Riproponiamo questo articolo, pubblicato il 5 settembre, perchè trova riscontro già all'inizio dell'anno scolastico.
In questa settimana sono iniziate le lezioni a scuola, anche se con diversi calendari regionali, ma quest'anno la questione scuola è ancora tra i temi più dibattuti su cui l’attuale governo Draghi/Bianchi si è affrettato solo a ridosso del nuovo inizio di anno scolastico a propagandare a livello di massa un quadro “positivo e rassicurante” di risoluzione dei problemi, quadro che invece di fatto non corrisponde alla realtà quotidiana esistente (pensiamo che solo il settore scuola in Italia coinvolge in totale oltre 1 milione di lavoratori tra docenti e personale Ata e circa 8 milioni di studenti).
Il governo Draghi, rappresentante della borghesia dominante in questa specifica fase di crisi amplificata dalla pandemia che continua, si è dimostrato ancora più determinato a gestire la crisi secondo le richieste dei padroni capitalisti, ha elargito a destra e a manca tutta una serie di misure economiche, incentivi anche a fondo perduto, soldi per la cassa integrazione Covid, ecc, ecc alle aziende per la loro “ripresa”, per salvaguardare i loro profitti sulla pelle degli operai sfruttati; mentre per settori pubblici importanti come la sanità e la scuola buona parte dei seri problemi sono rimasti tutti sul piatto irrisolti per i lavoratori, per i proletari e per le masse popolari, problemi che l’emergenza Covid ha messo ancora più in luce come effetto nefasto di anni e anni di scellerate politiche di tagli e lacrime e sangue che non si sono mai fermate.
Sulla scuola, nonostante “l’incidente di percorso” rappresentato dall’emergenza Covid, ciò che conta per la borghesia al potere è avanzare lungo il percorso di adeguamento della scuola alle esigenze del Capitale.
Durante il G20 di giugno 2021 a Catania dedicato all’istruzione uno dei temi è stato per esempio l’alternanza scuola-lavoro e, al riguardo, l’attuale ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sembrato quasi invisibile per mesi dal suo insediamento al Ministero dell’Istruzione, si è invece attivato in quel consesso dorato, guarda caso, esaltando il sistema del “dual system”.
“… il dual system che permette di articolare meglio l’accompagnamento dalla scuola al lavoro e di essere continuamente formati durante l’inserimento nel lavoro”, ha detto Bianchi in termini di superamento della cosiddetta alternanza scuola-lavoro, perché “nel sistema duale si ha una vera e propria compenetrazione del percorso formativo a scuola e dell’esperienza lavorativa in impresa” degli studenti, che nei fatti concreti significa potenziamento del massiccio impiego di lavoro nelle aziende con nuove braccia da sfruttare gratuitamente per essere pronte poi a fine percorso scolastico per il mercato dei padroni.
Da qui tutto l’interesse del Ministro Bianchi verso il potenziamento degli Istituti tecnici superiori ribadito fino a questi ultimi giorni “un modo di diverso di fare scuola” - ha detto una intervista al Sole 24 ore di maggio 2021 - la cui idea è “… bisogna dare a tutti…, grazie alla capacità di coniugare la parte educativa teorica con un elemento operativo pratico che è la presenza delle imprese e del territorio. L’idea di un’educazione che metta insieme “testa e mani; per arrivare a questi giorni in cui dichiara “stiamo preparando una grande riforma della scuola, a partire dalla scuola tecnica che è stata la base del miracolo economico del Paese”(intervista del 31 agosto) .
Più chiaro di così! È questo il sistema del Capitale che deve dettare le regole in ogni ambito, e tra questi la scuola è un terreno importante in cui seminare, arare e raccogliere i frutti necessari per la salvaguardia e funzionamento di una società basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e i servi di questo sistema alla Bianchi sono chiamati ad eseguire.
Ma ancora, il ministro Bianchi ha dichiarato a fine agosto “Abbiamo fatto un grande lavoro… Il 1° settembre è alle porte e si è lavorato tanto per ritornare a scuola in piena sicurezza e in presenza…”.
Ci sarebbe davvero da ridere se non ci fosse da piangere guardando alla situazione reale in cui versa il mondo della scuola all’inizio di questo nuovo anno scolastico, una situazione che Bianchi e tutto il governo Draghi dietro annunci mediatici roboanti vogliono invece offuscare/deviare/nascondere sotto il tappeto della loro ipocrisia borghese.
