martedì 14 settembre 2021

Femminismo proletario rivoluzionario - FEMMINICIDI OGNI GIORNO - E' UN'EMERGENZA CHE RICHIEDE EMERGENZA DI LOTTA!

 

Ieri due femminicidi in un solo giorno. Dopo quelli avvenuti nelle scorse giornate.

Il primo femminicidio è avvenuto ad Agnosine, in provincia di Brescia, dove un uomo ha ucciso la ex moglie, Giuseppina, operaia, madre dei suoi due 2 figli, con diverse coltellate sulle scale dell'edificio dove la vittima si era trasferita da un mese dopo la separazione dal marito. 
Il secondo in provincia di Cosenza, nel pomeriggio. In casa al culmine di una lite, il marito 52enne ha accoltellato ripetutamente la moglie, Sonia, di 43anni. La coppia da tempo aveva frequenti litigi, nell'uomo, a quanto sembra, era insorta una gelosia ossessiva nei confronti della donna che era stata più volte in procinto di sporgere denuncia per i maltrattamenti subiti.
Dal primo gennaio al 5 settembre, 76 donne sono state uccise: quasi tutte (66 su 76) sono state uccise in ambito familiare, incluse le 47 che hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex.
Ridurre tutto questo a casi individuali, come il più delle volte fanno giornali e Tv, o anche personaggi istituzionali è voler "normalizzare", quando questi femminicidi gridano una vera e propria guerra di bassa intensità contro le donne, una guerra di emergenza, che richiede risposte di emergenza soprattutto da parte delle stesse donne. 
Negli anni 70/inizio 80 quando vi era un grande movimento delle donne, e migliaia quasi ogni giorno scendevano in piazza e imponevano a tutti la volontà, la forza delle donne, i femminicidi e gli stupri erano pochi; a dimostrazione che solo la lotta collettiva delle donne è una diga e che questa oggi bisogna ricostruire. 
Il sindaco di Agnosine, Giorgio Bontempi, ha commentato: "Parliamo di una famiglia normale, due grandi lavoratori non si riesce a capire...". Invece si capisce benissimo - e chi lo copre è oggettivamente, se non soggettivamente complice.
Si capisce se si vuole guardare a tutto quello che succede intorno, alla natura di questa società borghese, al clima odierno sempre più reazionario, fascista nei "valori" che si espande e inquina, ammorba tutto e tutti. 
Per questo riprendiamo parti di uno scritto dell'opuscolo del MFPR "Uccisioni delle donne, oggi", scritto qualche anno fa ma sempre più attuale:

"Serve inquadrare il clima politico, ideologico, sociale in cui e per cui avvengono oggi le uccisioni delle donne. Si tratta di una tendenza che andrà purtroppo accentuandosi e che può trovare come risposta soltanto una mobilitazione diretta delle donne.

In questo senso le uccisioni non si potranno fermare, né ci sono interventi di legge, di controllo che possano frenarli. Il moderno fascismo le alimenta a livello di massa: le uccisioni hanno la caratteristica di essere ripetitive, emulative. La stampa, la televisione sono in questo uno strumento fondamentale: amplificano o minimizzano o nascondono, su alcune vicende costruiscono dei talk show osceni, su altre fanno calare il silenzio; in questo modo indirizzano e/o deviano l’attenzione, impongono idee, giudizi, con criteri di scelta/selezione spesso razzisti, di classe o che comunque rispondono all’utilizzo di tali uccisioni e violenze per rafforzare la politica, l’ideologia, i “valori” dominanti e nasconderne la cause sociali, lì dove invece i motivi di questa recrudescenza di uccisioni delle donne vanno visti sempre come espressione della condizione generale delle donne e della realtà sociale. 

Spesso si tende a motivare il femminicidio come vicenda privata, frutto della gelosia, o di un raptus di follia. Ma anche esaminando specifici episodi, vediamo che i singoli uomini che uccidono trovano l’humus adatto, favorevole, che in un certo senso li fa sentire legittimati, niente affatto in colpa, anzi, quasi autorizzati. “Tu devi essere mia, o sei mia o non sei”. Questo humus è il moderno fascismo e questo rende differente oggi la questione della violenza sulle donne ed in particolare le uccisioni, fatte prevalentemente reazione, a volte preventiva,  alle donne che si vogliono ribellare, che vogliono rompere legami oppressivi - ruolo della famiglia.

Oggi le donne sopportano meno, rompono i rapporti, si ribellano, cacciano i fidanzati, i mariti ecc; è la rottura del concetto di possesso, di proprietà, che c’era anche prima ma che oggi, da parte delle donne viene messo in discussione, non viene accettato.

Queste uccisioni e violenze sono delitti fascisti, perchè mossi da una concezione di supremazia, di odio, di attacco verso chi dovrebbe essere succube e invece si ribella. Sono delitti fascisti perchè uccidono le donne in quanto donne. Come fascista è spesso il clima generato di complicità diffusa pre e post uccisioni, in cui gli uomini vengono considerati perbene, e chi sa non parla e copre non solo perchè ha una concezione individualista, ma perchè ha la stessa concezione maschilista verso le donne.

L’altra questione che rende “nuovo” il femminicidio è il ruolo oggi della famiglia. La famiglia è stata sempre terreno di oppressione per la donna, di tomba dell’amore, di ghetto. Noi diciamo “in morte della famiglia” perché la maggior parte delle uccisioni avvengono nell’ambito familiare o di rapporti familiari. Che cos’è la famiglia? Perché la famiglia è morte? In termini sociali è la cellula della società, che esprime in sintesi processi, contraddizioni che avvengono poi nell’intera società. Il problema è che ora la famiglia, da un lato effettivamente è in crisi, non riesce più a conservare, ad essere un elemento di conservazione, nello stesso tempo viene iper-esaltata dalla Chiesa, dal governo, dallo Stato...

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