I sindacati confederali Cgil Cisl
e Uil, con i loro massimi esponenti Landini, Sbarra e Bombardieri hanno avuto un
incontro il 20 di questo mese con l’attuale primo ministro del governo, Draghi,
sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
In questo incontro i sindacalisti di regime hanno chiesto a Draghi di essere coinvolti direttamente nella gestione del piano: vogliono sapere quali saranno le “ricadute economiche ed occupazionali delle misure del Recovery Plan”, ma senza “ricadute economiche ed occupazionali” questo piano non avrebbe senso, non potrebbe essere nemmeno applicato! E poi hanno chiesto una presenza “nella governance per verificare e monitorare lo stato di attuazione del Pnrr”, e cioè gestire insieme a Draghi il
piano! cosa che sanno impossibile visto che Draghi ha accentrato su di sé la gestione, perché questo piano serve appunto a spazzare via tutte le difficoltà che impediscono in questo momento ai padroni dell’industria e della finanza di “ripartire” e di avere una occasione in più per fare una buona concorrenza nella competizione economica mondiale.Il primo ministro li ha educatamente
ascoltati per un’ora e poi, dopo essersi detto “disponibile” a coinvolgere le
parti sociali, nella sostanza, ha fatto finta di non aver sentito, quando per
esempio, i tre sindacalisti, hanno fatto cenno “alla proroga uniforme del
blocco dei licenziamenti alla fine di ottobre…” o a trovare “…una soluzione
flessibile sul versante pensionistico per evitare che con la scadenza a fine
anno di Quota 100 si torni al regime della Fornero.”
“La risposta del premier non si è
fatta attendere – dice ironicamente il quotidiano dei padroni del 21 aprile - visto che si è
impegnato a riconvocare i leader sindacali dopo il 1° maggio.” Cioè dopo che il
Piano è stato approvato! Senza che nessuno, tantomeno Cgil Cisl e Uil, abbiano
potuto dire niente…
Ma i sindacalisti incalliti ingannapopolo,
sanno bene che le loro sono solo battute, tanto che alcuni di loro dicono
meglio di altri e senza peli sulla lingua, il fatto che stanno dalla parte del
governo, come Sbarra della Cisl: “Il premier ha detto che sull’attuazione
del piano serve una grande mobilitazione collettiva, che accogliamo.” Una “mobilitazione
collettiva” a favore del Piano che tra l’altro fino a quel momento è stato
accettato a “scatola chiusa”! visto che non se ne conoscevano i dettagli!
Ma i sindacalisti così facendo sperano
fortemente di non essere esclusi dalla gestione della grande torta dei soldi
del Piano e perciò aggiungono: “Vogliamo essere coinvolti non solo su come si
gestisce, ma anche su come fare le riforme che devono accompagnare il piano”.
Stiamo parlando di quelle riforme che appunto permetteranno ai padroni
di liberarsi degli “ostacoli” rappresentati da alcune leggi (come quella sugli
appalti) ma soprattutto dall’ostacolo principale rappresentato dalla resistenza
della classe operaia.
E Sbarra della Cisl, proprio in
previsione di questa resistenza, non si ferma qui (e con lui gli altri due
sindacalisti del governo) vuole un altro PATTO! E precisamente “un patto
sociale – ha aggiunto Sbarra – che tenga insieme governo, associazioni
datoriali e organizzazioni sindacali per puntare sulla crescita, sullo sviluppo
e sul rilancio degli investimenti.” Appunto quello che vuole il governo in
nome della borghesia imperialista di questo Paese!
Sono decenni oramai che operai, lavoratrici
e i lavoratori e masse popolari in generale subiscono i “patti” dei sindacati
confederali con i governi e i padroni di turno: è ora di prepararsi a
rispondere come si deve all’applicazione del Piano Draghi, e ai patti di Cgil
Cisl Uil che nella sostanza applicano, usando tutti i mezzi a loro disposizione,
il piano dei padroni per continuare nella loro opera di sfruttamento.
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