II governo Draghi, incalzato anche dal fasciopopulismo alla Salvini maniera, ad oggi non sta procedendo, dinnanzi ad una situazione sanitaria ancora di emergenza, con ciò che era ed è necessario e urgente, l’obbligo di vaccinazione per tutta la popolazione, ma ha cercato di correre ai riparo con la foglia di fico ipocrita della misura del green pass che sta creando nelle scuole per esempio una situazione a dir poco caotica e non risolutiva.
Se nel mondo scolastico è vero che la maggior parte dei docenti e personale Ata si è già vaccinato prima dell’emanazione del Green pass, nonostante la campagna di vaccinazione governativa si sia rivelata piena di falle, di disinformazione o cattiva informazione, priva di serio supporto e assistenza medica verso i lavoratori in generale ma anche soprattutto verso i numerosi casi legati a specifiche patologie, resta comunque ad oggi il problema che una parte di lavoratori, soprattutto in alcune regioni, vedi la Sicilia per esempio ma non solo, alla ripresa delle lezioni non è vaccinato in un settore lavorativo che è sicuramente a rischio dal punto di vista dei flussi di persone/contagi.
Misure del tutto ambigue contenute nel recente protocollo di intesa firmato dal governo e dai servi sindacati confederali come quella dei tamponi per tutti, anche per i lavoratori che rifiutano il vaccino, in alternativa al vaccino, sono veri e propri incentivi in negativo che sviano dalla necessaria vaccinazione, misure errate che di fatto indirizzano i lavoratori verso posizioni individualiste e “libertà di scelta” alla becera maniera da No Vax ma purtroppo inducono anche lavoratori più esitanti, che hanno paura degli effetti collaterali del vaccino, a non vaccinarsi.
Per non parlare delle assurde esternazioni del Ministro Bianchi che parla, anzi per meglio dire straparla, di aule dove si può stare senza mascherina se tutti gli studenti risultano vaccinati.
Ma se in migliaia di scuole in Italia migliaia di studenti sono costretti a studiare in aule sovraffollate perché ad oggi mancano gli spazi e restano immutate le classi pollaio, nonostante le urla ipocrite e odiose dell’anno scorso di becere politicanti alla Gelmini, proprio per le norme che rimangono immutate, ferme ai parametri introdotti col dimensionamento Tremonti-Gelmini, in particolare con la famigerata Legge 133 del 2008, e continuano quindi a formarsi, anche in piena pandemia, classi con oltre 30 alunni, a volte anche in presenza di disabili; se di fatto non può attuarsi il distanziamento fisico, se non sono previsti controlli serrati con screening preventivi e mensili durante l’anno scolastico per tutti gli studenti che non sono ad oggi comunque sottoposti alla misura del green pass, e visto che non vi è l’obbligo vaccinale, il Ministro Bianchi a fronte di tutto questo si permette di invitare in modo indecente gli studenti a togliersi le mascherine in classe??
Non si è fatto nulla in termini di necessario insediamento di medici scolastici e infermieri in ogni scuola, non ci sono in atto misure specifiche per la frequenza degli studenti disabili pesantemente penalizzati dalla situazione attuale, la situazione dei trasporti scolastici con l’organizzazione mirata di percorsi e mezzi per gli studenti resta assolutamente insufficiente o non messa in campo … mentre continua ad aleggiare lo spettro della DAD/DID che il governo non ha affatto messo in soffitta ma che considera sempre come un’opzione di riserva, mentre restano insufficienti le assunzioni in ruolo dei docenti e personale ATA a fronte della difficile situazione da gestire per il funzionamento delle scuole, non è stata garantita neanche la completa copertura del personale andato in pensione, e i lavoratori precari nella scuola restano sempre a livelli alti, 46 mila posti assegnati in ruolo è stato il proclama del ministro Bianchi ma non ha poi detto che altre 56 mila cattedre andranno a supplenze con il record di sempre di precariato nella scuola mentre va totalmente in tilt l’algoritmo del Ministero per la chiamata dei supplenti che non si sa quando e come arriveranno nelle classi…
Ma il governo Bianchi/Draghi continua a dichiarare di avere fatto un grande lavoro per garantire l’inizio della scuola in presenza e in sicurezza!?
