrebbe essere pronto a decretare con urgenza la sospensione di tutte le procedure di licenziamento in corso. Si decreti la sospensione delle 223 anche per discutere con tempi adeguati su una norma anti-delocalizzazioni.

3. C'è chi produce semiassi, chi coltiva i campi, chi scrive libri ecc.. E poi c'è chi produce ristrutturazioni e licenziamenti traendone guadagno. Questo è il mestiere di un fondo finanziario. La sua libertà di impresa consiste nel distruggere una impresa.
Il punto è se questo mestiere deve essere limitato o no da un Governo o dalla legge.

Gkn Firenze non è un'azienda in crisi. La chiusura di Gkn, indipendentemente se avvenisse per vie traumatiche o con una lenta cassa per cessazione d'attività, sancirebbe la chiusura di un'azienda sana e renderebbe ancora più difficile difendere il resto dell'occupazione nel paese.

4. Siamo stati licenziati con una modalità atroce ma non è mai stato questo il punto dirimente. Chi continua a mettere l'accento sui licenziamenti "via mail o whatsapp" appare ai nostri occhi come l'ennesimo soggetto che prova a chiudere il nostro stabilimento. Perchè invece di contribuire alla lotta per la continuità produttiva dello stabilimento, si interroga su quale sia la via più educata per portarci alla chiusura.

5. La legislazione italiana, volendo, ha già in sè gli strumenti o comunque le premesse per frenare una delocalizzazione tipo Gkn
La legislazione europea non contiene nessuna limitazione automatica a riguardo. Esistono quindi tutte le possibilità di interpretare la legge a favore di una norma antidelocalizzazioni. Ma a monte, il tema è se vi sia o meno la volontà politica di farlo.
Nel caso della legislazione italiana, si tratterebbe di riesumare l'articolo 41, 42, 43 della Costituzione che giacciono in coma vegetativo.

6. Non può esistere alcuna legge antidelocalizzazione che non abbia in sè i meccanismi sanzionatori per impedire la delocalizzazione. Una legge antidelocalizzazione ha come scopo finale l'individuazione di un percorso che impedisca la delocalizzazione dove la mancata delocalizzazione è risultato della sanzione stessa prevista dalla legge.

Il dl delocalizzazioni, così come arrivato a noi da fonti giornalistiche, non impedisce le delocalizzazioni. Le proceduralizza. Nella sua forma più lieve prevede semplicemente un maggiore preavviso per realizzarle e al massimo un risarcimento monetario per il lavoratore. Il risarcimento del lavoratore che perde il lavoro per la delocalizzazione non è la rimozione del danno, ma la sua mitigazione.

Non è contrastabile una delocalizzazione senza lo sforzo di individuare criteri oggettivi da cui discendano due facoltà in mano allo Stato: l'annullamento dei licenziamenti e la podestà di definire la continuità produttiva dello stabilimento attraverso meccanismi che distacchino la libertà dell'impresa di andarsene dall'esistenza fisica dello stabilimento produttivo.

7. I lavoratori Gkn hanno approvato in assemblea il documento redatto da un gruppo di giuslavoristi e avvocati provenienti in larga parte da Giuristi Democratici, Comma 2, Telefono rosso di Pap o semplicemente appartenenti all'area del giuslavorismo progressista. E' un documento che si articola in 8 punti. Quella è la nostra proposta.
Siamo pronti a discutere in qualsiasi momento con chiunque la volesse prendere in considerazione.

8. Bonomi ha dichiarato la già debole proposta del Governo come punitiva nei confronti delle aziende. Bonomi, come il resto di Confindustria, "piagne e fotte". Comanda e contemporaneamente fa la vittima. Tuttavia il ragionamento di Bonomi è chiaro: rivendica il diritto di qualsiasi azienda di venire qua, essere incentivata a rimanere con soldi pubblici e poi a scappare come meglio crede senza vincoli. In pratica Bonomi rivendica il diritto delle aziende di arricchirsi, impoverendoci come meglio credono.

Forse le aziende delocalizzano e deindustrializzano il nostro paese proprio perchè qua risulta più facile e rapido farlo. L'esatto contrario di quanto Bonomi va sostenendo.

9. Questa non è una lotta tra nazioni. Qua non si gioca "Italia-Inghilterra". Il fondo finanziario inglese licenzia gli operai inglesi come quelli italiani. Tuttavia, se si intende come paese, una comunità di persone solidali che vivono del proprio lavoro e in armonia reciproca, l'attacco di Melrose è un attacco contro il nostro territorio. Prendiamo atto che chi maggiormente si oppone anche solo a un timido Dl sulle Delocalizzazioni sono proprio Giorgetti e la Lega. Stando ai vostri stessi canoni, noi dovremmo definirvi anti-italiani.

10. Forse riuscirete a rubarci il lavoro e il futuro, ma non ci faremo rubare le parole. Lo avete già fatto tante volte. Chiamate riforme quelli che sono peggioramenti. Chiamate modernità quello che è il ritorno a forme di sfruttamento precedenti agli anni '60. Avete chiamato Decreto Dignità qualcosa che non ci ha restituito un grammo di dignità. Non permetteremo che questa storia finisca con un Dl anti-delocalizzazioni che in realtà non impedisce alcuna delocalizzazione.

il 18 settembre pomeriggio, anche per questo, tutti a Firenze. Noi #insorgiamo