L'emergenza Covid che ha reso ancora più evidente la necessità di avere a disposizione un certo tipo di spazi per permettere il ritorno degli studenti e del personale scolastico in sicurezza, ha messo ancora più in risalto uno degli annosi e gravi problemi strutturali della scuola, quello dell’edilizia scolastica e le tante scuole non a norma e fatiscenti, che resta pienamente ad oggi sul territorio italiano e in particolare nelle regioni del Sud "... basti pensare che l’età media delle oltre 40mila sedi scolastiche statali è di 52 anni, inoltre per il 4% circa degli edifici non si dispone di alcuna informazione circa l’origine. In numeri assoluti si tratta di 1.500 edifici “senza età". Sempre secondo il Rapporto che ha elaborato i dati AES, sono 3.110 gli edifici con problemi strutturali come a esempio la compromissione delle strutture portanti verticali, dei solai o delle coperture. Senza considerare poi che la maggior parte delle scuole si trova nei centri urbani ad alta densità di utenza ed è legata a schemi progettuali che erano la risposta a modelli didattici ed educativi di parecchi decenni … questo fa capire che fino ad oggi siano state spese noccioline per risolvere il problema…” (https://www.ingenio-web.it 31 maggio 2021), mentre anche questo governo non ha avuto alcuno scrupolo a stanziare soldi per le scuole paritarie (50 milioni solo con il decreto sostegni bis)
La lista dei disastri annunciati e che si sono materializzati nella scuola fusi con la crisi sanitaria e il suo effetto nefasto è lunga, sono aumentate le disuguaglianze tra gli studenti in merito al diritto allo studio con l’aumento significativo dei tassi di dispersione scolastica soprattutto nelle scuole dei quartieri più popolari e periferici delle città, e in particolare, al Sud, con tutti i danni che la DAD lo scorso anno ha prodotto su questo piano, ma anche per le condizioni familiari in cui tanti genitori hanno perso il lavoro, tante mamme hanno dovuto rinunciare al lavoro per poter curare i figli rimasti a casa da scuola a causa della pandemia ... e potremmo continuare!
E’ importante come prima cosa per i lavoratori, le lavoratrici, i proletari avere il quadro chiaro dell’attuale situazione che viviamo, in cui la pandemia ha scoperchiato i guasti prodotti da anni di politiche di tagli in generale e in questo caso alla scuola pubblica, unitamente all’azione nefasta dei sindacati confederali sempre più organici a questo sistema capitalista in cui la borghesia dominante avanza nella marcia reazionaria verso il moderno fascismo, sindacati complici attivi della cancellazione della memoria storica delle lotte e della divisione e frammentazione dei lavoratori e lavoratrici. Uno degli ultimi scellerati accordi firmato dai sindacati concertativi e l’ARAN, sotto questo governo Draghi, ha attaccato ulteriormente il diritto di sciopero nella scuola, anticamera dell’attacco di questo sacrosanto diritto anche negli altri settori lavorativi, impedendo poi l’anno scorso lo sciopero dell’8 marzo nella scuola con un attacco inaccettabile in particolare alle lavoratrici che, ricordiamo, sono la maggioranza dei lavoratori della scuola.
Per il prossimo 11 ottobre è stato indetto dai sindacati di base e di classe lo sciopero generale contro i piani e le politiche del padronato e del governo di licenziamenti, supersfruttamento, precarietà, disoccupazione, attacco alla sanità, scuola, devastazione sociale e ambientale…
Chiamare allo sciopero è importante oggi anche per i lavoratori e lavoratrici della scuola perchè rappresenta una indicazione chiara che permette di aggiungere un ulteriore tassello nel necessario percorso di lotta del movimento dei lavoratori in questo paese che stanno resistendo agli attacchi sempre più pesanti alla condizione di lavoro e di vita e si organizzano per lottare.
Lo sciopero è oggettivamente un’arma da impugnare che serve per organizzarsi e contrastare isolamento, frammentazione, unendosi agli altri settori lavorativi e sociali per mettere in campo una concreta risposta di lotta di classe contro il governo le cui politiche in ogni ambito devono essere asservite agli interessi dei padroni capitalisti.
Nessun commento:
Posta un commento